Bund sotto il 2%, rendimento Btp sui minimi da un anno: ecco perché
Il rendimento del Bund decennale tedesco è sceso sotto il 2% per la prima volta in nove mesi, nell’ambito di un movimento generalizzato che ha coinvolto pressoché tutti i titoli di Stato in Europa e negli Usa, con entità differenti a seconda dei singoli Paesi. In forte calo anche il rendimento del Btp, sui minimi di quest’anno. Ecco le dinamiche che hanno guidato questa discesa.
Bund sotto il 2%, sui livelli di marzo
Il rendimento del Bund a 10 anni si attesta all’1,99%, in calo di quasi 3 punti base rispetto alla seduta precedente, dopo aver toccato stamani un minimo intraday poco sotto l’1,98%. Si tratta dei valori minimi da marzo, quando il decennale tedesco era sceso fin sotto l’1,92%. I livelli attuali sono stati raggiunti dopo una marcata discesa dai massimi di ottobre, quando il titolo di Stato della Germania offriva un rendimento di poco superiore al 3%.
Il movimento riflette la prospettiva di tagli dei tassi nel 2024 da parte della Bce, supportata principalmente da due fattori: il rallentamento dell’inflazione e l’indebolimento della crescita nell’area euro. In occasione dell’ultima riunione della Bce del 2023, la presidente Lagarde ha comunque affermato che per il momento non si è parlato di tagli.
Ieri, intanto, sono stati diffusi i dettagli delle emissioni del Tesoro tedesco per il prossimo anno, in calo a 247 miliardi (rispetto a 262 miliardi del 2023), in linea con le previsioni.
I fattori che hanno determinato la discesa del Bund
Negli ultimi giorni, l’indice Ifo sulle aspettative delle imprese tedesche ha mostrato un peggioramento a dicembre, mentre i PMI dell’area euro hanno evidenziato una contrazione per il settimo mese consecutivo. Gli analisti prevedono per l’eurozona la prima recessione dai tempi della pandemia.
Nel frattempo, l’inflazione nell’area euro ha continuato a rallentare, raggiungendo il 2,4% a novembre rispetto a un picco oltre il 10% dell’anno scorso, un fenomeno che il funzionario della Bce, nonché governatore della banca centrale francese, Francois Villeroy de Galhau, ha recentemente descritto come “impressionante”.
Questi fattori hanno fatto sì che i mercati incrementassero le scommesse su diversi tagli dei tassi nel 2024, aspettativa che si è riflessa (anche in misura eccessiva, secondo molti analisti) nei prezzi (e nei rendimenti) dei titoli di Stato, compreso il Bund che rappresenta il benchmark dell’area euro.
Gli eventi di oggi e le aspettative del mercato monetario
Anche i dati sull’inflazione del Regno Unito, diffusi stamattina, possono aver contribuito a rafforzare la retorica di un rallentamento generalizzato dei prezzi e di cospicui tagli dei tassi nel 2024 da parte delle principali banche centrali.
Oggi invece interverrà il capoeconomista della Bce, Philip Lane, anche se i mercati sembrano snobbare le indicazioni caute che stanno giungendo dai funzionari di politica monetaria, in Europa come negli Usa. Al momento i trader scontano tagli di 160 punti base da parte della Bce il prossimo anno, il che implica almeno sei riduzioni rispetto alle tre previste un mese fa.
“Il mercato è destinato ad una piccola correzione, ma visti i dati in Europa, la Bce dovrebbe essere la prima a invertire la rotta e di conseguenza i rendimenti a medio termine scenderanno”, ha affermato Charles Diebel, Head of Fixed Income presso Mediolanum International Funds. “Il rendimento del decennale tedesco potrebbe avvicinarsi all’1,9% nel breve termine, ma difficilmente scenderà di più poiché la liquidità del mercato si assottiglia verso la fine dell’anno.”
Btp sui minimi da un anno, spread a 160 bp
Il movimento del Btp ha ricalcato quello del Bund, ma con una forza ancora maggiore, determinando una discesa del rendimento pari a circa 140 punti base dai massimi di ottobre. Il decennale italiano rende all’incirca il 3,6%, sui minimi da dicembre 2022, rispetto al picco del 5% di due mesi fa. Lo spread fra i due è di poco superiore ai 160 bp, sui valori da agosto di quest’anno.
Ricordiamo che il Btp ha un beta superiore rispetto agli altri titoli di Stato, per cui tende ad accentuare i movimenti al rialzo e al ribasso rispetto agli altri tassi dell’area euro.
Ieri “è bastata una minima revisione al ribasso del CPI dell’eurozona di novembre (da -0,5% a -0,6% sul mese) per ridare forza al mercato”, innescando cali dei rendimenti a 2 cifre per il Btp, come spiegato da Giuseppe Sersale, Strategist di Anthilia Capital Partners Sgr.
Investitori acquistano bond, Btp fanno gola per rendimento
“Il perenne collasso dei rendimenti core sta ovviamente dirottando la domanda di quelli che cercano Yield laddove ne è rimasto un po’, e il Btp resta quello più elevato dell’Eurozona”, spiega Sersale. Una tendenza evidenziata anche da altri analisti, ad esempio quelli di Deutsche Bank nell’outlook 2024 sull’obbligazionario.
“I bond sono tornati in overweight nei portafogli istituzionali, un’evenienza abbastanza rara. Fino a poco più di 2 anni fa a positioning negativo su equity corrispondeva un posizionamento positivo, o meno negativo, sui bond. Ora invece c’è correlazione positiva, a mostrare come sia la politica monetaria a guidare il peso dell’azionario e non il macro, che vorrebbe tassi più bassi nei periodo di debolezza. Non c’è alcun dubbio su quale sia lo scenario implicito in questo positioning. L’allocation è totalmente da “soft landing”, con inflazione che rientra e ciclo e utili che tengono/crescono”, conclude Sersale.