Notizie Notizie Italia Bce verso svolta epocale, fine era tassi negativi e alt bazooka anti-spread. Rischio Italia (ancora) osservato speciale

Bce verso svolta epocale, fine era tassi negativi e alt bazooka anti-spread. Rischio Italia (ancora) osservato speciale

9 Giugno 2022 10:17

E’ il Bce Day, il giorno in cui la banca centrale presieduta da Christine Lagarde annuncerà molto probabilmente che, nel mese di luglio, i tassi dell’area euro saranno alzati per la prima volta in più di dieci anni, al fine di scongiurare ulteriori fiammate dell’inflazione.

Si tratta dell’inizio di una nuova era di politica monetaria, come la definisce un articolo di Bloomberg, che sancirà prima di tutto la fine della pioggia di denaro che si è riversata in questi ultimi anni sui mercati del blocco, garantendo linfa vitale ai titoli di stato che erano stati oggetto di speculazione durante la crisi dei debiti sovrani: quella che aveva rischiato di mandare in frantumi l’euro.

Si tratta, praticamente, di una svolta epocale che spazzerà via, in particolare, i due pilastri su cui cui si è imperniata la strategia della banca centrale europea: i tassi negativi (il tasso sui depositi rimane tuttora pari a -0,50%) e il Quantitative easing, ovvero il bazooka monetario con cui la Bce ha fatto incetta di BTP, Bund e gli altri titoli di debito pubblico e altri asset dei paesi euro.

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Lo shopping della Bce è stato talmente sfrenato che l’FT ha ricordato qualche giorno fa come la Bce abbia messo in pancia €4,9 trilioni di bond, per un totale superiore di più di un terzo del Pil dell’area euro, da quando il programma è stato lanciato nel 2014 per salvare l’Eurozona.

Bce di Lagarde verso rialzi tassi di 50 pb già a luglio?

Il piano Quantitative easing porta la firma dell’ex presidente della Bce e attuale presidente del Consiglio Mario Draghi.

Da non dimenticare il QE pandemico, ovvero il PEPP, con cui la Bce ha effettuato ulteriori acquisti di titoli per salvare l’Eurozona dalle conseguenze disastrose della pandemia Covid-19., già giunto al capolinea.

Con un’inflazione che, in Eurozona, continua a marciare spedita, anche Lagarde è stata costretta a mandare in soffitta i vari strumenti dovish che diversi critici non hanno avuto remore a definire droghe o flebo monetarie che hanno distorto non poco i prezzi degli asset, rispetto ai loro fondamentali.

Cruciale oggi sarà il nuovo outlook che Lagarde presenterà ai mercati: ovvero le nuove proiezioni economiche relative al Pil e all’inflazione misurata dall’indice dei prezzi al consumo della zona euro.

Saranno quelle le fondamenta su cui poggeranno le prossime scelte sui tassi, che qualcuno vede tornare in territorio positivo (riferimento ai tassi sui depositi) già nel mese di luglio, con una stretta monetaria di 50 punti base.

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Gli economisti di Bank of America prevedono ben due rialzi dei tassi, ciascuno di 50 punti base, nel corso del terzo trimestre dell’anno; la maggior parte degli economisti stima invece una stretta di 25 punti base, sia nella riunione del 21 luglio, che in quella di settembre.

Dal canto suo, Lagarde ha definito l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia un momento cruciale, che potrebbe rappresentare il “culmine dell’iper-globalizzazione”, velocizzando al contempo la transizione ecologica, entrambi conseguenze che implicherebbero una inflazione più duratura.

Lei stessa ha parlato di una traiettoria dei tassi che, entro il mese di ottobre, dovrebbe siglare la fine dei tassi negativi e il ritorno a una politica più “normale”.

Bce pronta a fine tassi negativi. A quale costo per l’economia euro?

L’economia dell’area – è questo il principale dubbio che assilla gli economisti – reggerà l’onda d’urto di una svolta tanto potente della politica monetaria?

E’, questa, la stessa domanda che circola insistentemente negli Stati Uniti, dove il termine inflazione è sempre più accompagnato dalle parole recessione, stagflazione, hard landing.

Nelle ultime ore è arrivato anche l’alert rischio turbolenze del Fondo Monetario Internazionale che, tra le altre cose, ha fatto notare che la vera domanda è non è chiedersi se l’inflazione abbia toccato il picco, ma un’altra.

I mercati nel frattempo parlano, e il messaggio che inviano non è dei più confortanti: lo spread BTP-Bund oscilla attorno a quota 200, ma è arrivato nelle ultime sessioni a superarla in modo significativo, attorno ai 214 punti base, ai massimi dal periodo in cui è esplosa la pandemia Covid, dunque dal 2020.

I tassi sui BTP decennali viaggiano al di sopra del 3%, al 3,3%.

“L’impressione è che il Consiglio direttivo (della Bce) voglia dimostrare che sta agendo sull’inflazione anche a fronte di rischi sulla crescita – ha commentato Evelyn Herrmann, economista di Bank of America a Parigi. – E questo è qualcosa che ignora principalmente il rischio che l’inflazione possa muoversi nella direzione opposta”.

Un tratto caratteristico dell’Eurozona, lo stesso che portò Mario Draghi nel 2012 a lanciare il “Whatever it Takes”, è stato di fatto il permanere della deflazione nel blocco, prima che il reopening dell’economia post Covid, con le strozzature che hanno colpito le catene di approviggionamento, e il colpo di grazia della guerra tra Russia e Ucraina si traducessero in un balzo dell’inflazione in tutto il mondo, come evidenziato da istituzioni del calibro della Banca Mondiale – che ha fatto un parallelo con la stagflazione degli anni ’70 – e dell’Ocse.

Quest’ultima, nel suo ultimo outlook economico “Price of War”, ha motivato il downgrade dell’outlook sul Pil globale anche con i lockdown che la Cina ha lanciato di recente, in linea con la Zero Covid policy.

Rischio Italia: tassi BTP sempre sotto la lente. Cosa farà la Bce?

L’Ocse ha presentato anche l’outlook sul Pil dell’Italia, mettendo in evidenza i rischi rappresentati dalla dipendenza dal gas della Russia  e da una possibile impennata proprio dei tassi dei BTP.

Riguardo al caso Italia, L’Ft ha riferito sulla base di alcune indiscrezioni che la Banca centrale europea sarebbe  orientata “a rafforzare il suo impegno a supportare i mercati dei debiti dei paesi vulnerabili dell’Eurozona, nel caso in cui vengano colpiti da un sell-off, mentre si prepara ad alzare i tassi per la prima volta in più di un decennio. La gran parte dei 25 esponenti del Consiglio direttivo dovrebbe sostenere una proposta volta a creare un nuovo programma di acquisti di bond, in caso di necessità, per impedire che i costi di finanziamento di paesi membri come l’Italia vadano fuori controllo“.

QUI tutti i dettagli.

Ha detto la sua sull’Italia anche David Marsh, presidente dell’OMFIF , in riferimento alle sfide che aspettano il paese, in un contesto in cui l’opinione pubblica è sbottata con il report di Goldman Sachs , che ha parlato di rischio sostenibilità debito con le elezioni del 2023

 “Cresce lo scetticismo sul potere del governo Draghi, insediatosi il febbraio del 2021, di realizzare le riforme economiche, specialmente di concretizzare quei progetti innovativi finanziati dal Next Generation EU (e incisi  nel PNRR), prima delle prossime elezioni politiche previste per l’inizio del 2023″.

Il rischio di un fallimento, per Draghi, supera ora le prospettive di un successo”., ha sottolineato Marsh. E la verità è che “in vista di un ulteriore stallo della politica, praticamente qualsiasi coalizione possibile di governo che emergerà l’anno prossimo potrebbe indebolire la stabilità“, ha sottolineato Marsh.

E questo, la Bce lo sa bene.