Borse Europa partono con il piede giusto in attesa dell’inflazione Usa
Le principali borse europee avviano le contrattazioni con il segno più, in attesa del dato chiave sull’inflazione statunitense.
Panoramica sull’apertura delle Borse del 12 marzo 2024
Indici Europa e Italia
L’indice Euro Stoxx 50 si trova dopo pochi minuti di scambi in rialzo dello 0,4%, mentre a Piazza Affari l’indice Ftse Mib mostra al momento un progresso dello 0,5% in area 33.400 punti.
Positivi anche il Dax tedesco (+0,3%), il Cac40 francese (+0,3%) e l’Ibex35 spagnolo (+0,4%).
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Migliori e Peggiori a Piazza Affari
Sul paniere principale di Piazza Affari, acquisti in particolare su Leonardo, dopo i conti e il piano industriale, Telecom Italia e A2a.
Al contrario, le vendite colpiscono soprattutto Interpump Group, Unipol ed Hera.
Da segnalare anche i risultati di A2a, che ha aggiornato il piano al 2035, e Generali Ass.
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Andamento Spread Btp / Bund
Sul fronte obbligazionario, lo Spread Btp/Bund con il rendimento del decennale italiano al 3,61% e quello del Bund al 2,3%.
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Forex e Commodity
Sul Forex, cambio euro/dollaro poco mosso a 1,093 e dollaro/yen a 147,4 yen per dollaro, dopo le parole caute del governatore della BoJ in ottica di un aumento dei tassi, sempre più probabile a marzo secondo i trader.
Tra le materie prime, il petrolio Brent si avvicina agli 83 dollari al barile, in attesa del rapporto mensile dell’Opec, mentre l’oro scende sotto i 2.180 dollari l’oncia.
Il Bitcoin viaggia ancora sui massimi intorno a 71.800 dollari.
Oggi il focus è sull’inflazione Usa
Oggi occhi puntati sull’inflazione statunitense. Secondo il consensus raccolto da Bloomberg il Cpi Usa generale è atteso invariato su base annua al 3,1% mentre il dato ‘core’, che esclude le voci più volatili come alimentari ed energia, dovrebbe scendere al 3,7% dal precedente 3,9%. Nella prima lettura del 2024, quella di gennaio, l’inflazione statunitense era stata definita ‘sticky’ (appiccicosa insomma), dimostrando come spesso accade quanto percorrere l’ultimo miglio (verso il target della Fed) possa risultare impegnativo impegnativo.
“Dato che la Fed si concentra sull’inflazione piuttosto che sulla crescita, il calo degli utili ha proseguito la narrativa dovish, mentre le previsioni dell’ISM hanno sorpreso al ribasso. Il CPI core di martedì dovrebbe aumentare dello 0,3%, in calo rispetto al forte 0,4% di gennaio, e l’attenzione si concentrerà sul capire se i dati di gennaio siano stati un caso stagionale o l’inizio di una nuova ripresa“, si legge in un commento a cura del Global Credit Team di Algebris Investments, società di gestione del risparmio globale.
Intanto, il mercato del lavoro del Regno Unito ha mostrato segnali di raffreddamento nei tre mesi terminati a gennaio, con un tasso di disoccupazione in aumento dal 3,8% al 3,9% e una crescita dei salari settimanali medi in calo dal 5,8% al 5,6%.
Nei prossimi giorni sono in programma anche le vendite al dettaglio Usa, i dati sui salari nel Regno Unito, la produzione industriale dell’Eurozona e le dichiarazioni di alcuni banchieri della Bce.