Bitcoin cade ancora sotto $8.000. Roubini lo boccia in toto: madre di tutte le bolle, e altre criptovalute sono anche peggio
Il Bitcoin? Per Nouriel Roubini, professore presso la New York University, fondatore di Roubini Macro Associates, la criptovaluta numero uno al mondo è “la bolla più grande della storia dell’uomo” e la “madre di tutte le bolle”. Peggiore, dunque, anche della nota bolla dei tulipani.
In un’intervista rilasciata alla televisione Bloomberg, il guru dei mercati boccia in toto la moneta digitale che tanto entusiasmo ha raccolto lo scorso anno e che nelle ultime settimane ha visto dissolversi il proprio successo.
Oggi il Bitcoin scivola per la seconda volta in tre giorni al di sotto della soglia di 8.000 dollari, fino a testare il minimo di $7.722, in calo del 60% circa rispetto al massimo di sempre che aveva testato lo scorso 18 dicembre, a $19.511, e in perdita del 22% dall’inizio del mese. Nella sessione odierna, le perdite sono del 10%.
Roubini non boccia certo solo il Bitcoin. La “maggior parte delle monete digitali è anche peggio”, afferma, riferendosi al cripto-universo che conta più di 1.300 tra criptovalute e ICO. E ciò fa sì che “la bolla abbia la forza di due o tre” messe insieme.
Riguardo poi alla tecnologia Blockchain, è vero che “esiste da 10 anni”, ma la sua “unica applicazione è per le criptomonete, che sono una truffa”. Per non parlare del fatto che il Bitcoin è anche “un disastro ambientale”, visti gli elevati costi energetici che comporta.
Dai dati compilati da Bloomberg, emerge che la giornata è nuovamente negativa anche per il Ripple, l’Ethereum e il Litecoin.
In un contesto in cui a cadere è anche l’azionario globale, e in cui il sentiment peggiora ovunque a causa del balzo dei tassi sui bond sovrani (e quindi in generale a causa delle vendite che prendono di mira i bond), il Bitcoin non riesce a confermarsi un asset di rifugio per gli investitori, contrariamente all’oro, che invece sale dello 0,3% circa a $1.337 l’oncia. (salgono nella sessione odierna anche i bond europei – che recuperano terreno – e lo yen).
La determinazione con cui le autorità sudcoreane stanno attaccando il mondo delle criptovalute continua ad avere un effetto fortemente ribassista su quegli asset che l’anno scorso avevano segnato rialzi stratosferici fino a +35.000% (riferimento al caso del Ripple).
Anche se oggi il market mover che sta affossando il settore arriva dalle banche. Diversi i colossi che hanno deciso di vietare l’utilizzo delle loro carte di credito per acquistare il Bitcoin e altre monete digitali: tra queste Bank of America, Citigroup, JP Morgan dopo che Capital One e Discover avevano adottato la stessa decisione. Ciò significa praticamente che tutte le cinque principali emittenti di carte di credito americane hanno annunciato o reso esecutivo il divieto.