Notizie Notizie Mondo Brexit sempre più in pericolo, sterlina resiste. Carney (Bank of England): ‘reazione valuta indica rinvio divorzio’

Brexit sempre più in pericolo, sterlina resiste. Carney (Bank of England): ‘reazione valuta indica rinvio divorzio’

16 Gennaio 2019 11:06

Mai come in queste ore il futuro del Regno Unito è stato così incerto, tanto che si parla anche di Brextinct, ovvero di estinzione della Brexit, dopo che l’accordo May-Ue sul divorzio del paese dal blocco europeo è stato affossato alla Camera dei Comuni UK. Nella serata di ieri, l’intesa è stata bocciata sonoramente: 432 i voti contrari rispetto ai 202 favorevoli.

Lo stacco di 230 voti rappresenta la sconfitta più forte della storia di una proposta che sia mai stata presentata al Parlamento britannico.

La rivolta dei conservatori è stata sancita da quei 118 deputati del partito Tory che hanno votato contro la proposta di May. Il prossimo test cruciale per capire che fine farà la premier, e con essa il paese, è il voto sulla mozione di sfiducia contro il governo che è stata presentata dal leader dei laburisti, Jeremy Corbyn. Voto atteso per la giornata di oggi.

La sterlina, in questo contesto, rimane piuttosto stabile, oscillando attorno a quota $1,2850, dopo il rally messo a segno nelle ore successive alla notizia dell’esito del voto di Westminster.

La solidità della valuta viene messa in evidenza da Mark Carney, governatore della Bank of England che, nel commentare la cocente sconfitta di May al Parlamento, afferma che la ripresa della sterlina indica che la Brexit potrebbe essere rimandata.

La scorsa notte, fa notare il governatore, abbiamo assistito a “un forte recupero della sterlina, a seguito del voto”. Tale ripresa sembra “riflettere alcune previsioni, secondo cui il processo (della Brexit) potrebbe essere esteso e le prospettive di un no-deal potrebbero essere diminuite”.

La reazione della sterlina è stata particolarmente volatile: la valuta è scesa infatti prima sotto la soglia di $1,27, immediatamente dopo l’annuncio della sconfitta di May, per poi puntare verso l’alto fino a raggiungere, quasi, quota $1,29.

A questo punto tutto dipende ancora, ha sottolineato Carney, dal Parlamento.

“I mercati, così come il paese, stanno guardando al Parlamento per decidere la direzione da prendere, e in questo contesto è prevista una continua volatilità” dei prezzi.

Al momento la sterlina è poco mossa ma, secondo Kit Junckes di Société Générale, la valuta potrebbe segnare un altro rialzo nel caso in cui Theresa May dovesse resistere alla mozione di sfiducia che sarà votata oggi. Così Juckes:

“Il Regno Unito ha votato per la Brexit, i mercati l’hanno prezzata ampiamente e ora stanno aspettando, mentre il governo cerca di trovare una via di uscita che possa essere sostenuta. Se il governo dovesse sopravvivere, la sterlina potrebbe ricevere un po’ di spinta”.

Occhio inoltre alla nota di ING sulla Brexit e sulla sterlina.

Gli analisti partono dal presupposto secondo cui, a prescindere di ciò che accadrà ora, “appare sempre più probabile che sarà necessario posticipare la data della Brexit (data effettiva del divorzio, fissata al 29 marzo di quest’anno). L’estensione dell’Articolo 50 è la strada più probabile per posticipare la data, sebbene gli stati membri dell’Ue dovrebbero tutti uninamamente essere d’accordo sul rinvio, fattore che richiede di per sé una ragione legittima”.

LA NOTA DI ING: OUTLOOK BREXIT E STERLINA

ING ritiene che May sopravviverà alla mozione di sfiducia. Tuttavia, nulla impedisce a Jeremy Corbyn di presentare nuove mozioni di sfiducia nelle prossime settimane. E, se alla fine il governo May venisse sfiduciato, la strada sarebbe quella delle elezioni politiche.

Al Parlamento verrebbe accordato un periodo di 14 giorni, spiega ING, dopo il passaggio della mozione di sfiducia, per cambiare idea prima che la campagna elettorale abbia inizio. A quel punto il processo per le elezioni inizierebbe come minimo cinque settimane più tardi (dunque probabilmente all’inizio o metà di marzo).

“Dal punto di vista dei mercati, la notizia di elezioni anticipate non verrebbe accolta con favore in quanto, in primis, prolungherebbe ulteriormente l’incertezza sulla Brexit. Il voto richiederebbe sicuramente l’estensione dell’Articolo 50. Anche in quel caso, ci vorrebbe del tempo perché un eventuale nuovo governo guidato dai conservatori ottenesse il sì del Parlamento alla proposta sulla Brexit, così come ci vorrebbe tempo per un eventuale nuovo governo a guida laburista tornare a Bruxelles e porre le sue condizioni. Il rischio percepito di un governo a guida laburista sarebbe un altro fattore che potrebbe pesare sulla sterlina”.

In caso di sopravvivenza del governo May, “il governo cercherebbe probabilmente di ottenere ulteriori concessioni significative sulla questione del confine irlandese. Tuttavia, ci sono grandi dubbi sulla possibilità che l’Ue sia pronta a offrire quelle concessioni legalmente vincolanti sul backstop irlandese che i parlamentari conservatori e del DUP (Partito Unionista Democratico) stanno chiedendo. E ciò è stato chiarito abbastanza bene dai leader europei nella notte di martedì”.

Tra l’altro, anche nel caso piuttosto improbabile di ulteriori concessioni europee, per May sarebbe difficile ottenere il sì del Parlamento, visto che diversi sono i parlamentari che dovrebbero essere convinti. Per non parlare del partito nord irlandese DUP, che ha già affermato che non voterà a favore di qualsiasi accordo che comprenda il backstop“.

Tutto ciò significa che, si può dire anche paradossalmente, May potrebbe ricevere il sostegno dei parlamentari agitando lo spettro di una ‘no-deal Brexit’. Tra l’altro, proprio la prospettiva di una Brexit senza accordo è al momento l’unica possibile per il prossimo 29 marzo, data ufficiale per concretizzare il divorzio britannico dal Regno Unito.

“Tuttavia, nella realtà – si legge nell’analisi di ING -ora appare molto più probabile che il governo britannico cerchi di ricorrere all’estensione del periodo dell’Articolo 50, al fine di evitare una Hard Brexit”.

Riguardo all’outlook sulla sterlina, gli analisti di ING fanno notare che, “sebbene i suoi recenti cali potrebbero essere ora sfruttati dagli investitori come una opportunità per chiudere le loro posizioni short o per imbarcarsi in posizionamenti long, la sua direzione, nel breve periodo, rimane molto accidentata. Esiste ancora una probabilità non trascurabile di una Hard Brexit (a  nostro avviso del 20%) che, potenzialmente, potrebbe andare a discapito della valuta. Ciò significa che un netto posizionamento long sul GBP (sterlina) potrebbe essere difficile, soprattutto in vista delle imminenti trattative (a livello domestico, tra i parlamentari conservatori e gli altri parlamentari e, a livello esterno, con l’Ue) che al momento non presentano chiarezza”.

Detto questo, la valuta UK secondo gli analisti ING avrebbe un margine di rialzo significativo, visto che risulta al momento la più sottovalutata nel mercato del forex delle economie del G10. Una ripresa notevole della sterlina potrebbe dunque essere possibile entro la fine del 2019, anche perchè gli esperti prevedono che, alla fine, la situazione di stallo sulla Brexit che si è creata potrebbe essere risolta in un modo considerato favorevole per i mercati”.