Bce: tassi fermi, Lagarde non si sbilancia su tagli tassi
La Bce ha lasciato i tassi invariati nella riunione odierna, rispettando le attese degli analisti. Dopo il taglio effettuato giugno, i funzionari della banca centrale preferiscono attendere più dati che confermino una discesa dell’inflazione prima di abbassare ulteriormente il costo del denaro. Nella conferenza post meeting, la presidente Christine Lagarde non si è sbottonata su un eventuale nuovo taglio a settembre, prezzato dai mercati con una probabilità intorno all’80%. Contenuta la reazione dei mercati, con un lieve calo dei rendimenti dei titoli governativi (Btp al 3,69% e spread con il Bund a 128 bp) e del cambio euro/dollaro (a 1,091).
Bce lascia i tassi invariati, inflazione ancora sopra il target fino al 2025
Il Consiglio direttivo ha mantenuto inalterati i tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali, sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi presso la banca centrale, rispettivamente al 4,25%, al 4,50% e al 3,75%.
“Le nuove informazioni”, si legge nel comunicato della Bce, “confermano sostanzialmente la valutazione precedente del Consiglio direttivo circa le prospettive di inflazione a medio termine”. Nonostante il lieve aumento registrato a maggio da alcune misure dell’inflazione di fondo, “per la maggior parte sono rimaste stabili o sono diminuite leggermente a giugno”.
In linea con le aspettative dei funzionari, “l’impatto inflazionistico dell’elevata crescita salariale è stato assorbito dai profitti. La politica monetaria mantiene restrittive le condizioni di finanziamento. Al tempo stesso, le pressioni interne sui prezzi restano alte, l’inflazione dei servizi è elevata ed è probabile che l’inflazione complessiva rimanga al di sopra dell’obiettivo fino a gran parte del prossimo anno”.
Tassi restrittivi finché necessario ad abbassare inflazione
I responsabili di politica monetaria dell’Eurotower hanno ribadito l’impegno ad “assicurare il ritorno tempestivo dell’inflazione al suo obiettivo del 2% a medio termine”. Il Consiglio direttivo, pertanto, “manterrà i tassi di riferimento su livelli sufficientemente restrittivi finché necessario a conseguire questo fine.”
L’approccio, ribadisce il comunicato della Bce, rimarrà “guidato dai dati” e le decisioni “definite di volta in volta a ogni riunione”. In particolare, le prossime mosse “saranno basate sulla sua valutazione delle prospettive di inflazione, considerati i nuovi dati economici e finanziari, della dinamica dell’inflazione di fondo e dell’intensità della trasmissione della politica monetaria, senza vincolarsi a un particolare percorso dei tassi.”
Tutto invariato da Bce sul fronte degli acquisti di bond
Nessuna modifica per quanto riguarda gli acquisti di asset da parte della Bce. Il portafoglio del Programma di acquisto di attività (PAA) continua a ridursi “a un ritmo misurato e prevedibile, dato che l’Eurosistema non reinveste più il capitale rimborsato sui titoli in scadenza.”
Con riferimento invece al Programma di acquisto per l’emergenza pandemica (pandemic emergency purchase programme, PEPP), “l’Eurosistema non reinveste più tutto il capitale rimborsato sui titoli in scadenza, riducendo il portafoglio di 7,5 miliardi di euro al mese, in media”.
La Bce intende concludere i reinvestimenti nel quadro di questo programma alla fine di quest’anno. “Il Consiglio direttivo continuerà a reinvestire in modo flessibile il capitale rimborsato sui titoli in scadenza del portafoglio del PEPP, per contrastare i rischi per il meccanismo di trasmissione della politica monetaria riconducibili alla pandemia.”
Lagarde non si sbilancia su tagli tassi
Nella conferenza stampa post meeting, la presidente Christine Lagarde ha fatto il punto su inflazione e crescita, affermando inoltre che la crescita dei salari si sta sviluppando “nella giusta direzione”.
“Si prevede che l’inflazione oscillerà intorno ai livelli attuali per il resto dell’anno e diminuirà verso l’obiettivo – del 2% – nella seconda metà del 2025”, ha affermato. Questo, “a causa della crescita più debole del costo del lavoro, dell’effetto della politica monetaria restrittiva e in scia al minore impatto derivante dalla precedente impennata dell’inflazione”.
Per quanto riguarda la crescita, la presidente ha avvertito che i rischi sono orientati al ribasso. “Le informazioni in arrivo indicano che l’economia dell’Eurozona è cresciuta nel secondo trimestre, ma probabilmente a un ritmo più lento rispetto al primo”, ha detto Lagarde. “Guardando al futuro, prevediamo che la ripresa sarà sostenuta dai consumi, trainati a loro volta da un rafforzamento dei redditi reali riconducibile a bassa inflazione e salari nominali più elevati”.
Su un taglio dei tassi a settembre, la presidente si è limitata a dichiarare che “la decisione è aperta”, lasciando sul tavolo ogni possibilità e ribadendo che non esiste un percorso predeterminato.