Bce verso differenziazione tassi? Non solo TLTRO, da Draghi si vuole soluzione pro-redditività banche
Grande attesa per la riunione della Bce che si svolgerà questa settimana: stavolta, il meeting non avverrà di giovedì, come di consueto avviene, ma sarà anticipato alla giornata di dopodomani, mercoledì 10 aprile. In un contesto in cui il peggioramento dei fondamentali economici dell’Eurozona è sotto gli occhi tutti, e in cui l’area euro e L’ue e il mondo intero più in generale vedono pendere sulla loro testa la spada di Damocle della Brexit, il compito di Mario Draghi & Co. sarà principalmente quello di evitare che un’ondata di panico travolga i mercati, minando ancora di più la fiducia nei confronti dell’economia.
“Whatever It Takes”. Part Two? Si chiede un articolo di Reuters, che sottolinea comunque che dalla Bce – che ha annunciato nel corso dell’ultimo meeting il lancio di una nuova tornata di operazioni di TLTRO – non dovrebbero arrivare grandi annunci, visto che diversi sono i suoi esponenti che si preparano a partire per i meeting primaverili del Fondo Monetario Internazionale a Washington.
Allo stesso tempo, Reuters fa notare come i rumor sulla possibilità che la Bce decida di adottare un sistema di tiering, ovvero di differenziazione dei tassi, al fine di smorzare la pressione sulle banche e allontanare i timori sull’arrivo di una recessione globale abbiano già avuto l’effetto di far scivolare i tassi decennali dei Bund tedeschi al di sotto dello zero, per la prima volta dal 2016.
Una cosa è certa: se il tasso sui depositi delle banche dell’area euro presso la Bce rimarrà negativo, com’è ora, al -0,40%, la redditività per gli istituti di credito dell’Eurozona continuerà a essere messa sotto pressione.
A tal proposito, è stata la stessa Reuters a fine marzo a parlare, sulla base di fonti, della possibilità che la Bce decida di restituire parte degli oltre 7 miliardi di euro che raccoglie annualmente sotto forma di interessi dalle banche sui depositi che vengono parcheggiati presso di essa.
In una nota che risale allo scorso 28 marzo, gli stessi analisti di Barclays avevano previsto che, entro la fine dell’anno, la banca centrale avrebbe deciso di “aggiustare la forward guidance sui tassi di interesse, in concomitanza con la scadenza della formulazione attuale”. Il riferimento era alla possibilità che la Bce decidesse di fare una netta distinzione tra il tasso di rifinanziamento (che al momento è pari a zero) e il tasso sui depositi, che invece è negativo, e pari a -0,4%. Questo, al fine di aprire “la porta a un intervento che potrebbe rendere meno negativo il tasso sui depositi (alzandoli, dunque)” e che, allo stesso tempo, “segnalarebbe la volontà (di Francoforte) di far rimanere i tassi di rifinanziamento a zero per più tempo”.
“Con questa mossa – segnalava la nota di Barclays – la Bce garantirebbe una politica monetaria ancora accomodante: nel rendere il tasso sui depositi meno negativo verso la fine del 2020, la Bce allevierebbe la pressione sulla redditività delle banche (che pagano un contesto di tassi a livelli sotto lo zero), migliorando così il sentiment sulle condizioni di salute degli istituti.
Gli analisti di Barclays avevano previsto un aumento del tasso sui depositi a -0,10% dal -0,40% attuale alla fine del 2020 in due mosse: un aumento di 15 punti base nel giugno nel 2020 e un altro rialzo di 15 punti base nel dicembre del 2020″.
Un eventuale annuncio di un sistema di differenziazione dei tassi, ha spiegato a Reuters James Rossiter, senior global strategist presso TD Securities “non può essere considerato un passo ovvio, ma una possibilità che la Bce dovrà affrontare prima o poi”. Noi – ha continuato Rossiter – non ci aspettiamo nulla di officiale dal comunicato della Bce, ma per Draghi sarà difficile sventare domande su questa possibilità”.
I mercati attendono dalla Bce anche ulteriori dettagli sul nuovo round di operazioni TLTRO III: interrogativo chiave sarà quanto di interessi le banche dovranno pagare sui prestiti, e dove i fondi potranno essere dispiegati. Da segnalare che i prestiti TLTRO III avranno una scadenza di due anni e saranno offerti dalla Bce su base trimestrale, nel lasso di tempo compreso tra settembre e marzo del 2021.