Boeing sospende produzione 737 MAX. Non solo GE: quali titoli sconteranno l’effetto ‘contagio’?
Il titolo non poteva non accusare la pessima notizia, data dalla stessa diretta interessata: Boeing ha annunciato che sospenderà la produzione del suo 737 Max a gennaio, a seguito della decisione della Federal Aviation Administration di portare avanti la sua revisione degli aerei, bloccandone praticamente i voli.
I problemi, per quello che era stato presentato come fiore all’occhiello di Boeing, sono nati a seguito del disastro aereo dell’Ethiopian Airlines.
Il volo Ethiopian Airlines 302 si è schiantato all’inizio di marzo dopo che un altro volo con lo stesso aereo, della compagnia aerea Lion Air, partito da Jakarta, era precipitato nel mare di Java, uccidendo tutte le 189 persone a bordo, nell’ottobre del 2018.
L’ormai ex fiore all’occhiello 737 MAX è diventato praticamente un incubo per il colosso aerospaziale americano. Produrre altre unità del vettore non avrebbe senso, visto che ci sono 40 aerei di questo modello che sono stati assemblati ogni mese nell’impianto di Boeing vicino a Seattle: 40 aerei al mese che sono rimasti fermi, a terra, a livello globale, dopo i due disastri aerei, avvenuti a distanza l’un l’altro di appena cinque mesi. In tutto, sono state 346 persone a perdere la vita.
Non che l’annuncio sia stato una vera e propria doccia fredda. Il gigante di Chicago aveva ripetutamente avvertito gli investitori che avrebbe potuto ulteriormente tagliare o sospendere la produzione, nel caso in cui il divieto di volo stabilito dalla FAA (Federal Aviation Administration, ovvero l’autorità di controllo dell’aviazione civile negli Usa) fosse durato più delle attese. Vale la pena ricordare che Boeing aveva tagliato la produzione lo scorso aprile, poche settimane dopo il disastro dell’Ethiopian Airlines, del 20%, dopo che le autorità di controllo avevano ordinato al colosso di stoppare i voli dell’aereo.
Il problema è ciò che rappresenta Boeing per l’economia americana. A patire le conseguenze della sospensione della produzione non sarà infatti solo il gruppo aerospaziale Usa. Non per niente nella sessione di ieri le quotazioni di Spirit Aerosystems, società che produce fusoliere per i 737 MA, hanno ceduto più del 4% nelle contrattazioni afterhours.
Un articolo di Barron’s ricorda come, dalla notizia del crash di Ethiopian Airlines, il titolo Boeing sia capitolato del 22% circa. Spirit Aerosystems ha ceduto dall’inizio di marzo il 18%.
L’articolo menziona anche le grandi conglomerate GE e United Technologies, entrambe rifornitrici di Boeing. In occasione della presentazione dei risultati del terzo trimestre del 2019, i vertici di GE hanno commentato l’impatto dello stop degli aerei 737 MAX a livello globale, calcolandolo in 1,4 miliardi di dollari per l’intero 2019.
Da segnalare che GE produce i motori per i jet MAX di Boeing. Nessun commento finora da altri rifornitori, come United Technologies e Honeywell.
L’attenzione dei mercati è anche sui titoli delle compagnie aeree: in particolare, sia American Airlines che Southwest Airlines hanno i jet 737 MAX nelle loro flotte. Ed entrambe hanno lamentato il calo della capacità e centinaia di milioni di dollari di spese, nel 2019, per rimpiazzare gli aerei rimasti fermi a terra. Per non parlare dei costi di manutenzione che bisogna in sostenere quando velivoli di una tale grandezza sono costretti a rimanere a terra, parcheggiati.