BlackRock striglia le banche centrali: con rialzi tassi anti-inflazione state provocando una recessione
BlackRock lancia un monito alle banche centrali che, con i loro rialzi aggressivi dei tassi, stanno continuando a portare avanti la loro battaglia contro l’inflazione: “Più che salvare l’economia, stanno provocando recessioni”, è la sentenza che arriva dagli strategist del colosso americano del risparmio gestito.
“Ci troviamo in un nuovo mondo, plasmato dall’offerta. Importanti cambiamenti nella spesa e la presenza di limiti alla produzione stanno scatenando l’inflazione. I limiti (alla produzione) affondano le loro radici nella pandemia e sono stati poi esacerbati dallo shock energetico (provocato dalla guerra in Ucraina scatenata dalla Russia) e dai lockdown della Cina“, si legge nella nota di BlackRock. Che poi lo scrive senza fare tanti giri di parole. “Siamo in un nuovo regime macro in cui le banche centrali, invece di soccorrere l’economia, stanno provocando recessioni. Questo è chiaro, guardando al percorso dei tassi delle principali banche centrali, orientato a strette monetarie eccessive contro l’inflazione“.
BlackRock non intravede neanche l’intenzione delle banche centrali di tagliare prima o poi i tassi per riparare i danni causati da strette monetarie troppo aggressive.
“Crediamo che le banche centrali alla fine si fermeranno, ma non taglieranno i tassi a fronte dei danni provocati dai forti rialzi dei tassi. E a quel punto potrebbe arrivare la realtà della recessione o presentarsi un crack finanziario, come quello che si è palesato nel Regno Unito”.
Da ciò che BlackRock scrive, emerge che la view di una inflazione provocata più dalle dinamiche attinenti l’offerta che non dalla solidità della domanda e delle spese per consumi è riferita sia all’Eurozona che agli Stati Uniti.
Su questo sicuramente molti avrebbero da ridire, visto che sono diversi gli economisti e gli strategist che ritengono che la genesi delle fiammate dell’inflazione nell’area euro e negli Usa sia di natura totalmente diversa.
Sulla Fed di Jerome Powell, BlackRock ha ricordato che “la Federal Reserve ha segnalato l’intenzione di far salire i tassi a un livello più alto rispetto a quanto pianificato all’inizio, anche se a ritmi più lenti”.
E’ quello che ha detto di fatto lo stesso banchiere centrale Jerome Powell nella conferenza successiva all’annuncio sui tassi Usa, del 2 novembre scorso:
“Il momento in cui rallentare il ritmo dei rialzi (dei tassi) potrebbe presentarsi in occasione del prossimo meeting o in quello successivo”, ha detto Powell. Di questo momento, ha precisato il timoniere della Fed, “si discuterà nella prossima riunione”. (quella imminente di dicembre, che vedrà il Fomc riunirsi per due giorni, il 13 e il 14 dicembre).
Powell ha anche detto, scatenando l’ansia sul tasso terminale Usa, che “l’indice dei prezzi al consumo (CPI) e i dati relativi al mercato del lavoro” lasciano pensare che il “tasso terminale sarà più alto di quanto previsto in precedenza”. E che, in sintesi, sarebbe “prematuro” parlare di una pausa nella fase rialzista dei tassi.
Tra l’altro il presidente della Federal Reserve non ritiene neanche che i rialzi dei tassi siano stati eccessivi: “Sono contento del fatto che ci siamo mossi così velocemente come abbiamo fatto – ha detto, ricordando che, dal mese di marzo, i tassi sono stati alzati di 3,75 punti percentuale – e non credo che abbiamo alzato i tassi in modo eccessivo”. Anzi: “abbiamo ancora del lavoro da fare”.
Fed: Bullard vede tassi fino al 7%, ma c’è chi prevede boom al 9%
E’ anche vero, tuttavia, che le dichiarazioni di Powell sono arrivate prima della diffusione dell’indice CPI Usa di ottobre , che ha dato il via a un rally poderoso di Wall Street, smorzando le speculazioni su nuovi aumenti dei tassi di 75 punti base.
Tuttavia, la scorsa settimana, ci ha pensato il presidente della Fed di St Louis James Bullard a stroncare le speranze di chi aveva iniziato a prevedere rialzi dei tassi meno aggressivi da parte della Federal Reserve.
“I tassi non si trovano ancora in un’area in cui possono essere considerati sufficientemente restrittivi – ha detto Bullard – Il cambiamento della politica monetaria sembra aver solo limitato gli effetti dell’inflazione, ma i mercati prezzano una disinflazione nel 2023″, ha aggiunto il funzionario della Fed.
James Bullard considererebbe appropriato un range dei tassi sui fed funds Usa compreso tra il 5% e il 7%, molto più alto di quanto i mercati stiano prezzando.
E se il 7% dei tassi di Bullard spaventa, figuriamoci la previsione di Lindsey Piegza, chief economist presso la società finanziaria Stifel, che non esclude tassi fin oltre il 7%.
Sulla base di calcoli complicati che riguardano anche la crescita economica, Piegza, stando a quanto riportato dal sito TheStreet.com, è emersa la “necessità potenziale” di portare i tassi sui fed funds fino all’8%-9%.
“Il recente miglioramento delle pressioni inflazionistiche, in allentamento rispetto ai picchi testati, ha reso ciechi molti investitori nei confronti del bisogno della Fed di continuare nel percorso del rialzo dei tassi”-,ha detto Piezga.
L’economista ha ammesso che il recente dato relativo all’indice dei prezzi al consumo, salendo a ottobre su base annua del 7,7%, rappresenta un miglioramento rispetto al +8,2% di settembre.
Ma “non è affatto nulla da celebrare, né si tratta di un chiaro segnale di una Fed pronta ad adottare una politica più accomodante, visto che il target dell’inflazione del 2% rimane un obiettivo ancora distante“.
Lo scorso 2 novembre, la Fed ha alzato i tassi di 75 punti base per la quarta volta consecutiva, portandoli dal range compreso tra il 3% e il 3,25% al nuovo range tra il 3,75% e il 4%, valore record dal 2008.
Bce, per BlackRock recessione con rialzi tassi + caro-energia
Sulla Bce, BlackRock crede che la banca centrale dell’area euro continuerà a normalizzare la politica monetaria, ma, anche, che il cambiamento dei toni lascia pensare che l’intensità delle strette monetarie potrebbe diminuire (non più rialzi dei tassi di 75 punti base, a partire dalla prossima riunione del Consiglio direttivo di dicembre, ma 50 punti base).
Detto questo, “noi crediamo che la Bce stia tuttora alzando i tassi portando l’economia in recessione”: una recessione che sarà alla fine scatenata in Eurozona sia dallo shock energetico che dalle strette monetarie della banca centrale.
Tra l’altro, non è certo mancata negli ultimi giorni la voce dei falchi.
Tra le ultime, quella dell’esponente del Consiglio direttivo Robert Holzmann, governatore della banca centrale dell’Austria, che ritiene che l’Eurotower debba procedere a un altro rialzo dei tassi di 75 punti base, nel meeting di dicembre.
Intervistato dall’Ft, Holzmann ha detto che non ci sono infatti segnali che indichino che l’inflazione core si stia riducendo nell’Eurozona, aggiungendo che un altro grande rialzo dei tassi, a suo avviso, “darebbe un forte segnale sulla nostra determinazione” a lottare contro l’inflazione.
Per non parlare dei presidenti della Bundesbank e della banca centrale dell’Olanda, ovvero di Joachim Nagel e Klaas Knot, che stanno spingendo affinché la Bce lanci uno strumento che avrebbe non poche ripercussioni sul debito made in Italy e sui BTP, in particolare, finora grandi beneficiari della generosità della Bce.
La Bce di Christine Lagarde ha annunciato il 27 ottobre scorso un nuovo maxi rialzo dei tassi pari a +75 punti base, dopo quello storico, il primo di quell’intensità dalla nascita dell’euro, varato lo scorso 8 settembre. I tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali, sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi presso la banca centrale sono stati alzati rispettivamente al 2,00%, al 2,25% e all’1,50%.
BlackRock ha rilasciato un commento anche sulla Bank of England che “ha ammesso che un po’ di recessione è necessaria per far scendere l’inflazione ma che, così come altre banche centrali, non riesce a riconoscere quanta recessione sarà necessaria per far scendere l’inflazione al suo target”.
Lo scorso 3 novembre, la Bank of England ha annunciato il rialzo dei tassi più forte dal 1989. Lo scorso 17 novembre, il Cancelliere dello Scacchiere UK ha presentato poi una manovra di lacrime e sangue da £55 miliardi, affermando che il Regno Unito è già in recessione.
BlackRock non ha risparmiato un consiglio di investimento, nel momento in cui ha reso noto di essere “tatticamente underweight sull’azionario dei mercati avanzati, dopo aver ulteriormente tagliato il rischio“.