Bio-on: fondo Usa Quintessential mette sotto accusa bilanci e tecnologia
Non basta la smentita al report del fondo speculativo americano Quintessential Capital Management (QCM) a fermare il tracollo di Bio-on a Piazza Affari. È da questa mattina, più precisamente dalle 9:03, che il titolo è fermo in asta di volatilità a 49,60 euro, in ribasso del 10,31% rispetto al valore di chiusura di ieri. Ad ora la variazione teorica del prezzo è di quasi il -50%. C’è da dire che il titolo ha perso molto in questi mesi dal massimo toccato lo scorso 3 dicembre a 69 euro.
Nel report pubblicato ieri, il fondo americano QCM con sede a New York, specializzato nell’individuare ed esporre al pubblico situazioni poco trasparenti in società quotate, ha posto alcune problematiche sulla tecnologia sviluppata da Bio-on e ha messo sotto osservazione i dati finanziari degli ultimi esercizi. Quintessential definisce Bio-on un “castello di carte, uno schema concepito dal management per arricchirsi sulle spalle degli azionisti”.
Pronta la reazione di Bio-on che, in una nota ufficiale, “smentisce totalmente le affermazioni che attribuirebbero al management della società comportamenti scorretti e che la società stia comunicando al mercato informazioni non veritiere. Quanto pubblicato da terzi è oggetto di valutazione da parte della società e dei suoi legali ai fini della propria tutela contro potenziali manipolazioni da parte di fondi speculativi. Si sottolinea infatti che il fondo che ha diffuso il report ha dichiarato un interesse economico nel movimento del prezzo del titolo oggetto del report stesso, come riportato nel proprio disclaimer”.
Una Parmalat a Bologna?
Questo il titolo della ricerca condotta da Quintessential che, dopo una meticolosa raccolta e analisi di informazioni, afferma che la Bio-on “sarebbe in realtà una grande bolla, basata su tecnologia improbabile, con fatturato e crediti essenzialmente simulati grazie ad un network di scatole vuote. Nonostante annunci altisonanti e progetti ambiziosi, diversi anni dopo la sua costituzione Bio-on (fondata nel 2007 a Bologna e quotata su Aim Italia dal 2014) non ha ancora prodotto né venduto nulla in quantità significative, se non a scatole vuote da sé controllate o affiliate. Delle molte fabbriche annunciate negli anni, solamente una è stata realizzata, a prezzi esorbitanti e sembrerebbe non essere ancora completata o in produzione”.
La Bio-on descritta da QCM non è quell’azienda di successo, con fatturato e profitti in crescita che noi tutti conosciamo. Prima della pubblicazione del report la società attiva nel settore dei biopolimeri di alta qualità aveva una capitalizzazione di mercato di 1 miliardo di euro e oggi è scesa a 933 milioni.
Quintessential mette inoltre in discussione il valore della tecnologia di Bio-on per la produzione di bioplastiche al 100% biodegradabili in natura – del tipo PHA (poliidrossialcanoati) – e realizzate partendo da prodotti “no food” quali sottoprodotti agricoli come canna e barbabietola da zucchero, glicerolo grezzo (scarto del biodiesel), scarti della lavorazione delle patate e oli vegetali di frittura esausti. Una tecnologia che è stata messa in dubbio da illustri scienziati e dirigenti interpellati dal fondo americano. Inoltre, secondo QCM, le spese di sviluppo sono fortemente sproporzionate rispetto alla concorrenza e ai margini ottenibili.
L’attacco al profilo finanziario e la possibile conclusione di QCM
Il fondo Usa non attacca solo il management e il business, ma anche la situazione economico-finanziaria della società. Quintessential evidenzia infatti transazioni sospette e conflitti di interesse che fanno risaltare precaria la situazione finanziaria reale, data anche la presenta nella contabilità di serie irregolarità.
E non solo. Quintessential fa notare che solo gli analisti di Banca Finnat seguono il titolo con raccomandazione Buy e target price a 86 euro, giudicato “molto aggressivo” da QCM, che ritiene i giudizi di Finnat su Bio-on “un po’ troppo ottimisti”. Alla base di ciò, secondo il fondo Usa, ci sarebbe un conflitto di interessa dato che “Finnat ha erogato una linea di credito pari a 15 milioni di euro alla holding di fondatori di Bio-on (Capsa)”.
La conclusione di Quintessential è drammatica: “considerati i fatti nel suo insieme, riteniamo che la situazione di Bio-on sia insostenibile e che la società sia presto destinata al collasso totale”. A questo punto molti si chiedono cosa succederà? Secondo QCM “il prezzo delle azioni Bio-on potrebbe diminuire drasticamente di valore e il titolo potrebbe essere sospeso o delistato. Potrebbero essere aperti procedimenti civili e forse penali contro la società e Bio-on potrebbe cessare di esistere come entità commerciale. Questo è solo l’inizio abbiamo una mole di documenti su Bio-on e sugli autori di questo gioco” conclude il fondo americano.