Borse Europa, pioggia di segni rossi in chiusura. Pesano le tensioni geopolitiche
Le principali borse europee chiudono all’insegna delle vendite la seduta odierna. L’attenzione resta prevalentemente focalizzata sulle tensioni geopolitiche e sulla politica monetaria.
Panoramica sulla chiusura delle Borse del 16 aprile 2024
Indici Europa e Italia
L’indice Euro Stoxx 50 chiude le contrattazioni in ribasso dell’1,5%, mentre a Piazza Affari l’indice Ftse Mib archivia la seduta in progresso dello 0,56% a 33.954,28 punti.
Vendite anche sul Dax tedesco (-1,3%), sul Cac40 francese (-1,4%) e sull’Ibex35 spagnolo (-1,5%).
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Migliori e Peggiori a Piazza Affari
Sul paniere principale di Piazza Affari, acquisti in particolar modo su Amplifon, Leonardo e Campari.
Al contrario, i peggiori del listino sono Stellantis, Finecobank e Saipem.
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Obbligazionario e Spread Btp/Bund
Rendimenti ancora in rialzo sull’obbligazionario, con il Treasury decennale al 4,64% e il biennale al 4,95%.
Spread Btp/Bund, con il decennale italiano al 3,93% e il Bund al 2,49%. A fine settimana l’agenzia S&P si pronuncerà sul rating dell’Italia.
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Forex, Commodity e Cripto
Sul Forex, il cambio euro/dollaro resta in area 1,063 e il dollaro/yen si apprezza a quota 154,5 in scia alla forza del biglietto verde.
Tra le materie prime, il petrolio Brent oscilla intorno ai 90 dollari al barile e l’oro risale a 2.385 dollari l’oncia.
Bitcoin scambia in area 62.000 dollari.
L’agenda degli eventi
La presidente della Bce, Christine Lagarde, ha confermato che in assenza di shock i tassi potranno presto essere tagliati, mentre più tardi interverrà il numero uno della Fed, Jerome Powell.
Oggi il Fmi ha diffuso le stime aggiornate su crescita e inflazione, prevedendo un Pil globale in aumento del 3,2% nel 2024 e nel 2025. Per quanto riguarda l’Italia, il World Economic Outlook indica un Pil al +0,7% sia per quest’anno che per il prossimo. Per l’eurozona, il Fondo prevede un’inflazione in discesa al 2,4% nel 2024 e al 2,1% nel 2025, mentre negli Usa si attende un 2,9% quest’anno e un 2% l’anno prossimo.
Dall’agenda macro sono giunti i dati in linea con le attese sulla produzione industriale Usa (+0,4% a marzo) e l’indice Zew tedesco, in risalita a 42,9 punti. In precedenza, il Pil cinese ha superato le stime, ma i deboli dati di marzo su produzione industriale e vendite retail hanno sollevato preoccupazioni sulla ripresa economica. I dati sull’occupazione nel Regno Unito hanno mostrato un aumento sopra le attese del tasso di disoccupazione per febbraio, al 4,2%, mentre la crescita dei salari è rimasta stabile al 5,6%, in attesa dell’inflazione (in programma domani).
Nel frattempo, prosegue la stagione di trimestrali statunitensi con i conti di Morgan Stanley che ha battuto le attese in termini di utili (+14,5% utile I trimestre a 3,4 mld $).