Notizie Notizie Italia BTP, Rossi (Bankitalia): no segnali disaffezione titoli debito italiano, ma rischio sempre possibile

BTP, Rossi (Bankitalia): no segnali disaffezione titoli debito italiano, ma rischio sempre possibile

6 Aprile 2018 12:00

Lieve allargamento per lo spread BTP-Bund a 10 anni, che nella giornata di oggi oscilla attorno a 127 punti base, in lieve rialzo rispetto alla chiusura di ieri, a fronte di tassi decennali che rimangono all’1,78% circa. Il debito sovrano italiano continua in generale a essere ben comprato e, a conferma dell’appetito che gli investitori continuano a mostrare di avere nei suoi confronti, arriva anche la dichiarazione di Salvatore Rossi, direttore generale di Bankitalia:

“Al momento non ci sono segnali di disaffezione sui titoli del debito pubblico italiano da parte degli investitori. Ovviamente la situazione è sempre precaria, nel senso che il rischio di un cambiamento di opinione è sempre possibile”, ha detto Rossi, nel corso della trasmissione “24Mattino” su Radio 24.

Rossi è tornato a parlare anche dell’idea di vendere l’oro di Bankitalia per tagliare il debito pubblico italiano. Un’idea, a suo avviso, poco facile da realizzare e anche controproducente, in quanto, se si concretizzasse, sarebbe di fatto il segnale di un gesto disperato. 

Così Rossi, nello spiegare i motivi per cui, a suo avviso, lo smobilizzo di oro non sortirebbe l’effetto sperato:

“Innanzitutto, per ragioni pratiche: parliamo di 90 miliardi di euro, quando il nostro debito pubblico è intorno a 2.300 miliardi. E’, al momento, giuridicamente impossibile. C’è un accordo internazionale tra le banche centrali, che prevede che le vendite siano razionate, dunque ne potremmo vendere per poche centinaia di milioni alla volta. Nei fatti, non si risolverebbe il problema del debito pubblico e daremmo un pessimo segnale al mondo dove la vendita di oro da parte di un Paese darebbe il segnale di un gesto disperato”. 

Da segnalare che, in base agli ultimi numeri emersi con il bilancio di Bankitalia, il valore dell’oro nel bilancio di Bankitalia si è attestato a fine 2017 a un ammontare pari a 85 miliardi, in calo di 1 miliardo circa rispetto alla fine del 2016.

L’inutilità di vendere oro per ripianare il debito italiano era stata messa in evidenza da Salvatore Rossi già all’inizio di febbraio quando, nel presentare il suo libro “Oro” a “Roma incontra” di Enrico Cisnetto, aveva detto che la mossa “non risolverebbe il problema del debito pubblico italiano”.

Inoltre – aveva continuato – solo l’annuncio della decisione “causerebbe un crollo immediato delle quotazioni”.

Rossi aveva riconosciuto che la domanda sul perchè non si proceda agli smobilizzi di oro per tagliare il debito italiano è “legittima”, ricordando al contempo il caso della Bank of England:

“Circa vent’anni fa la Banca d’Inghilterra provò a vendere una parte delle sue riserve e il crollo delle quotazioni le fece fare marcia indietro. Per questo le banche centrali si sono impegnate fra loro” a evitare operazioni di vendita.

Tornando ai BTP, riguardo all’appetito che gli investitori hanno nei confronti del debito italiano, Rossi ha detto che “i gestori del risparmio e i fondi, grandi e piccoli, italiani e stranieri ragionano sempre con la stessa logica”, ovvero quella di tutelare “il denaro che anche noi affidiamo loro”.

Al momento quindi “i mercati stanno a guardare”,  e “fino a ora non ci sono segnali di vendita” .