Borsa Italiana: è il segmento Star il più redditizio, +15,6% annuo
Cento euro investiti a fine 2008 in Borsa italiana a settembre 2019 sono diventati 169, 476 euro per chi ha puntato sui titoli Star. Così quanto emerge dall’indagine annuale dell’Area Studi Mediobanca “Indici e Dati”, che fornisce una fotografia sull’andamento della Borsa Italiana, confrontata con le principali piazze finanziare internazionali. Nel dettaglio l’indagine prende in analisi le 231 società quotate all’MTA di Borsa Italiana a settembre 2019 di cui 203 industriali, 23 bancarie e 5 assicurative, per un valore totale di capitalizzazione pari a 517 miliardi di euro, il 30% del Pil del nostro Paese.
Borsa: ecco l’investimento più redditizio in un decennio
Ebbene da fine 2008 a settembre 2019 l’investimento in borsa più redditizio è quello relativo alle società Star, il cui rendimento complessivo (dividendi esclusi) è stato pari al 15,6% medio annuo contro il rendimento medio annuo del +5 per cento per Borsa Italiana. L’indagine di Mediobanca rivela, quanto ai settori, il più redditizio l’investimento in titoli industriali (+9,1% medio annuo per 255€ finali), che ha ottenuto un risultato migliore rispetto alle società assicurative (+3,6% e 146€ finali) e soprattutto alle bancarie (-4,5%, e 61€ finali), con una riduzione vicina al 40% dell’importo di un decennio prima. Quanto al rendimento da dividendi (dividend yield), il 4,3% segnato nel 2019 supera di mezzo punto i valori medi dell’ultimo decennio.
Prendendo in considerazione i 177 titoli quotati nel periodo oggetto dell’analisi, 6 su 10 hanno registrato rendimenti positivi e 4 titoli su 10 sono superiori ai BTP in termini di rendimento. Tra le prime dieci società che hanno ottenuto i maggiori rendimenti 5 sono Star. Le migliori performance sono state registrate da Amplifon, società Star che ha visto il valore del proprio investimento – dividendi inclusi – moltiplicato per ben 29,2 volte (rendimento medio annuo del 36,9%). Seguono De’ Longhi per 18,4 volte (31,1%), Banca Generali per 16,8 volte (30%), Brembo per 16,1 volte (29,5%) e Reply (Star) per 15,4 volte (29%). Per quanto riguarda la capitalizzazione della Borsa italiana, questa a fine settembre 2019 era pari a 517€ mld (30% del Pil), il 38% in più di fine 2008 e superiore del 16% rispetto alle medie dell’ultimo decennio. Ancora marginale, seppure in ulteriore crescita in termini di numerosità delle imprese quotate (116, circa la metà rispetto alle 230 sull’MTA), l’apporto dell’AIM, i cui 6,5€ mld giungono appena all’1,3% dell’MTA. L’MTA in particolare, si legge nella nota, nel 2019 ha registrato un saldo negativo per 3 unità (5 ingressi e 8 delisting), con un calo nell’ultimo decennio di 5,8 società l’anno, saldo che permane negativo (-2,6 società) tenendo conto del passaggio delle società già quotate all’Expandi.
Come si piazza Borsa Italiana nell’ultimo decennio in confronto con le altre borse internazionali?
A settembre 2019 le borse mondiali hanno registrato una capitalizzazione di 72.415€ mld, valore triplicato rispetto al 2008 (+210%). A settembre 2019 ai primi tre posti troviamo due piazze americane, Nyse (20.816€ mld), Nasdaq (10.763 mld), e Tokyo (5.270 mld), mentre l’Italia scivola in 20 a posizione (517 miliardi di euro). A fine 2008 la Borsa italiana era 16esima al mondo, con 375€ mld di capitalizzazione, circa il 24% del Pil di allora e considerando le principali 25 borse mondiali, la Borsa italiana è stata da fine 2008 quella a recuperare meno valore (+40%), subito dopo la Spagna, con la Thailandia (+592%) e il Nasdaq (+566%) al vertice per tasso di crescita.