Notizie Notizie Mondo Bce taglia tasso sui depositi di 25 bp, le stime su inflazione e Pil e le parole di Lagarde

Bce taglia tasso sui depositi di 25 bp, le stime su inflazione e Pil e le parole di Lagarde

12 Settembre 2024 14:24

Il Consiglio direttivo della Bce ha deciso di tagliare di 25 punti base il tasso di interesse sui depositi presso la banca centrale, lo strumento attraverso cui orienta la politica monetaria. “Sulla base della sua valutazione aggiornata delle prospettive di inflazione, della dinamica dell’inflazione di fondo e dell’intensità della trasmissione della politica monetaria, è ora opportuno compiere un altro passo nella moderazione del grado di restrizione della politica monetaria“, si legge nel comunicato stampa dell’istituto di Francoforte. Alle 14:45 la conferenza stampa di Christine Lagarde, presidente della Bce.

I nuovi tassi di interesse della Bce

Con il nuovo taglio da 25 punti base, il tasso di interesse sui depositi presso la banca centrale verrà ridotto al 3,50%. A seguito del riesame dell’assetto operativo annunciato a marzo, il nuovo differenziale tra il tasso di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali e il tasso sui depositi presso la banca centrale è stato fissato a 15 punti base, mentre il delta fra il tasso sulle operazioni di rifinanziamento marginali e quello sulle operazioni di rifinanziamento principali rimarrà invariato a 25 punti base.

Alla luce di quanto detto, i tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali e sulle operazioni di rifinanziamento marginale saranno ridotti rispettivamente al 3,65% e al 3,90%. Le modifiche entreranno in vigore il 18 settembre 2024.

Le stime aggiornate sull’inflazione headline e core

I dati più recenti sull’inflazione rispecchiano sostanzialmente le attese della Bce, e le ultime proiezioni confermano le prospettive precedenti. Pertanto, l’inflazione complessiva è stimata in media al 2,5% nel 2024, al 2,2% nel 2025 e all’1,9% nel 2026, come a giugno.

Secondo il Consiglio direttivo, l’inflazione aumenterà nell’ultima parte di quest’anno, poiché i precedenti ribassi dei prezzi dell’energia non incideranno più nel calcolo su base annua. In seguito dovrebbe diminuire fino a raggiungere il 2% nella seconda metà del 2025.

Per quanto riguarda l’inflazione di fondo, le proiezioni aggiornate indicano un 2,9% quest’anno, 2,3% nel 2025 e 2,0% nel 2026, dati rivisti rispettivamente da 2,8%, 2,2% e 2,0% a causa dei rincari nei servizi maggiori delle attese.

L’inflazione interna, spiega la Bce, resta elevata a causa della crescita a ritmo sostenuto dei salari, ma le pressioni sul costo del lavoro si stanno allentando e i profitti stanno parzialmente attenuando l’impatto sull’inflazione dell’aumento delle retribuzioni.

Le proiezioni sulla crescita della zona euro

Leggermente in calo le previsioni sulla crescita economica, poiché le condizioni di finanziamento rimangono restrittive e l’attività economica resta contenuta, di riflesso alla debolezza dei consumi privati e degli investimenti.

Le nuove proiezioni degli esperti prevedono un Pil in aumento dello 0,8% nel 2024, dell’1,3% nel 2025 e dell’1,5% nel 2026, rispetto a +0,9%, +1,4% e +1,6% di giugno.

La revisione al ribasso è principalmente dettata dal minore contributo della domanda interna nei prossimi trimestri.

Bce conferma approccio data-dependent, tassi restrittivi finché necessario

Il Consiglio direttivo resta determinato ad assicurare il ritorno tempestivo dell’inflazione verso il target del 2% nel medio termine. Per farlo, la Bce manterrà i tassi di riferimento su livelli sufficientemente restrittivi “finché necessario”.

Confermato l’approccio guidato dai dati e l’assenza di un percorso predeterminato per i tassi. Le decisioni saranno dunque legate alle valutazioni sulle prospettive di inflazione, la dinamica dell’inflazione core e l’intensità di trasmissione della politica monetaria.

Acquisti di bond

Il portafoglio del PAA (Programma di acquisto di attività) si sta riducendo a un ritmo misurato e prevedibile, dato che l’Eurosistema non reinveste più il capitale rimborsato sui titoli in scadenza, afferma la nota della Bce.

Per quanto concerne invece il Programma di acquisto per l’emergenza pandemica (pandemic emergency purchase programme, PEPP), l’Eurosistema non reinveste più tutto il capitale rimborsato sui titoli in scadenza, riducendo il portafoglio di 7,5 miliardi di euro al mese, in media. Come annunciato in precedenza, il Consiglio direttivo intende terminare i reinvestimenti del PEPP alla fine del 2024.

Le parole della presidente Lagarde

Nella conferenza stampa al termine del meeting, la presidente Christine Lagarde ha affermato che la dinamica dell’inflazione di fondo non è ancora soddisfacente, motivo per cui la Bce deve rimanere “attenta” e “resiliente”.

Interrogata su un possibile taglio ulteriore nella prossima riunione, in programma il 17 ottobre, Lagarde ha ribadito che l’approccio rimarrà guidato dai dati e che non esiste alcun percorso predeterminato di riduzione dei tassi. Al tempo stesso, ha però sottolineato il periodo relativamente breve fra i due incontri, lasciando intendere che difficilmente la Bce avrà a disposizione informazioni supplementari sufficienti a giustificare un’altra riduzione.

Per quanto riguarda la crescita i rischi restano “orientati al ribasso”, con un rallentamento nel secondo trimestre. “La ripresa sta affrontando alcuni venti contrari”, ha detto Lagarde. “L’effetto gradualmente attenuato della politica monetaria restrittiva dovrebbe sostenere consumi e investimenti.”

Parlando di inflazione, Lagarde ha avverito che i salari negoziati aumenteranno ancora ad un ritmo elevato quest’anno, a causa di fattori una tantum, ma la Bce continua a prevedere un calo, fondamentale per riportare l’inflazione al 2%. L’inflazione interna rimane “persistente” e suggerisce un atteggiamento cauto da parte della Bce.