Brasile: polizia in strada nella Capitale, evacuati i Ministeri. Investitori scommettono su prossimo golpe
Ultime ore difficilissime per il Brasile. Brasilia, la capitale politica del Paese, sta vivendo momenti durissimi di proteste e atti vandalici che non si vedevano da almeno 4 anni. Le principali agenzie di stampa internazionali questa mattina hanno battuto la notizia che il Governo in carica, guidato da Michel Temer, ha ordinato l’evacuazione del ministero dell’Agricoltura e di quello delle Finanze dopo che all’interno dei dicasteri si sarebbero verificati principi di incendio.
La rabbia crescente del popolo brasiliano dopo l’ennesimo scandalo di corruzione, scoppiato questa volta attorno al presidente in carica Temer, ha generato già da diversi giorni un’ondata molto forte di proteste nei grandi centri urbani del Paese, da Brasilia a Sao Paulo (la capitale economica).
Violenze che hanno costretto Temer ad invocare questa notte la mobilitazione delle forze armate e dell’esercito nelle strade cittadine per reprimere le violente manifestazioni anti governative. La decisione del capo di Stato – formalizzata da un apposito decreto e comunicata dal ministro della Difesa, Raul Jungmann – è stata criticata tanto dalla maggioranza quanto dall’ opposizione.
La reazione dei mercati
Gli eventi odierni ridestano le preoccupazioni sul fronte delle obbligazioni governative brasiliane. I rendimenti dei titoli di Stato decennali dopo il brusco movimento al rialzo della scorsa settimana sono tornati a salire.
Al momento la carta a dieci anni emessa da Brasilia ha toccato un picco al 10,93%, un rendimento preceduto solo da quelli di titoli ad alto rischio come i bond argentini e venezuelani.
Le preoccupazioni relative agli emergenti (ieri la Cina, con il declassamento di Moody’s) e ora le tensioni politiche brasiliane hanno messo i bastoni fra le ruote al lieve recupero che gli indici europei stavano cercando di mettere a segno questa mattina nelle primissime battute.
La divergenza fra i CDS di Brasile e Cina
Eppure vi è un caso curioso di divergenza fra le curve dei CDS, strumenti di assicurazione che gli investitori utilizzano per proteggersi dal rischio di default (c.d. rischio Paese) di uno Stato sovrano. Mentre lo scoppio della crisi politica brasiliana ha portato il prezzo di questi strumenti a ridosso dei 280 per la Cina vale l’opposto. Sembra che dal momento in cui Moody’s ha messo sotto osservazione il debito cinese, il costo per assicurarsi su un possibile default si sia ridotto, anziché aumentato (GRAFICO).
Le obbligazioni sono scese di 55 punti base durante il periodo e si sono solo allargati dell’1,8 per cento. Il downgrade “può avere un impatto negativo sulle obbligazioni del dollaro offshore delle società cinesi nel breve termine” e la domanda di obbligazioni da società statali potrebbe diminuire, ha dichiarato Li Yaozhu, un gestore di fondi obbligazionari esteri per GF Fund Management Co.
Tornando al Brasile, il clima è incandescente. Il governo rischia di cadere da un momento all’altro anche perché conta ormai su una maggioranza sempre più sfilacciata, su un presidente azzoppato dagli scandali e da un paese, a stragrande maggioranza, che ormai non lo vuole più.