BTP, per ministro Tria nessuna fuga. ‘Piuttosto operazioni su futures e cds’. Su investimenti pubblici ruolo più attivo Eni, Enel, FS, Cdp
Spread sotto controllo, prosegue il trend ribassista di inizio settimana, in attesa del vertice del governo (il secondo dopo quello di venerdì scorso), che si terrà nella giornata di oggi. Il differenziale viaggia attorno alla soglia di 245 punti base, con i tassi sui BTP decennali che scendono di un punto percentuale al 2,84%, dopo un massimo intraday del 2,88%. I tassi sui Bund accelerano al ribasso in modo più sostenuto, cedendo più del 2,5% allo 0,40%.
Il trend del mercato dei titoli di stato italiani in vista del vertice e successivo all’intervista che il ministro dell’economia Giovanni Tria ha rilasciato a Il Sole 24 Ore è decisamente diverso da quello che ha anticipato la prima riunione sulla legge di bilancio di venerdì scorso, quando lo spread è schizzato fino a 270 punti circa e i tassi decennali volati oltre la soglia del 3%.
Proprio Tria a tal proposito fa notare che “basta la cronaca del primo vertice per smentire le ricostruzioni che raccontano di tensioni sui vincoli di finanza pubblica. Per due terzi del tempo si è parlato di investimenti pubblici, delle riforme che servono per la crescita, e per l’altro terzo si è ragionato sulle ipotesi del quadro programmatico da presentare a settembre. Alla fine sono stato io a rassicurare i colleghi sul fatto che l’avvio delle misure principali del contratto di governo è compatibile con i vincoli di finanza pubblica, e non viceversa. E oggi l’incontro sarà allargato ad altri ministri per avere una condivisione più ampia”.
Sempre sullo spread, il ministro sottolinea che “a spaventare mercati e investitori non è il programma di governo, ma l’incertezza sulle prospettive, e traccheggiare aumenta le incognite, certo non le riduce”. Sottolineando poi che “su riforma fiscale e reddito di cittadinanza bisogna partire davvero”.
“Lo spread è influenzato da vari fattori – ha spiegato ancora il ministro – Il primo è il rallentamento dell’economia. Una maggiore incertezza sul futuro allarga i differenziali perchè spinge gli investitori su titoli più sicuri. Non mi risulta però che ora ci sia una fuga dai titoli italiani. Ci sono piuttosto operazioni sui futures e cds e ad agosto, quando i mercati sono più sottili, bastano anche piccoli movimenti per dare fluttuazioni di prezzo”.
Nella lunga intervista, il ministro parla anche della necessità – da sempre rilanciata – di promuovere e sostenere gli investimenti pubblici.
“Per far ripartire l’economia bisogna guardare alla massa di opere e investimenti pubblici diffusi sul territorio”, con un ruolo attivo di alcune grandi aziende pilastri della finanza italiana, come Eni e Enel. Le due società vengono citate espressamente dal ministro:
“Sulle opere più grandi bisogna poi costruire un ruolo più attivo delle grandi aziende a partecipazione pubblica come Enel, Eni e Ferrovie, e di Cassa depositi e prestiti“.
Tria risponde poi praticamente con un no comment alla domanda sul dossier Mps, limitandosi a dire che “il ritorno al mercato è un obiettivo concordato con la Commissione europea e non è in discussione. Per il resto non commento questioni che riguardano società quotate, perchè non è corretto per un esponente di governo”.