BTP in ripresa a giugno, ma forte calo in II trimestre. Ma gestore ottimista, faranno meglio dei Bund
Nel mese di giugno appena concluso, i Bund sono saliti di appena lo 0,1%: è quanto emerge dall’analisi sugli asset peggiori e migliori di giugno, stilata da Jim Reid di Deutsche Bank. Molto meglio hanno fatto i bond spagnoli (+1,4%) e i BTP (+1,5%). Da segnalare come il trend degli asset finanziari globali venga considerato sia sulla base del valore degli asset in valuta locale, che in termini di dollari.
Nel secondo trimestre le cose sono andate diversamente per i bond sovrani italiani: i BTP sono quelli che hanno fatto peggio, con una flessione del -5,1%, a fronte di un rialzo dei Bund +1,3% e dei Treasuries Usa +0,1%. La performance non stupisce, visto che la crisi che si è abbattuta sul debito italiano è esplosa proprio nel secondo trimestre del 2018, a seguito delle elezioni politiche dello scorso 4 marzo.
Deutsche Bank ha presentato gli asset migliori e peggiori anche dell’intero primo semestre dell’anno. Guardando sempre ai bond sovrani, si evince che i Bund sono saliti più dei Treasuries, facendo +1,6%, rispetto al -1,1% dei titoli di stato Usa.
Detto questo, guardando in avanti, c’è chi ritiene che i Bund abbiano corso troppo. E’ il caso di Filippo Lanza, gestore di due fondi obbligazionari del fondo Hedge Invest, con sede a Londra.
Intervistato da Bloomberg, Lanza spezza una lancia a favore dei BTP, definendo eccessive le preoccupazioni legate al governo M5S-Lega.
“Su alcuni temi, il governo italiano era stato percepito aggressivo, ma sta diventando chiaro che l’esecutivo è molto focalizzato su alcune questioni, come l’immigrazione, mostrando un approccio più pragmatico di quanto gli investitori prevedessero”.
Di fatto, “il mercato stava scommettendo sull’implosione dell’Unione europea, scenario a nostro avviso altamente improbabile”.
Lanza ha iniziato ad accumulare posizioni long sui bond della periferia dell’Eurozona per il fondo HI Numen Credit che gestisce lo scorso 29 maggio, proprio il giorno apice della tempesta finanziaria che si è abbattuta sull’Italia nella fase precedente la formazione del governo M5S-Lega: in quel giorno, i tassi sui BTP decennali sono balzati al record in quattro anni, ben oltre la soglia del 3%.
Il gestore, riporta Bloomberg, ha poi riaperto posizioni long sui bond di Italia e Grecia nelle ultime due settimane, scommettendo sul restringimento dello spread BTP-Bund, cosa che di fatto è avvenuta.
Lanza ritiene che i bond italiani a medio-lungo termine offrano opportunità più elevate dei bond tedeschi, che tra l’altro appaiono sopravvalutati:
“Abbiamo una view molto negativa sui Bund tedeschi, su cui siamo short. Li vediamo al momento come uno degli investimenti più pericolosi”.
Oggi lo spread BTP-Bund registra un calo superiore a -2%, a 228 punti base circa, a fronte di tassi sui BTP decennali che scendono dell’1,81% al 2,60% e al +3,56% dei rendimenti dei Bund tedeschi, allo 0,32%.
Intanto, nelle ultime ore, in tema di BTP, è arrivata la notizia relativa alla decisione dei fondi pensione italiani di tagliare, nel corso del 2017, la loro esposizione aggregata verso i bond governativi. Lo ha comunicato la COVIP, Commissione di Vigilanza sui Fondi pensione (COVIP):
“L’allocazione degli investimenti effettuati dai fondi pensione (escluse, quindi, le riserve matematiche presso imprese di assicurazione e fondi interni) mostra, rispetto agli scorsi anni, una tendenza alla maggiore diversificazione tra tipologie di titoli. A fine 2017, la quota degli investimenti in titoli di Stato è pari al 41,5 per cento e diminuisce di cinque punti percentuali rispetto all’anno precedente; per circa due terzi la diminuzione è imputabile ai titoli di stato italiani, la cui quota a fine 2017 è pari al 22,7 per cento. Sono invece aumentate le quote degli investimenti in altri titoli di debito (che hanno raggiunto il 16,6 per cento), dei titoli di capitale (ora pari al 17,7 per cento) e degli OICR (ora pari al 14,4 per cento). Anche i depositi sono in aumento, avendo raggiunto il 7,2 per cento del patrimonio da investire. Gli investimenti immobiliari, in forma diretta e indiretta, presenti quasi esclusivamente nei fondi preesistenti, rappresentano il 2,9 per cento del patrimonio, in diminuzione di 0,4 punti percentuali rispetto al 2016″.