Blackstone fissa soglia NO ai riscatti
Se perfino Blackstone dice no ai riscatti degli investitori. Secondo quanto riportato dal Financial Times, Blackstone ha deciso di porre un limite alle richieste di riscatto dal suo fondo immobiliare REIT da 125 miliardi di dollari, il Blackstone Real Estate Income Trust fund (Breit).
La decisione provoca un ulteriore nervosismo nei mercati finanziari globali: non si tratta dell’ennesimo castello di carta costruito nel mondo crypto, come quello tristemente noto della piattaforma FTX di Sam Bankman-Friedman (SBF), crollato sotto una pioggia battente di richieste di riscatti.
Qui parliamo di Blackstone, colosso Usa del private equity che, alla fine di settembre, aveva in gestione asset per un valore di 236 miliardi di dollari, in crescita del 43% su base annua.
I paletti apposti ai prelievi degli investitori da parte del gigante gettano inoltre un’ombra sulla solidità di lungo termine del mercato immobiliare commerciale degli Stati Uniti.
Blackstone pone limite ai riscatti
Il quotidiano britannico ha riportato che, stando a una nota inviata agli investitori, nel mese di novembre Blackstone è riuscita a soddisfare soltanto il 43% delle richieste di riscatti dal suo fondo Breit.
La notizia ha fatto scivolare il titolo fino a -10% a Wall Street nella sessione della vigilia. Il bilancio della sessione è stato alla fine di una perdita delle quotazioni del 7% circa.
All’inizio c’è stata un po’ di confusione sulle indiscrezioni, visto che Bloomberg aveva parlato di un fondo immobiliare da $69 miliardi di Blackstone e l’FT del fondo Breit da 125 miliardi.
In realtà il fondo è lo stesso e il valore di $69 miliardi si riferisce agli asset netti del Breit una volta detratti i debiti. Asset che vanno da impianti di logistica, a costruzioni di appartamenti, a casinò e uffici medici. Il boom di richieste di riscatti ha avuto origine soprattutto in Asia.
L’Ft ha riportato infatti che è da qui che è arrivato il 70% delle richieste di prelievi da parte degli investitori:
una percentuale sproporzionata, se si considera che gli investitori non americani incidono solo con il 20% circa sugli asset totali del fondo Breit.
Una fonte vicina al dossier ha riferito al Financial Times che la spiegazione è da ravvisare nel trend negativo dei mercati asiatici e delle stesse economie dell’area, che avrebbero messo sotto pressione gli investitori, ansiosi di rivedere trasformati i loro investimenti in cash.
L’incubo del Covid in Cina assilla d’altronde tutti gli operatori di mercato. E se a novembre Blackstone ha soddisfatto soltanto il 43% dei riscatti dal fondo richiesti, permettendo agli investitori di prelevare 1,3 miliardi di dollari, a dicembre le cose non andranno meglio.
I paletti sono stati già decisi: gli investitori potranno prelevare, a dicembre, una somma non superiore allo 0,3% degli asset netti del suo fondo.
Per capire la portata del limite, va ricordato che il fondo immobiliare Breit consente di norma ai suoi clienti di riscattare il 2% del valore degli asset netti ogni mese, con un massimo del 5% durante il trimestre. (limiti che sono stati appena superati a novembre, con il boom di richieste di prelievi, per l’appunto).
Boom richieste prelievi dal Breit: colosso costretto a (s)vendere?
Alcuni analisti intervistati da Reuters hanno detto chiaramente che il fondo REIT di Blackstone rischia a questo punto, nel caso in cui non dovesse riuscire a ripristinare la fiducia degli investitori, di essere costretto a vendere i propri asset pur di soddisfare le richieste.
Non per niente, proprio nella giornata di ieri, il gruppo ha annunciato che il suo fondo ha raggiunto un accordo per vendere la quota del 49,9% in due casinò di Las Vegas per un valore di $1,27 miliardi.
Inclusi i debiti, la transazione ha valutato le proprietà più di $5 miliardi.
“L’impatto su Blackstone dipende dalla capacità del fondo REIT di stabilizzare il valore dei suoi asset netti nel tempo. Altrimenti, (il gigante) sarà costretto a entrare in uno scenario prolungato di fuga dei clienti, di vendita di asset importanti e di un carico non smaltito di riscatti che tenderà ad accumularsi”, hanno scritto in una nota gli analisti di BMO Capital markets, aggiungendo tuttavia che “è troppo presto per dirlo, a nostro avviso”.
A guardare in superficie, le cose per il fondo di Blackstone non stanno andando neanche male, visto che Breit ha garantito un ritorno superiore al 9% nei nove mesi conclusi alla fine di settembre, sulla spinta degli alti affitti percepiti dalle proprietà immobiliari su cui ha investito e grazie al pagamento dei dividendi.
Detto questo, gli economisti temono un effetto contagio, che potrebbe concretizzarsi nel caso in cui il colosso fosse costretto a continuare a smobilizzare i suoi asset per soddisfare i riscatti.
Il mercato immobiliare commerciale Usa è già sotto pressione a causa dell’inflazione e dei conseguenti rialzi dei tassi aggressivi che la Fed di Jerome Powell è stata costretta a varare per cercare di contenerla.
Rialzi che certamente non sono finiti.
Ma Blackstone ha comunque dato la sua versione al Financial Times: “Il nostro business si basa sulla performance, noi sui flussi dei fondi, e il trend è solido come una roccia”.
Il colosso del private equity ha enfatizzato in particolare l’esposizione del fondo Breit verso i mercati degli affitti e della logistica in aree degli Stati Uniti ad alto ritmo di crescita, facendo riferimento anche al fatto che le sue passività sono caratterizzate da tassi fissi.