Brexometer, La Brexit impatterà sui modelli operativi degli investitori istituzionali
Il Brexometer Index di State Street – un sondaggio trimestrale condotto su cento investitori istituzionali da PollRight che ha lo scopo di rilevare l’evoluzione del sentiment relativo alla Brexit – ha stabilito che l’uscita del Regno Unito dall’Unione europea avrà un certo impatto sul proprio modello operativo, una percentuale in crescita (dal 72 all’82%) rispetto alla rilevazione del trimestre precedente.
In ogni caso il conto alla rovescia per la Brexit continua, ma ci sono poche prove del fatto che i mercati finanziari o gli operatori abbiano già scontato l’ipotesi peggiore. “Dal nostro sondaggio si evince che la maggior parte degli investitori non ha ancora pianificato di apportare cambiamenti immediati ai propri investimenti nel Regno Unito – è il commento di Michael Metcalfe, responsabile Global Macro Strategy di State Street Global Markets – La situazione non è cambiata, nonostante le attese che la Bank of England inverta la sua riduzione precauzionale dei tassi di interesse già questo mese e nonostante il fatto che la sottovalutazione della sterlina si sia dimezzata nel corso dell’ultimo trimestre”.
In ogni caso il conto alla rovescia per la Brexit continua, ma ci sono poche prove del fatto che i mercati finanziari o gli operatori abbiano già scontato l’ipotesi peggiore. “Dal nostro sondaggio si evince che la maggior parte degli investitori non ha ancora pianificato di apportare cambiamenti immediati ai propri investimenti nel Regno Unito – è il commento di Michael Metcalfe, responsabile Global Macro Strategy di State Street Global Markets – La situazione non è cambiata, nonostante le attese che la Bank of England inverta la sua riduzione precauzionale dei tassi di interesse già questo mese e nonostante il fatto che la sottovalutazione della sterlina si sia dimezzata nel corso dell’ultimo trimestre”.
Calo di fiducia
Nel complesso il sondaggio evidenzia un calo di fiducia generale nel quarto trimestre, con il 40% degli intervistati che stima una crescita economica positiva a livello globale nel medio termine (dai tre ai cinque anni), in diminuzione del 7% rispetto ai dati raccolti dal sondaggio del primo trimestre del 2017.
Più di un terzo del campione (36%) ritiene però che gli asset owner non apporteranno modifiche al proprio livello di rischio in relazione agli investimenti nei prossimi tre-cinque anni, con un incremento del 10% rispetto al terzo trimestre del 2017.
Più di un terzo del campione (36%) ritiene però che gli asset owner non apporteranno modifiche al proprio livello di rischio in relazione agli investimenti nei prossimi tre-cinque anni, con un incremento del 10% rispetto al terzo trimestre del 2017.
Strategie Brexit
Sempre in tema di Brexit, oltre un quinto (22%) degli intervistati ritiene che la Brexit avrà un certo impatto sul proprio modello business, contro il 17% registrato nel terzo trimestre. Inoltre, un intervistato su nove (12%) è ancora incerto sulla possibilità di apportare modifiche ai propri investimenti nel Regno Unito nei prossimi sei mesi, l’8% in più rispetto ai dati del sondaggio del secondo trimestre.
“Nonostante il fatto che i negoziati per la Brexit abbiano occupato le prime pagine dei giornali, è probabile che questi abbiano un impatto limitato sui mercati fino al 2018, quando verranno definiti i contorni di un accordo transitorio e permanente”, commenta Bill Street, responsabile investimenti per l’area EMEA di State Street Global Advisors. Che aggiunge: “La sterlina ha ripreso slancio rispetto ai minimi di inizio anno. Questo, in parte, riflette la debolezza del dollaro, ma anche la resilienza dell’economia britannica, che ha superato le attese, e le previsioni di un rialzo dei tassi di interesse da parte della BoE. Tuttavia, la valuta è ancora sottovalutata rispetto alla maggior parte delle monete e probabilmente continueremo a vedere una certa volatilità fino alla conclusione dei negoziati per la Brexit”.
“Nonostante il fatto che i negoziati per la Brexit abbiano occupato le prime pagine dei giornali, è probabile che questi abbiano un impatto limitato sui mercati fino al 2018, quando verranno definiti i contorni di un accordo transitorio e permanente”, commenta Bill Street, responsabile investimenti per l’area EMEA di State Street Global Advisors. Che aggiunge: “La sterlina ha ripreso slancio rispetto ai minimi di inizio anno. Questo, in parte, riflette la debolezza del dollaro, ma anche la resilienza dell’economia britannica, che ha superato le attese, e le previsioni di un rialzo dei tassi di interesse da parte della BoE. Tuttavia, la valuta è ancora sottovalutata rispetto alla maggior parte delle monete e probabilmente continueremo a vedere una certa volatilità fino alla conclusione dei negoziati per la Brexit”.