Btp, chi li comprerà in futuro? Barclays lancia l’allarme
La domanda di Btp da parte delle famiglie italiane ha svolto un ruolo fondamentale per assorbire i volumi record delle recenti emissioni. Tuttavia, il previsto calo dei rendimenti potrebbe allentare la richiesta di titoli di Stato da parte degli investitori retail domestici. In tal caso, chi comprerà dunque i Btp, sopperendo alla minore domanda delle famiglie? Ecco l’analisi di Barclays.
In arrivo € 100 miliardi di emissioni nette nel 2025
Con l’avvicinarsi del 2025, cresce l’attenzione sui piani di bilancio dei Paesi dell’Eurozona e in particolare sull’Italia, che affronta sfide fiscali significative. Gli economisti di Barclays stimano che il deficit di bilancio dell’Italia nel 2025 si attesterà al 5%, ben oltre il tetto del 3% fissato dalle autorità. Questo comporterà una grande offerta di obbligazioni da assorbire sul mercato, con una previsione di emissioni nette per oltre 100 miliardi di euro.
A questo si aggiunge il quantitative tightening della Bce, che sta smantellando il piano di acquisti di bond utilizzato per far fronte alla crisi pandemica (PEPP). Il venir meno di questa “stampella”, secondo gli analisti, potrebbe aumentare le emissioni nette di Btp fino al livello record di 180 miliardi di euro.
La domanda cruciale riguarda quindi la capacità degli investitori di assorbire l’ingente offerta e la disposizione a farlo.
Boom di acquisti di Btp per le famiglie italiane
Questo dubbio riguarda soprattutto le famiglie italiane, che sono state importanti acquirenti di obbligazioni fin da quando la Bce ha cominciato ad alzare i tassi (a luglio del 2022).
L’aumento della quota di debito pubblico detenuta dai residenti italiani è legato al rialzo dei rendimenti – che ha reso questi titoli più interessanti – e ai vantaggi fiscali rispetto ad altri asset. I Btp, infatti, godono di una tassazione sui rendimenti pari al 12,5%, rispetto al 26% degli altri investimenti, oltre ad essere esenti dall’imposta di successione.
Inoltre, il Tesoro italiano ha lanciato prodotti specificamente studiati per il pubblico retail, come i BTP Valore e BTP Italia, raccogliendo quasi 100 miliardi di euro dal 2022 e offrendo premi fedeltà per incentivare la detenzione dei titoli fino a scadenza.
Tuttavia, dal novembre 2023, il ritmo di acquisto da parte dei residenti ha subito un rallentamento, mentre gli investitori non residenti hanno intensificato i propri acquisti.
Lo spazio di manovra residuo dei retail
Attualmente la quota di Btp detenuta dalle famiglie italiane si aggira intorno al 15%, un livello inferiore al picco del 20% raggiunto nel 2008/09. Le famiglie detengono circa 5,7 trilioni di euro in attività finanziarie, di cui solo 500 miliardi direttamente investiti (non tramite fondi o altri strumenti) in titoli governativi, in gran parte – circa due terzi – italiani. Sebbene la percentuale di titoli di debito nei portafogli familiari sia aumentata negli ultimi anni, è ancora lontana dai livelli storici.
Questo suggerisce che le famiglie potrebbero avere ancora ampio margine per aumentare i loro acquisti di BTP nei prossimi anni, ma l’andamento dei rendimenti sarà determinante. Il calo dei rendimenti dei BTP rispetto ai picchi recenti potrebbe infatti rallentare ulteriormente la domanda, come già osservato dalla fine del 2023. I prossimi collocamenti retail di BTP, tra la fine del 2024 e l’inizio del 2025, verranno dunque monitorati attentamente dal mercato.
Chi comprerà i Btp?
Laddove la domanda delle famiglie dovesse calare, altre categorie di investitori, come i non residenti, dovrebbero aumentare gli acquisti per assorbire l’offerta netta di BTP. L’interesse degli investitori esteri per i bond italiani è cresciuto grazie al contesto macroeconomico favorevole e alla relativa stabilità del governo, ma la loro quota rimane al di sotto dei livelli storici, lasciando spazio per ulteriori acquisti.
Tuttavia, un aumento del rischio Paese specifico dell’Italia e/o una minore propensione al rischio sui mercati (come accaduto alla Francia dopo le elezioni europee) potrebbero ridurre l’appeal dei titoli di Stato italiani, compromettendo la capacità del mercato di assorbire le nuove emissioni. Il tutto, con una conseguente spinta al rialzo dei rendimenti e un allargamento dello spread Btp-Bund.
Al momento, Barclays non ritiene preoccupanti le dinamiche di domanda e offerta dei Btp, ma potrebbero diventarle in caso di significativi shock politici o macroeconomici nei prossimi trimestri.