Notizie Indici e quotazioni Borse Europa iniziano deboli in attesa del bollettino economico della Bce

Borse Europa iniziano deboli in attesa del bollettino economico della Bce

9 Gennaio 2025 09:19

Le principali Borse europee partono deboli, in una seduta che vedrà Wall Street rimanere chiusa per lutto nazionale in onore dell’ex presidente Jimmy Carter.

Panoramica sull’apertura delle Borse del 9 gennaio 2025

Indici Europa e Italia

L’indice Euro Stoxx 50 si trova dopo pochi minuti di scambi in ribasso dello 0,4%, mentre a Piazza Affari l’indice Ftse Mib segna al momento un calo dello 0,5% in area 34.900 punti.

Poco mossi il Dax tedesco (-0,2%), il Cac40 francese (-0,2%) e l’Ibex35 spagnolo (-0,1%).

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Migliori e Peggiori a Piazza Affari

Sul paniere principale di Piazza Affari, acquisti in particolar modo su Prysmian, Pirelli dopo l’upgrade ad Outperform da parte di Bnp Paribas Exane (target price 6,7 euro) e Iveco Group.

Al contrario, le vendite colpiscono soprattutto Bper Banca, Telecom Italia e Unicredit.

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Obbligazioni e Spread Btp/Bund

Sull’obbligazionario, il rendimento del decennale statunitense rimane stabile al 4,68%. Lo Spread Btp/Bund con il titolo a 10 anni italiano in aumento al 3,7% e il benchmark tedesco al 2,56%.

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Forex, Commodity e Cripto

Sul Forex, il biglietto verde continua a rafforzarsi nei confronti delle altre valute, portando il cambio euro/dollaro sotto quota 1,03 e il dollaro/yen sopra quota 158.

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Tra le materie prime, il petrolio Brent 76 dollari al barile, mentre il prezzo del gas TTF si riduce a 45 €/Mwh.

L’oro viaggia in area 2.660 dollari l’oncia.

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Fra le criptovalute, Bitcoin ritraccia in area $93.000.

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L’agenda degli eventi

In uscita stamani il bollettino economico della Bce, dopo i segnali di ripresa della produzione industriale tedesca (+1,5% mensile a novembre).

In programma anche le richieste di sussidi di disoccupazione negli Usa, aspettando il job report di domani. Il rapporto sul mercato del lavoro fornirà indicazioni utili in ottica Fed e tagli dei tassi, in un clima frenato dai timori per un’inflazione persistentemente elevata e per gli eventuali nuovi dazi da parte di Trump.