Bond italiani: countdown a verdetti Fitch, Moody’s e S&P. Mentre si parla di ‘tango de la muerte tra mercati e Tesoro’
Outlook analisti a parte – che, bisogna ammetterlo, è molto variegato, visto che spazia da chi ritiene che sia il momento di puntare sui BTP a chi lancia avvertimenti a chi li ha in portafoglio – c’è da dire che i titoli di stato italiani stanno vivendo un periodo di relativa calma. E’ quanto fa notare Bloomberg in un articolo, ricordando che l’Italia è in recessione tecnica, che il suo rapporto deficit-Pil si sta ampliando – e che, in più, si sta per aprire la stagione degli annunci delle agenzie di rating.
Il via a eventuali revisioni del rating sarà dato da Fitch, che si esprimerà sul debito italiano il prossimo venerdì. Toccherà poi, il prossimo 15 marzo, a Moody’s, che ha reso noto già qualche giorno fa di aver sforbiciato pesantemente le stime sul Pil.
Moody’s aveva già tagliato il rating sull’Italia lo scorso ottobre, a fronte di un outlook stabile. Il 26 aprile sarà la volta di S&P. Sia quest’ultima che Fitch hanno una valutazione a tripla B con outlook negativo.
Nell’attesa del verdetto, come certifica il grafico di Bloomberg di cui sopra, la volatilità presente sul mercato del debito italiano si è decisamente smorzata, dopo un 2018 vissuto con forti scossoni. Ma ci sono ovviamente alcuni rischi che incombono sul settore, in primis quello della recessione, che in realtà si è già concretizzato, visto che l’Italia è in recessione tecnica.
La contrazione dell’economia nella seconda parte del 2019 – si legge nell’articolo – alimenta seri dubbi sulla capacità di Roma di non sforare il target sul deficit (fissato dal governo) al 2,04%. Uno sforamento si tradurrebbe in un aumento dell’offerta di bond, oltre a far riemergere le tensioni con l’Unione europea.
Viene ricordato, anche, che Bruxelles auspica per i paesi del blocco un rapporto debito-Pil che non superi il 60%, a fronte del 130% del debito-Pil italiano.
“In un contesto di bassa crescita e di rischi di possibili downgrade, insieme alle preoccupazioni sulla sostenibilità del debito che potrebbero riaffacciarsi tra gli investitori, facciamo fatica a intravedere un margine di rialzo consistente per i BTP – hanno scritto in una nota riportata da Bloomberg Fabio Balboni e Chris Attfiled, strategist di HSBC Holdings – Il deficit potrebbe arrivare a salire fino al 3% del Pil, o anche oltre, e tale fattore potrebbe rimettere l’Italia in rotta di collisione con Bruxelles”.
Una tale prospettiva, se l’Italia tornasse a essere rimbrottata dall’Ue, potrebbe alimentare anche nuovi botta e risposta tra Roma e Parigi visto che, con il pacchetto di misure che il presidente francese Emmanuel Macron ha annunciato lo scorso dicembre per andare incontro alle richieste dei gilet gialli, il deficit-Pil della Francia è dato già a un livello ben superiore al 3%.
Nel futuro immediato, la minaccia più grande rimane quella di un downgrade da parte di Fitch nella giornata di venerdì prossimo.
L’eventuale taglio farebbe cadere la valutazione del debito italiano a un livello superiore di appena un gradino rispetto a quello “junk”, ovvero spazzatura.
C’è poi il fattore emissioni. Roma ha anticipato diverse emissioni di debito previste per quest’anno, spiega Bloomberg, beneficiando della domanda record dei bond dell’area euro in un contesto di rallentamento della crescita economica e dello smorzarsi delle aspettative su un rialzo dei tassi della Bce nel corso di quest’anno.
Ma le emissioni che attendono il Tesoro sono ancora molte (Guarda il calendario del Tesoro) e ciò rende i bond italiani vulnerabili al rischio di un eventuale crollo dell’appetito da parte degli investitori, nel caso in cui lo scenario economico dovesse peggiorare o il rating sul debito essere tagliato.
Tanto che James Athey, money manager presso Aberdeen Standard Investments, afferma che “il tango de la muerte” tra i mercati e il Tesoro italiano sarà molto interessante, nel corso del 2019″-
Certo, in generale il mercato obbligazionario potrebbe essere sostenuto dallo smorzarsi delle aspettative su un rialzo dei tassi da parte della Bce, che, stando ai prezzi del mercato monetario, è visto posticipato alla metà del 2020.
Inoltre, con i tassi sui Bund tedeschi che stanno tornando verso lo zero, gli investitori potrebbero scegliere di posizionarsi sui bond italiani, che pagano tra i tassi di interesse migliori dell’area euro.
Un ulteriore aiuto potrebbe arrivare infine sotto forma di TLTRO, ovvero di quei finanziamenti a tassi agevolati a lungo termine che la Bce ha erogato alle banche dell’Eurozona, ora non più attivi, ma probabilmente prossimi a essere rilanciati.
In questo caso, secondo gli esperti di Credit Agricole, a beneficiarne sarebbero soprattutto i bond dei paesi periferici dell’Eurozona: Italia,dunque, inclusa.