Borse Europa chiudono con il segno più dopo la raffica di dati macro
Chiusura di seduta positiva per i listini azionari europei. Questa settimana si prospetta piuttosto intensa: sul fronte banche centrali il focus sarà sulla riunione Fed di domani, mentre lato macro il dato più atteso sarà l’inflazione in Eurozona di giovedì.
Intanto, i principali indici di Wall Street viaggiano poco sotto la parità.
Panoramica sulla chiusura delle Borse del 30 gennaio 2024
Indici Europa e Italia
L’indice Euro Stoxx 50 chiude con un rialzo dello 0,5%, mentre a Piazza Affari l’indice Ftse Mib archivia gli scambi con un progresso dell’1,29% a 30.623,27 punti.
Positivi anche il Dax tedesco (+0,2%), il Cac40 francese (+0,5%) e l’Ibex35 spagnolo (+1,5%).
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Migliori e Peggiori a Piazza Affari
Sul paniere principale di Piazza Affari gli acquisti si concentrano su Stellantis dopo i conti migliori delle attese di General Motors e le banche Intesa Sanpaolo e Banco Bpm.
Al contrario, vendite soprattutto su Saipem, dopo un incidente a un oleodotto in Australia e un report di Morgan Stanley secondo cui Saudi Aramco ha abbandonato i piani per aumentare la capacità produttiva, frenando il settore delle trivellazioni. In calo anche Tenaris e Telecom Italia.
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Andamento Spread Btp / Bund
Sul fronte obbligazionario, lo Spread Btp/Bund , con il rendimento del decennale italiano in calo al 3,8% e quello del Bund al 2,28%, mentre i Treasury decennali Usa risalgono al 4,09%.
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Forex e Commodity
Sul Forex, l’euro/dollaro rimane in area a 1,084 e il dollaro/yen si apprezza a 147,9.
Tra le materie prime, il petrolio Brent supera di nuovi gli 82 dollari al barile, con timori di una nuova escalation di tensioni in Medio Oriente e in attesa del comitato di monitoraggio dell’OPEC+ di giovedì, che non dovrebbe modificare l’attuale politica produttiva.
Occhi puntati anche sull’oro (+1,2%) che è tornato a 2.050 dollari l’oncia.
I dati macro di oggi
Giornata ricca di appuntamenti macro, in attesa dei market mover della settimana. L’economia dell’area euro è rimasta stagnante nel quarto trimestre, schivando la recessione tecnica nella seconda metà dell’anno. Anche in Germania la situazione è risultata leggermente migliore delle attese, grazie alla revisione della lettura del 3Q (a 0,0%), malgrado il -0,3% degli ultimi tre mesi del 2023.
In Francia, Pil stagnante sia nel terzo sia nel quarto trimestre, mentre in Italia il periodo ottobre-dicembre si è chiuso con una variazione positiva dello 0,2%, dopo il +0,1% dei tre mesi precedenti. In Spagna, la crescita nel 4Q è addirittura pari al +0,6%, dopo l’espansione dello 0,4% nel terzo trimestre. L’inflazione armonizzata nel Paese iberico è risalita al 3,5% a gennaio.
Negli Usa, l’indice di fiducia dei consumatori del Conference Board è salito ai massimi dal dicembre 2021, a 114,8 punti, mentre il report JOLTS sui posti di lavoro vacanti ha evidenziato un incremento delle offerte a 9 milioni, sui massimi da tre mesi, sollevando preoccupazioni per un eventuale aumento dei salari in attesa del rapporto di venerdì sul mercato del lavoro Usa. In serata arriveranno le trimestrali di Microsoft, Alphabet e AMD, dopo quelle di Pfizer e General Motors.
I prossimi eventi
Nei prossimi giorni sono in calendario importanti riunioni di banche centrali e dati macro. Sul fronte banche centrali, il focus sarà sulla riunione della Fed di domani, che dovrebbe confermare la necessità di non tagliare i tassi troppo presto. Oltre alla Fed saranno chiamate a decidere sui tassi anche la BoE (giovedì), la banca centrale brasiliana (mercoledì) e quella svedese (giovedì).
Sul fronte macro, i dati più attesi saranno l’inflazione in Eurozona (giovedì). Negli Usa saranno da monitorare soprattutto i dati sul mercato del lavoro (venerdì) con la crescita dei nuovi occupati attesa rallentare. In Cina avremo domani i dati sui Pmi nazionali e giovedì il dato Caixin sul manifatturiero.
Continua, infine, la stagione delle trimestrali con importanti società tecnologiche che pubblicheranno i propri dati di bilancio e guidance prospettiche. In programma giovedì anche il comitato di monitoraggio dell’Opec+ che non dovrebbe suggerire modifiche all’attuale politica produttiva.