Notizie Notizie Italia Borghi su spread: ‘Ridicolo dire che sia colpa nostra’. Goldman Sachs: governo alla fine si piegherà a Ue

Borghi su spread: ‘Ridicolo dire che sia colpa nostra’. Goldman Sachs: governo alla fine si piegherà a Ue

17 Maggio 2019 11:10

Il recente rialzo dello spread è stato provocato davvero dalle dichiarazioni del vicepremier leghista Matteo Salvini, che ha detto di essere aperto, se necessario, a sforare i vincoli Ue del 3% sul deficit e del 130-140% sul debito? Non per l’economista leghista e presidente della Commissione bilancio della Camera Claudio Borghi che, in un’intervista a La Stampa, nega quel rapporto causa-effetto che sembra chiaro invece a tutti (il differenziale si è impennato ogni volta che il leader della Lega ha propinato ricette sfonda debito e sfonda deficit).

Interpellato dal quotidiano torinese, che gli chiede se sia sicuro che “faccia bene al paese annunciare che sforerete il 3% portando il debito al 140%”, così risponde:

«Ho fatto 20 anni di borsa, appioppare la colpa delle oscillazioni a dichiarazioni varie è una cosa ridicola. L’ultimo mese lo spread è salito ogni giorno dopo la guerra dei dazi tra Trump e Cina che ha portato a una discesa dei tassi tedeschi. Dare la colpa a Salvini o Borghi, è propaganda spicciola».

Su come andranno le cose dopo le elezioni europee, Borghi risponde:

“Se vorranno mantenere l’euro, la soluzione è solo una: investimenti pubblici finanziati direttamente dalla Bce. Il parlamento europeo decide una lista di 100 opere tipo la Tav o una diga in Sicilia, o l’aeroporto di Berlino, su cui tutti sono d’accordo. E questo costo va coperto dalla Bei che emette obbligazioni comprate dalla Bce e finanzia così opere a fondo perduto. I tedeschi dovranno spiegarmi perché no. Perchè Bce deve stampare denaro solo per comprare titoli?».

Oggi lo spread Iitalia-Germania a 10 anni prosegue la discesa sotto la soglia di 280 punti, dopo essere balzato oltre quota 290 due giorni fa.

In realtà, che sia o meno colpa di Salvini, non tutti sono poi così in allarme guardando all’Italia. O meglio, la cautela sulla carta italiana c’è sempre – e anzi, qualcuno dice anche chiaramente di stare fuori dall’Italia  – ma non tutti credono prima di tutto che le dichiarazioni di questa campagna elettorale in vista delle elezioni europee siano qualcosa di più delle classiche promesse fumose, che lasciano il tempo che trovano.

Intervistati da Reuters, gli analisti di Goldman Sachs fanno notare per esempio, senza dirlo apertamente, che quello di Salvini è solo un bluff elettorale. A loro avviso, il governo M5S-Lega si piegherà infatti alle raccomandazioni dell’Ue sulle politiche economiche da adottare per tagliare deficit e debito:

“La pressione dei mercati porterà il governo ad adottare quelle politiche economiche che freneranno l’aumento del debito pubblico ed eviteranno la perdita dell’accesso ai mercati stessi”, si legge in una nota del colosso bancario Usa.

Un commento positivo sulla carta italiana è arrivato inoltre nelle ultime ore da David Zahn, conosciuto per essere il gestore dei fondi “ottimista” di Franklin Templeton.

Intervistato da Bloomberg, Zahn ha ammesso di non essere preoccupato per il trend dei BTP. Tutt’altro. A suo avviso le elezioni europee del prossimo 26 maggio potrebbero essere positive per i bond sovrani italiani. E questo perché una vittoria della Lega potrebbe rappresentare il primo passo per un nuovo governo più attraente per i mercati: un governo di centro destra, al posto di quello attuale con il M5S, che non raccoglie invece il consenso del mondo della finanza. Proprio quel governo invocato dal leader di Forza Italia Silvio Berlusconi e dalla leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni, secondo il gestore di Templeton, farebbe bene ai BTP.

“Le elezioni europee saranno un barometro importante del sentiment in Europa e di come sia potente in questo momento il populismo – ha detto Zahn, responsabile della divisione di strategie del reddito fisso di Franklin Templeton – E’ probabile che la Lega diventi il partito più grande all’interno del Parlamento europeo”. La Lega, ha continuato il gestore, potrebbe aggiudicarsi il 35% e, in una tale posizione di forza, essere favorevole al ritorno alle urne, dunque alle elezioni anticipate.