BTP Valore, macina ancora record: numeri e tempistiche. Spread Btp-Bund non desta pensieri
Il BTP Valore non si ferma. Anzi, nelle prime due giornate continua a macinare numeri da record. Giunto al suo terzo giorno di collocamento, il titolo dedicato ai risparmiatori retail, che chiuderà i battenti il primo marzo (salvo chiusura anticipata), ha registrato tra lunedì e martedì una raccolta che supera gli 11 miliardi di euro.
Intanto lo Spread Btp-Bund resta sotto controllo e anche oggi si muove sotto la soglia dei 145 punti base.
Numeri a confronto
Se nella prima giornata sono stati raccolti 6,44 miliardi, ieri il titolo con durata sei anni ha chiuso con una raccolta di 4,61 miliardi (sottoscritti 165.636 contratti con un taglio medio di 29.360 euro), portando così il valore complessivo delle prime due giornate a varcare la soglia degli 11 miliardi. Immancabile il confronto con la seconda giornata dei collocamenti di giugno e ottobre dello scorso anno, quando erano stati registrati rispettivamente 5,1 miliardi e 4,5 miliardi. Sempre ieri sono stati
Bisogna ricordare che la prima edizione era stata chiusa con una raccolta superiore ai 18 miliardi di euro, e poco oltre i 17 miliardi nel secondo appuntamento di ottobre.
Nel dettaglio, stando ai dati diffusi dal Mef al termine dei due collocamenti, a giugno l’importo complessivamente emesso è stato pari a 18.191,090 milioni di euro a fronte di 654.675 contratti conclusi, con un taglio medio di 27.786 euro. Si tratta del risultato più elevato di sempre in termini di valore sottoscritto, ma anche per numero di contratti registrati, in un singolo collocamento di titoli di Stato per i piccoli risparmiatori.
Mentre all’inizio di ottobre l’importo complessivamente emesso era stato pari a 17.190,004 milioni a fronte di 641.881 contratti conclusi, con un taglio medio di 26.781 euro.
Le tempistiche della terza edizione
E mentre il collocamento prosegue anche oggi (l’emissione prosegue fino alle 13 di venerdì) ricordiamo quali sono le principali tempistiche del Btp Valore che ha una durata di sei anni e prevede una cedola del 3,25% nel primo triennio e del 4% dal quarto al sesto anno. E’ inolre riservato ali investitori che acquistano il titolo durante il periodo di collocamento e portano fino alla scadenza (5 marzo 2030) un premio finale extra pari allo 0,7% (da calcolarsi sull’importo nominale acquistato)
Ecco riassunte le principali tempistiche nella tabella pubblicata nella scheda informativa del Mef dedicata alla terza edizione della famiglia di titoli di stato riservata al pubblico retail.
Spread sempre più giù
Intanto nessuno scossone per lo spread tra il Btp a dieci anni e il Bund tedesco. Dopo essere scivolato a quota 143 punti base il differenziale ha viaggiato nei giorni successivi su questi valori che rappresentano i nuovi minimi dal febbraio del 2022. Questa mattina una lieve risalita che vede lo spread Btp-Bund riportarsi verso la soglia di 145 punti base dai 143 punti di ieri, con il rendimento del bond decennale italiano sul mercato secondario che si è portato nuovamente al 3,89%.
Livelli che restano ben lontani dal picco di 250 punti base raggiunto nel settembre 2022, dopo le elezioni politiche italiane che avevano spianato la strada alla nomina di Giorgia Meloni come nuovo premier.
Btp e tassi Bce
Il tutto in un contesto in cui c’è sempre la questione Bce e future mosse sui tassi che pende anche sui Btp. “Per la prima volta, la Bce è attesa a tagliare i tassi di interesse nello stesso momento, se non addirittura un mese prima, della Fed. Questo rappresenta un cambiamento significativo rispetto al passato, quando la politica monetaria della Bce tendeva a seguire quella della Fed con un certo ritardo – sottolinea Gianni Piazzoli, Chief Investment Officer di Vontobel Wealth Management SIM -. Anche per questo, dopo una brusca correzione i rendimenti del Bund decennale tedesco sembrerebbero attualmente in una fase di consolidamento, con una ragionevole prospettiva di riprendere a scendere come nell’ultima parte dello scorso anno”.
Secondo Piazzoli, questa tendenza è sostenuta da due scenari economici principali. “In primo luogo, in caso di un rimbalzo dell’economia a fronte di una inflazione in calo, i rendimenti del Bund sono destinati a consolidarsi o a scendere. In secondo luogo, anche in caso di una recessione indotta da una politica monetaria restrittiva, i rendimenti del Bund sono anch’essi destinati a scendere”, avverte l’esperto soffermandosi sulle parole della presidente Bce, Christine Lagarde, che in un recente intervento ha dichiarato che la linea della BCE resta invariata pur attendendosi un continuo rientro dell’inflazione (venerdì si scenderà da 2.8% a 2.5% nell’euro-area?). Anche se il picco è alle spalle, la preoccupazione degli aumenti salariali sull’inflazione vale per entrambe, Fed e Bce.