Bitcoin: si riduce la volatilità (analisi volumetrica e livelli di Fibonacci)
Nell’ultima settimana il Bitcoin come tema d’investimento è un po’ passato in secondo piano rispetto all’attenzione riscossa nei media solo qualche settimana fa, oscurato dall’interesse verso i grandi temi di politica monetaria (vedi riunioni Bce e simili) e geopolitica internazionale (World Economic Forum di Davos). Questo si è riflesso sulle quotazioni della criptovaluta, il cui valore si è assestato a metà strada fra 10.000 e 12.000 dollari ormai da qualche seduta.
Analisi grafica. Quasi tutte le candele disegnate sul daily chart del Bitcoin dal 17 gennaio scorso sono caratterizzate da ombre molto ampie, elemento che denota una volatilità ancora molto alta nell’intragionaliero. A livello giornaliero invece la volatilità si è ridotta di molto. È possibile avere riscontro di quanto detto sia guardando ad un grafico su base settimanale che osservando l’indicatore ATR (Average True Range, in verde nel grafico in basso) che si sta riavvicinando a valori precedenti l’8 dicembre scorso.
Dal punto di vista tecnico questo momentum del mercato ha permesso al Bitcoin di scaricare le pressioni in acquisto rilevate dall’oscillatore RSI, in Ipercomprato per più di un mese fino al 20 dicembre scorso, cioè poco dopo aver sfiorato la soglia storica dei 20.000 punti.
Il movimento ribassista di medio periodo a cui assistiamo da fine dicembre (trendline tracciata unendo i massimi del 18 dicembre e 5 gennaio) ha permesso al Bitcoin di testare la consistenza del supporto statico a 10.000 punti e poi di quello dinamico di lungo periodo, ottenuto sul grafico giornaliero unendo i minimi crescenti del 17 luglio e 15 settembre 2017. Sul grafico giornaliero (a fondo pagina) abbiamo evidenziato la mancata chiusura del gap rialzista lasciato aperto il giorno 27 novembre 2017.
Fibonacci. Utilizzando i ritracciamenti di Fibonacci è possibile individuare i livelli maggiormente sentiti dal mercato Bitcoin come supporti e resistenze di matrice statica nel corso di questa correzione. Consideriamo ad esempio il minimo della candela del 17 gennaio scorso: le quotazioni si sono fermata in un’area di prezzo corrispondente al 61,8% del ritracciamento di Fibonacci ottenuto unendo il minimo del 15 settembre al massimo del 18 dicembre 2017.
Nella fase di mercato attuale il Bitcoin è alle prese con l’area di prezzo corrispondente al 50% della medesima figura e la prossima resistenza significativa di medio/lungo termine è collocata a 13.194 punti, dove si trova il 38,2 di Fibonacci.
Conclusioni. La volatilità sul Bitcoin sta via via scendendo su livelli che possono considerarsi “normali”. Dopo la sferzata di volatilità registrata fra novembre ed ottobre, in parte dovuta al forte interesse mediatico che nel 2017 ha coinvolto il Bitcoin ed il mondo delle criptovalute, questa sembra esser rientrata e ne sono prova diversi indicatori e oscillatori di prezzo.
Quello del Bitcoin è un mercato ancora relativamente “giovane” e pertanto lo si può definire anche “inefficiente”. La caratteristica principale di mercati inefficienti è che hanno maggior memoria e sono più propensi a seguire una dinamica di breakout (a differenza dei mercati efficienti che seguono una rotta “gaussiana”); su questi tipi di mercati l’analisi tecnica classica è più efficace.
La recente quotazione di strumenti operativi negoziabili su mercati regolamentati quali i Futures emessi da CBOE e CME porterà nel lungo periodo all’efficienza del sottostante (grazie alle opportunità di arbitraggio che vi saranno e che via via saranno colte dal mercato) provocando un auspicabile livellamento della volatilità e dunque del rischio di investirvi.