Borse Europa terminano in territorio negativo dopo i dati sull’inflazione
Giornata debole per le principali borse europee, all’indomani della riunione della riunione della Fed e dopo il dato sull’inflazione dell’eurozona.
Panoramica sulla chiusura delle Borse del 1 febbraio 2024
Indici Europa e Italia
L’indice Euro Stoxx 50 chiude con un calo dello 0,5%, mentre a Piazza Affari l’indice Ftse Mib archivia gli scambi con un ribasso dello 0,18% a 30.689,11 punti.
Debole il Dax tedesco (-0,3%), ma anche il Cac40 francese (-0,9%) e l’Ibex35 spagnolo (-0,6%).
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Migliori e Peggiori a Piazza Affari
Sul paniere principale di Piazza Affari gli acquisti si sono concentrati su Ferrari dopo i conti del quarto trimestre e la guidance migliore delle attese. Ben intonata anche Interpump.
Al contrario, perdono terreno Banca Monte Paschi Siena, Hera e A2a.
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Andamento Spread Btp / Bund
Sul fronte obbligazionario, lo Spread Btp/Bund, con il rendimento del decennale italiano al 3,7% e quello del Bund al 2,13%, mentre i Treasury decennali Usa scambiano in calo al 3,83%.
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Forex e Commodity
Sul Forex, cambio euro/dollaro in rimonta a 1,084 e dollaro/yen in discesa a 146.
Tra le materie prime, il petrolio Brent viaggia a ridosso degli 81 dollari al barile in seguito alla notizia secondo cui gli Stati Uniti avrebbero approvato i piani di attacco in Iraq e Siria. Come era previsto, l’OPEC+ ha dichiarato che continuerà con i tagli alla produzione di petrolio annunciati in questo trimestre per evitare un’eccedenza del mercato petrolifero e sostenere i prezzi. Lo scorso novembre, in risposta al rallentamento della crescita della domanda globale e all’aumento dell’offerta rivale con in testa gli Stati Uniti, l’OPEC+ aveva già assicurato limitazioni della produzione giornaliera con nuovi tagli di 900.000 barili al giorno, che insieme all’estensione dei tagli volontari sauditi e russi, rappresentano circa 2,2 milioni di barili al giorno fino a marzo.
Occhi puntati anche sull’oro.
Cosa è successo sui mercati
I prezzi al consumo dell’eurozona hanno rallentato meno del previsto (2,8% e dato core al 3,3%), rafforzando la retorica cauta della Bce sulla discesa dell’inflazione. In Italia, l’indice armonizzato dei prezzi al consumo è passato dallo 0,5% allo 0,9% su base annua, oltre lo 0,8% stimato.
Negli Usa, richieste settimanali di disoccupazione in aumento oltre le attese, mentre l’indice Ism manifatturiero migliora a 49,1 punti ma resta in zona contrazione a gennaio. Stasera riflettori puntati sulle trimestrali di Apple, Amazon e Meta, aspettando domani i dati sul mercato del lavoro (nonfarm payrolls, disoccupazione e salari medi orari).
Ieri la banca centrale americana ha mantenuto i tassi di interesse stabili per la quarta riunione consecutiva e ha segnalato l’apertura a tagliarli, anche se il presidente Jerome Powell ha smorzato le speranze degli investitori per un avvio delle riduzioni a marzo.
Nel Regno Unito, la BoE ha mantenuto i tassi invariati ma ha segnalato progresso nel contenimento dell’inflazione.