Sul Forex, il cambio euro/dollaro oscilla intorno a quota 1,03 mentre il dollaro/yen retrocede a 156,6 con il biglietto verde in calo dopo i dati sull’inflazione Usa.
Borse Europa in rialzo dopo inflazione e conti banche Usa
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Chiusura in rialzo per le borse europee, grazie anche all’andamento positivo di Wall Street dopo i dati sull’inflazione statunitense. In forte calo i rendimenti obbligazionari in scia al cambio di aspettative sui tassi.
Panoramica sulla chiusura delle Borse del 15 gennaio 2025
Indici Europa e Italia
L’indice Euro Stoxx 50 concludono gli scambi in rialzo dell’1,1%, mentre a Piazza Affari l’indice Ftse Mib termina la sessione in progresso dell’1,5% a 35.646 punti.
Segno positivo anche per il Dax tedesco (+1,6%), il Cac40 francese (+0,7%) e l’Ibex35 spagnolo (+1,3%).
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Migliori e Peggiori a Piazza Affari
Sul paniere principale di Piazza Affari, acquisti in particolar modo Iveco Group, promossa a buy da Kepler Cheuvreux dal precedente neutral, con target price alzato da 11 a 11,5 euro.
Al contrario, le vendite colpiscono soprattutto Saipem, alle prese con difficoltà nella realizzazione di un parco eolico al largo della costa nord-occidentale della Francia.
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Obbligazioni e Spread Btp/Bund
Sull’obbligazionario, si riduce lo Spread Btp/Bund con il titolo a 10 anni italiano in calo al 3,68% e il benchmark tedesco al 2,55%.
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Forex, Commodity e Cripto
Tra le materie prime, il petrolio Brent viaggia sopra 81 dollari al barile dopo che l’IEA ha ridotto le previsioni di surplus mondiale e le scorte di greggio statunitensi sono diminuite per l’ottava settimana consecutiva
L’oro avanza in area 2.680 dollari l’oncia.
Fra le criptovalute, Bitcoin in rialzo sopra quota $99.000.
Gli eventi della giornata: inflazione e trimestrali banche Usa
L’indice dei prezzi al consumo statunitense ha accelerato al 2,9%, come atteso dagli analisti, ma il Cpi core è cresciuto dello 0,2% mensile (sotto le attese) e ha rallentato a sorpresa al 3,2% annuo, registrando la prima diminuzione in sei mesi.
La lettura dell’inflazione più moderata del previsto ha sostanzialmente escluso un nuovo aumento dei tassi della Fed, ipotizzato da alcuni analisti negli ultimi giorni, spingendo invece i mercati a prendere nuovamente in considerazione un secondo taglio nel 2025.
In giornata è stato diffuso anche il report sui prezzi al consumo del Regno Unito, in calo al 2,5% (dal 2,6% di novembre) con la componente dei servizi in frenata al 4,4% dal 5%. Il Pil della Germania ha certificato la recessione anche nel 2024, con una contrazione dello 0,2%.
Infine, è partita la stagione di trimestrali americane strisce, con risultati superiori alle attese per JPMorgan, Goldman Sachs, Citigroup e Wells Fargo.