Notizie Notizie Mondo Bombardamenti Siria non scatenano panico mercati. Ma su dollaro hedge fund bearish a record in cinque anni

Bombardamenti Siria non scatenano panico mercati. Ma su dollaro hedge fund bearish a record in cinque anni

16 Aprile 2018 09:30

Nessun panico sui mercati azionari globali, petrolio in discesa dopo essere balzato di oltre +8% la scorsa settimana, e dollaro stabile, con il Dollar Index che oscilla attorno a 89,737 punti. Sul forex,  l’euro-dollaro si rafforza attorno a $1,2360 e il dollaro perde sullo yen, a JPY 107,22 circa. In generale, gli asset finanziari globali – a parte quelli russi, che scontano l’arrivo di nuove sanzioni economiche dagli Usa – danno prova di forza, dopo i bombardamenti sferrati in Siria da Usa, Francia e Regno Unito. 

Il biglietto verde rimane comunque sotto pressione, dopo che i dati del CFTC hanno mostrato che gli hedge fund sono bearish contro la valuta al massimo in cinque anni. 

Così alla Cnbc commenta la situazione Ray Attrill, responsabile della strategia forex presso la National Australia Bank: 

Gli attacchi aerei hanno scatenato finora soltanto una condanna verbale dalla Russia…che ha predetto ‘il caos globale’ se l’Occidente tornerà a colpire la Siria ancora”.

Tale dichiarazione, ha precisato Attrill, non è stata considerata dai mercati come qualcosa di nuovo, “stando ai movimenti limitati individuati nel mercato del forex nelle prime due ore della nuova settimana di trading”.

Mercati attenti anche allo smorzarsi dei timori di una guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina dopo che, stando a quanto ha fatto notare anche Zhu Huani, economista presso Mizuho Bank, “c’è qualche prova che entrambe le parti abbiano fatto in qualche modo un passo indietro, dopo il discorso a favore del libero commercio proferito dal presidente cinese Xi Jinping al Forum di Boao“. Il presidente ha inolttre “espresso fiducia sulla possibilità di raggiungere alla fine un accordo commerciale”.

Certo, la tensione rimane sempre presente sullo sfondo, e il Wall Street Journal ha riportato la scorsa settimana che Trump starebbe minacciando di bloccare gli investimenti tecnologici cinesi negli Usa.

Una nota negativa sul dollaro è arrivata nelle ultime ore da Brendan Murphy, responsabile del settore del reddito fisso presso BNY Mellon Asset Management North America.

Murphy, che gestisce il Dreyfus International Bond Fund, del valore di $1,1 miliardi, ha reso noto di star shortando il dollaro, a favore di posizioni long su valute che includono lo yen e la corona norvegese.

“Il dollaro Usa appare ancora costoso; ci troviamo nella fase iniziale di un trend di deprezzamento  – ha detto Murphy, intervistato da Bloomberg –  Lo yen è ‘molto conveniente’ e potrebbe rafforzarsi fino a 100 nei confronti del dollaro, entro la fine dell’anno”.

Sui mercati, è chiara la consapevolezza del fatto che quattro rialzi dei tassi da parte della Federal Reserve non sono riusciti a sostenere il dollaro: il Bloomberg Dollar Spot Index è sceso dell’8,5% nel 2017.

Murphy ritiene che le strette monetarie della Fed porteranno i tassi ad attestarsi attorno al 3% entro la fine del 2019, causa anche il rallentamento, a suo avviso, delle pressioni inflazionistiche.

Da segnalare che il fondo Dreyfus ha segnato un guadagno dell’11% nel corso dell’ultimo anno, battendo il 98% dei fondi simili, stando a quanto riporta Bloomberg.

Ancora Murphy:

“Ci piacciono le valute emergenti come il peso argentino e il peso colombiano. Abbiamo una view costruttiva sull’euro verso il dollaro, ma siamo ancora più fiduciosi su altre monete europee verso il dollaro. Ci piacciono le valute dei paesi scandinavi e la sterlina britannica”.