BoE segue la Fed, tassi fermi. Fattore inflazione nel radar

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Settimana intensa sul fronte delle banche centrali. Dopo gli annunci arrivati ieri dalla Federal Reserve (Fed), oggi i riflettori si sono accesi sull’istituto centrale svizzero, su quello svedese ma soprattutto sugli annunci della Bank of England (BoE) che chiudono il mese di marzo di riunioni dei principali istituti centrali.
BoE che ha seguito le orme della Fed mantenendo i tassi fermi.
Gli annunci della BoE: tutto su tassi, inflazione
Il Monetary Policy Committee (MPC) dell’istituto centrale britannico ha votato per mantenere i tassi d’interesse al 4,5% mostrando un’inclinazione leggermente meno dovish del previsto, con uno solo dei nove membri del comitato che ha votato per un taglio di 25 pb. “La Banca d’Inghilterra ha mantenuto i tassi invariati questo mese ed è piuttosto vaga su cosa accadrà, in mezzo al visibile nervosismo che circonda le prospettive di inflazione”, sottolineano gli esperti di ING, secondo i quali l’ansia appare eccessiva e sostengono che la BoE continuerà con un ritmo graduale di tagli dei tassi per tutto quest’anno e nel prossimo. “Salvo un crollo inaspettato del mercato del lavoro o una sorprendente ripresa dell’inflazione dei servizi guidata dall’energia, pensiamo che la Banca sia pronta a continuare a effettuare tagli trimestrali dei tassi per tutto il 2025“, segnalano ancora gli esperti della banca olandese.
“La decisione della Banca d’Inghilterra di mantenere i tassi d’interesse invariati al 4,5% non sorprende, considerato il contesto economico impegnativo. Con un tasso di inflazione annuo del 3%, come quello registrato a gennaio, un taglio dei tassi oggi appariva un’ipotesi improbabile“, ha poi sottolineato Richard Flax, chief investment officer di Moneyfarm, ricordando che “nonostante il temporaneo mantenimento dei tassi, gli economisti prevedono due tagli entro la fine dell’anno. La BoE, proprio come la Federal Reserve, si trova di fronte alla difficile sfida di bilanciare crescita e inflazione: se da un lato bisogna sostenere la stabilità economica, dall’altro è necessario evitare che l’inflazione continui a salire. Destreggiarsi tra queste pressioni contrastanti rimarrà una sfida cruciale per la banca centrale nei mesi a venire”.
Proprio come sta avvenendo negli Usa, la banca centrale UK prevede che l’inflazione continuerà a rallentare nei prossimi mesi, ma vuole essere sicura di essere sulla buona strada ed evitare di abbassare il costo del denaro troppo rapidamente.
“È evidente che l’inflazione si è mossa in modo meno favorevole di quanto sperato dal comitato nei primi mesi del 2025, mentre la crescita del quarto trimestre del 2024 è stata leggermente migliore di quanto previsto nella riunione di febbraio – anche Jamie Niven, senior fixed Income fund manager di Candriam -. Pertanto, un approccio più misurato al taglio dei tassi è perfettamente logico. È chiaro che l’MPC è in modalità ‘wait-and-see’, cercando di determinare se a esercitare l’influenza maggiore sarà l’inflazione più alta (rispetto all’obiettivo) o la bassa crescita. La preoccupazione maggiore per loro e per l’economia del Regno Unito è che persistano entrambi. In ultima analisi, riteniamo che la crescita sarà più debole e che l’inflazione tornerà eventualmente verso l’obiettivo, ma potrebbe essere necessario un po’ di tempo prima che ciò accada”.
Decisioni Fed
Intanto a Wall Street proseguono gli acquisti all’indomani degli annunci Fed, con i principali indici Usa che si muovono in territorio positivo.Anche ieri i titoli azionari statunitensi sono cresciuti dopo che la Federal Reserve ha lasciato i tassi invariati, mantenendo la previsione di due tagli di 25 punti base nel corso del 2025. Le proiezioni economiche hanno evidenziato un rallentamento della crescita e un aumento dell’inflazione per il 2025. “Sebbene la volatilità possa persistere, si continua a ritenere che i fondamentali dovrebbero sostenere la ripresa del rally azionario e che l’S&P 500 raggiungerà quota 6.600 entro la fine dell’anno, grazie all’allentamento della Fed, alla crescita economica e degli utili, e alla crescente diffusione e ed adozione dell’IA”, ha commentato Mark Haefele, chief investment officer di UBS Global Wealth Management.