Notizie Notizie Mondo Boom di liquidità per i big del web, con una capitalizzazione sei volte Piazza Affari a fine 2017

Boom di liquidità per i big del web, con una capitalizzazione sei volte Piazza Affari a fine 2017

30 Novembre 2018 10:43

Una liquidità superiore ai 420 miliardi di euro, ricavi raddoppiati in 5 anni, profitti in costante crescita e record su record in termini di capitalizzazione in Borsa. Ai primi posti spiccano i tre big Usa Amazon, Alphabet e Microsoft, che insieme controllano la metà del fatturato aggregato del settore. Si tratta di quelle che vengono definite “websoft”, ovvero le big mondiali del web e del mondo sotware. Numeri e endenze sul settore che sono contenute nell’ulrima indagine condotta dell’area studi di Mediobanca sulle WebSoft (i big sono 21 delle 397 multinazionali di cui R&S Mediobanca ha tracciato l’identikit: 13 USA, 5 sono cinesi, 2 giapponesi, e una tedesca). Nel 2017 hanno rappresentato il 4,8% del giro d’affari aggregato delle maggiori multinazionali mondiali, il 4,7% della forza lavoro, l’8,1% dei profitti e addirittura il 19,4% del valore di Borsa, con ricavi più che raddoppiati dal 2013. (L’INFOGRAFICA COMPLETA). 

Americane più grandi, ma le cinesi non stanno a guardare

Anche nel 2017 lo scettro di reginette del settore WebSoft va ancora una volta alle statunitensi: nei primi due
posti troviamo una conferma con Microsoft (163,3 mld di attivo tangibile) e Alphabet (148,3 mld) rispettivamente al primo e al secondo posto, mentre Amazon (95,5 mld) scalza Oracle, al terzo posto nel 2013. Ma la tendenza in atto vede le società cinesi a ingigantirsi più velocemente: al quinto posto Alibaba che scala bel 5 posizioni, dalla decima; al sesto Tencent (che era ottava) e al decimo Baidu (era 14esima).

Un tesoretto di liquidità

L’indidagine condotta dall’area studi Mediobanca pone l’accento anche sul tema liquidità. A fine 2017 le WebSoft detengono ben quasi 425 mld di euro, pari al 36,5% del loro attivo, tre volte di più delle corporate industriali (11,3%). Nintendo, Microsoft e Alphabet hanno una liquidità superiore alla metà del totale attivo. Ma cosa ne fanno di questo ‘tesoretto’? 285 miliardi (il 25% del totale attivo), sono destinati a investimenti in titoli a breve scadenza, più di quanto registrato mediamente dalle grandi banche mondiali che detengono in titoli circa il 21% del loro totale attivo, mentre le multinazionali dell’industria si limitano a possederne circa il 3,1%.

A fine 2017 capitalizzazione big Web oltre 6 volte Borsa Italiana
Borsa e Web è senza dubbio un binomio vincente che funziona e dura da molto tempo. E sono in molti a chiedersi quanto durerà ancora la luna di miele? Dall’analisi emerge che “con un aumento medio nel periodo 2013-2017 di circa il 25% annuo, a fine 2017 le aziende analizzate valgono 3.623 miliardi di euro, oltre sei volte il valore dell’intera Borsa Italiana e più del Pil della Germania”. La sola Alphabet, il cui valore di Borsa è di 608,2 mld a fine 2017, vale più dell’intera Borsa italiana, dove vengono scambiate le azioni di 325 società.

La holding di Google guida la classifica delle WebSoft con maggior valore di borsa, seguita da Microsoft, Amazon e Facebook. Le performance dei titoli sono anche sostenuti dalle ‘massicce operazioni di buyback’, pratica molto diffusa fra le WebSoft statunitensi (+145 mld di dollari investiti in azioni proprie nel 2013-2017, cifra di poco inferiore ai 152 mld spesi per investimenti) e in costante crescita sul 2013: +97% nel 2017 e +201% nel primo semestre 2018.
I dati più recenti indicano però un ripiegamento: dopo avere toccato la soglia dei 1.000 miliardi di dollari di capitalizzazione nel settembre 2018, Amazon ha ripiegato a 800 miliardi a metà novembre e con lei tutte le principali WebSoft hanno perduto valore (Alphabet dagli 800 miliardi di dollari raggiunti a fine agosto ha ripiegato a circa 700 a metà novembre; Facebook, dopo aver superato i 500 miliardi a fine luglio, è scesa a 350 a metà novembre).