Sul Forex, il cambio euro/dollaro poco mosso a 1,086 e il dollaro/yen resta in area 152 dopo la riunione della Bank of Japan che ha lasciato fermi i tassi di interesse.
Borse Europa terminano in territorio negativo dopo il dato sull’inflazione dell’Eurozona
Le principali Borse europee chiudono la seduta odierna all’insegna delle venite, dopo una carrellata di dati macro, tra cui l’inflazione dell’eurozona e dell’Italia, quest’ultima in aumento all’1% annuo (dato armonizzato).
Panoramica sulla chiusura delle Borse del 31 ottobre 2024
Indici Europa e Italia
L’indice Euro Stoxx 50 chiude le contrattazioni in ribasso dell’1,3%, mentre a Piazza Affari l’indice Ftse Mib archivia la seduta in calo dello 0,6% a 34.281 punti.
Negativi anche il Dax tedesco (-1%) e il Cac40 francese (-1%) e l’Ibex35 spagnolo (-0,4%).
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Migliori e Peggiori a Piazza Affari
Sul paniere principale di Piazza Affari, acquisti in particolar modo su Stellantis dopo la trimestrale e Nexi.
Al contrario, i peggiori del listino sono Stmicroelectronics in scia ai conti e al taglio della guidance, Erg e Campari.
Obbligazionario e spread Btp/Bund
Nel comparto obbligazionario, lo spread Btp-Bund con il decennale italiano in rialzo al 3,66% e il benchmark tedesco al 2,38%.
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Forex, Commodity e Cripto
Tra le materie prime, il petrolio Brent si attesta a 72,8 dollari al barile.
L’oro viaggia in zona 2.740 dollari l’oncia.
Bitcoin scivola sotto quota 70.800 dollari.
L’agenda degli eventi
Prosegue a Wall Street la stagione delle trimestrali. Stasera toccherà ad Amazon e Apple, dopo i conti diffusi ieri sera da Meta e Microsoft, che hanno messo in dubbio il rally dell’intelligenza artificiale frenando oggi il Nasdaq e Wall Street.
Sul fronte macro, l’inflazione della zona euro ha accelerato al 2% annuo, sopra le attese degli analisti, mentre il tasso di disoccupazione della regione ha registrato un nuovo minimo storico al 6,3%.
Negli Usa, il core Pce statunitense di settembre, la misura dell’inflazione più attendibile per le decisioni di politica monetaria della Fed, ha superato le attese a settembre, con una variazione annua stabile al 2,7% (a fronte del 2,6% previsto). La solida crescita dell’economia a stelle e strisce e le persistenti pressioni sui prezzi riducono l’urgenza di nuovi tagli dei tassi, aspettando i dati di domani sul mercato del lavoro (nonfarm payrolls, disoccupazione e crescita salariale).
La prossima settimana l’attenzione degli operatori si concentrerà su due eventi in particolare: le elezioni Usa (domani), il cui esito non è ancora scontato, e la riunione Fed (giovedì) con il mercato che si attende un taglio da 25 punti base. Attenzione anche alla riunione della BoE, che dovrebbe tagliare i tassi di 25 pb. Infine, volge al termine la stagione delle trimestrali a Wall Street, ma prende forza in Eurozona, dove sono attesi i conti di importanti società quotate a Piazza Affari come Enel e UniCredit.