Bond e tagli dei tassi più vicini: “meglio concentrarsi su scadenze brevi”. La view di Althea Spinozzi (Bg Saxo)
Tra meno di un mese la Banca centrale europea (Bce) e la Federal Reserve (Fed) torneranno a riunirsi. Due annunci di politica monetaria molto attesi, a meno di una settimana di distanza l’uno dall’altro: la Bce il 12 settembre e la Fed il 18 settembre. Nelle ultime settimane una serie di dati macroeconomici ha rafforzato la tesi di un taglio dei tassi da parte delle due banche centrali. I dati più recenti a supporto di un taglio sono arrivati nelle ultime 24 ore dal mercato del lavoro: se per la Fed l’assist è giunto dalla revisione dei dati sul mercato del lavoro americano, per la Bce la sponda è arrivata dal dato odierno sulla crescita dei salari negoziati nella zona euro per il secondo trimestre 2024 (+3,6% rispetto al +4,7% dei primi mesi dell’anno).
Resta sotto la lente il mercato azionario ma anche quello dei bond, e in particolare i titoli di stato (Btp nel caso dell’Italia) che fanno i conti con le incertezze legate alle prossime mosse e più ancora alle prospettive sui tassi.
In questo contesto come guardare al mercato dei bond? Su quali scadenze è meglio concentrarsi? Ecco l’analisi di Althea Spinozzi, fixed income strategist di Bg Saxo e Saxo Bank.
Bond, meglio concentrasi su scadenze brevi. Ecco le ragioni
“Per il momento, è preferibile concentrarsi su scadenze brevi, fino a cinque anni, poiché offrono un rapporto rischio-rendimento ottimale”. E’ quanto consiglia Althea Spinozzi, fixed income strategist di Bg Saxo e Saxo Bank, in vista delle prossime (attese) mosse di Fed e Bce. “Ad esempio, acquistando Treasuries a 2 anni con un rendimento intorno al 4% e considerando un periodo di investimento di un anno, il rendimento di questi strumenti dovrebbe superare l’8% per generare una perdita – suggerisce ancora l’esperta -. Allo stesso modo, il rendimento degli Schatz tedeschi dovrebbe superare il 6% per entrare in territorio negativo.Estendere la duration di un portafoglio obbligazionario può essere vantaggioso in caso di recessione. Tuttavia, le attuali valutazioni della parte lunga della curva sono molto elevate, e in assenza di una crisi, i rendimenti potrebbero rimanere stabili o addirittura aumentare“.
Btp verso un autunno caldo?
Sotto osservazione i titoli di stato europei, e in particolar modo il Btp che al momento resta sotto controllo. Anzi, dal punto di vista grafico, l’andamento dello spread Btp-Bund è ribassista da inizio anno. Ripercorrendo i movimenti del 2024, ci sono stati pochi scossoni, tra cui quello provocato dall’annuncio di elezioni anticipate in Francia che ha spinto il differenziale tra i titoli di stato italiani e quelli tedeschi a toccare il 17 giugno un massimo relativo a 168,9 punti base. Da inizi di luglio in poi, lo spread si è sgonfiato fino a toccare un minimo relativo a 124,5 punti base il 17 luglio. Nelle ultime sedute c’è stata una buona dose di volatilità con lo spread che è passato da un minimo del 16 agosto a 132,1 punti base al massimo intraday del giorno dopo a 151,2.
Un Btp che però resta sotto controllo in vista soprattutto dei prossimi mesi che portano sempre una serie di sfide per l’Italia alle prese con la Manovra e i conti pubblici da far quadrare. Ma l’autunno è il periodo in cui tornano i verdetti delle agenzie di rating. Per l’Italia le date da cerchiare in rosso sono il 18 ottobre, con il doppio giudizio di S&P e Fitch. Poi, arriva il rating di Dbrs il 25 ottobre e il 22 novembre Moody’s.
“Lo spread BTP-Bund è rimasto stabile per due motivi principali: la debolezza dell’economia tedesca e la forte domanda di obbligazioni con rendimenti elevati. Tuttavia, è possibile che in autunno lo spread possa aumentare fino a 150-160 punti base, a causa del continuo disinvestimento dal programma PEPP della Bce“, segnala Althea Spinozzi, Fixed Income Strategist di BG SAXO e Saxo Bank, ricordando, tuttavia, che “il Btp italiano offre il rendimento più elevato rispetto agli altri benchmark europei e, in assenza di una crisi, potrebbe fungere da cuscinetto contro un eventuale rallentamento del ciclo di tagli dei tassi d’interesse da parte della Bce”.
Intanto alcune indiscrezioni stampa circolate nell’ultimo periodo vedono il Tesoro al lavoro per lanciare nuove emissioni innovative, mettendo così da parte il BTP Valore dopo l’ultima edizione primaverile. Cosa possiamo attenderci nella parte finale dell’anno su questo fronte?
“Onestamente non saprei, ma non vedo l’ora di essere sorpresa dal Mef – osserva Spinozzi -. Il Btp Valore è stato un ottimo strumento per coinvolgere i cittadini italiani nell’acquisto del debito pubblico, vincolandolo nei loro portafogli per alcuni anni. Questo ha reso i Btp italiani più appetibili e stabili agli occhi degli investitori stranieri, poiché risultano meno vulnerabili a vendite massicce in caso di difficoltà economiche in Italia”.