Black Friday, le opportunità in Borsa
Dagli Usa al Regno Unito fino all’Italia: è Black Friday mania. Il venerdì nero dello shopping, in programma oggi 23 novembre, ormai impazza dappertutto. Ma non sono solo i consumatori a fare shopping in questo fine settimana e in occasione del Cyber Monday: anche gli investitori value sono a caccia di occasioni, soprattutto dopo il recente sell-off visto sui mercati. Da qui il team Retail Fixed Income di M&G Investments ha individuato ben cinque opportunità interessanti per gli investitori nei mercati finanziari.
In primis guardando al mercato azionario, emergono tendenze al ribasso sotto controllo. Tuttavia, il predominio del pessimismo –dicono gli analisti non significa che il mercato risulta conveniente, ma piuttosto che la volatilità è in aumento, e ciò tende a creare volatilità, che gli investitori value attivi possono utilizzare per fare affari. Altra opportunità arriva dalle obbligazioni in vendita ma, dicono gli analisti di M&G, “ricordatevi che prezzo non vuol dire valore”. Qui tra i vari esempi si cita anche l’Italia. “Alcuni titoli italiani sono stati colpiti gradualmente, soprattutto dopo le elezioni di maggio, quando una coalizione di partiti populisti ha preso il controllo. Il Paese sta ancora discutendo con Bruxelles in merito al bilancio. La riluttanza dell’Italia ad accettare l’austerità ha colpito imprese di infrastrutture come la Cooperativa Muratori & Cementisti, che sta soffrendo per le difficoltà strutturali del settore, compresi i tagli alla spesa pubblica. Alcune di queste aziende potrebbero essere state oggetto di svendite eccessive a fronte di una reazione esagerata dei mercati, ma altre forse sono ora a buon mercato, per un motivo. Come i clienti nei negozi, anche gli investitori devono valutare se prezzo e valore corrispondono”.
Interessanti per gli investitori i cosiddetti leveraged loan, fonte di finanziamento più economica rispetto alle obbligazioni e che, data la fase attuale del ciclo, offorno un tasso variabile. Altra opportunità potrebbe arrivare dai Titoli protetti dall’Inflazione del Tesoro statunitensi, noti come TIPS che, se l’inflazione fosse effettivamente sottovalutata, lo sarebbero anche i TIPS dicono gli analisti che offrirebbero maggiori profitti se l’inflazione aumentasse, per proteggere gli investitori. Infine le valute dei mercati emergenti, crollate contro il dollaro USA, soprattutto durante l’estate, quando il peggioramento dell’economia in Turchia e in Argentina ha causato un generale sell-off sugli emergenti. Non tutte le valute dicono gli analisti sono convenienti. Secondo la BRI (Banca dei Regolamenti Internazionali), il sol peruviano è sopravvalutato, forse in considerazione dei fondamentali del Paese, la cui economia sta crescendo a un ritmo annualizzato del 2,3%, mentre il disavanzo delle partite correnti si attesta a un moderato 1,4% del PIL. Anche l’inflazione, al 1,3%, è modesta. Forte esportatore di rame, come il vicino Cile, il Perù ha segnato una crescita degli investimenti per otto mesi consecutivi. Tuttavia, concludono gli analisti “la qualità non è l’unico aspetto a cui prestano attenzione gli investitori e i consumatori. Come sempre, la domanda che rimane da porsi è: a che prezzo?”