Borse ostaggio di banche centrali e trimestrali. Che fare
Occhio al Monthly report dedicato all’azionario firmato da Equita SIM, che riassume il trend a gennaio di Piazza Affari e non solo: un trend che è stato caratterizzato da una sorprendente carrellata di buy.
Un’“ottima partenza”, dunque, “ma il contesto macro resta complesso e volatile” e, a essere “decisive nel breve” saranno le decisioni delle banche centrali e la pubblicazione delle trimestrali.
Equita SIM mette in evidenza che “il mese di gennaio si è chiuso con mercati azionari in crescita (indice Global Equities +7.7%, S&P500 +6.3%, Eurostoxx600 +6.7%, FTSEMIB +12.7%) principalmente grazie a
- decisione della Cina di riaprire l’economia nonostante l’elevato numero di casi Covid e i bassi tassi di vaccinazione.
- decelerazione dell’inflazione nelle principali aree geografiche, anche per il forte calo del prezzo del gas in Europa (che ha
migliorato le prospettive di crescita soprattutto in EU). - un posizionamento prudente degli investitori (che ha guidato, infatti, una forte sovraperformance soprattutto dei titoli che avevano performato peggio nel corso del 2022 e/o sui quali erano più rilevanti le posizioni corte), con il mercato che sta prezzando ora una recessione lieve e di breve durata negli USA, una leggera crescita nel 2023 in Europa, e il picco inflazione/tassi.
“Sul fronte macro – rileva Equita SIM – i dati mostrano dei segnali di divergenza tra le principali economie”.
La Cina sta registrando dei tassi di crescita più forti delle attese (anche se non è da escludere un ulteriore aumento dei casi Covid post Capodanno cinese), mentre in Europa, il forte calo del prezzo del gas suggerisce che le probabilità di una recessione si siano fortemente ridotte (ma anche in questo caso difficile capire la sostenibilità di questo trend alla luce del conflitto Russia-Ucraina ancora in corso).
La SIM indica però anche che, “dall’altro lato, gli USA stanno perdendo slancio più velocemente del previsto (produzione industriale in continua decelerazione, calo vendite retail), soprattutto sui settori più sensibili ai tassi d’interesse (immobiliare, auto)”.
La view di Equita sui mercati azionari
In questo contesto, “in attesa che le trimestrali entrino nel vivo, confermiamo la nostra view neutrale sui mercati azionari, privilegiando l’esposizione verso titoli di qualità e mid-small caps”.
Infatti, fa notare Equita, “se da un lato la riapertura delle Cina e l’attenuazione delle preoccupazioni legate alla crisi energetica hanno migliorato il quadro di breve termine, vediamo ancora un rischio di forte perdita di slancio della crescita in EU e USA a causa della restrizione monetaria in atto (che si trasmette con ritardo sull’economia), unito ad un mercato che ora sembra già prezzare un picco dei tassi e dell’inflazione”.
“Nel nostro portafoglio raccomandato- conclude così Equita SIM –manteniamo un peso dell’investito molto vicino al benchmark (91.6% vs. peso neutro del 90%)”.
Tassi e inflazione, Fed e Bce attese al varco
La nota di Equita SIM arriva a poche ore da due appuntamenti cruciali per i mercati finanziari globali: l’annuncio sui tassi della Fed di Jerome Powell, previsto stasera alle 20 circa ora italiana dopo la fine di due giorni del Fomc e, domani, l’annuncio sui tassi e sulle prossime mosse di politica monetaria della Bce di Christine Lagarde.
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Lo scorso 15 dicembre, in quello che è stato il suo ultimo atto del 2022, la Bce ha annunciato l’atteso aumento di 50 punti base dei tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali, dei tassi sulle operazioni di rifinanziamento marginale e dei tassi sui depositi presso la banca centrale, portandoli rispettivamente al 2,50%, al 2,75% e al 2,00%, con effetto dal 21 dicembre 2022.
Nell’ultimo meeting del 2022, il Fomc della Fed ha alzato i tassi di 50 bp, portandoli al range compreso tra il 4,25% e il 4,5% e rallentando il passo degli aumenti dei tassi dopo quattro strette consecutive da 75 bp.
Le ultime proiezioni dei responsabili di politica monetaria – contenute nel dot plot – indicano tassi in aumento oltre il 5% quest’anno, livello a cui dovrebbero rimanere fino al 2024.
Per la giornata di oggi, i mercati prevedono un rialzo dei tassi inferiore, pari a 25 punti base, dopo che alcuni dati che fanno il punto sull’inflazione hanno messo in evidenza una sfiammata dei prezzi.
Non è detto, tuttavia, che Jerome Powell rinunci a portare avanti, ancora con grande determinazione, la sua battaglia contro l’inflazione. Il che significa che i tassi Usa potrebbero essere alzati con strette di entità minore, ma rimanere elevati per un periodo più lungo di quanto atteso.