Bce taglia i tassi ma alza stime inflazione. Lagarde: “nessun percorso predefinito”
La Bce ha tagliato i tassi di 25 punti base, come largamente anticipato da Christine Lagarde e dai suoi colleghi del Consiglio Direttivo nelle ultime settimane. Alle 14:45 la presidente ha preso la parola per la consueta conferenza stampa post meeting. Nel frattempo, le borse europee scambiano sopra la parità, con il Ftse Mib e il Dax a a +0,5%. In rialzo i rendimenti obbligazionari, con il Btp al 3,87% e il Bund al 2,56% (spread poco mosso a 131 bp), mentre l’euro/dollaro viaggia stabile a 1,088 dopo un po’ di volatilità iniziale.
Bce taglia i tassi di 25 bp
Il Consiglio direttivo ha deciso oggi di ridurre di 25 punti base i tre tassi di interesse di riferimento della BCE. Sulla base di una valutazione aggiornata delle prospettive di inflazione, della dinamica dell’inflazione di fondo e dell’intensità della trasmissione della politica monetaria, è ora opportuno moderare il grado di restrizione della politica monetaria dopo nove mesi di tassi di interesse invariati, afferma il comunicato della banca centrale.
Dalla riunione del Consiglio direttivo di settembre 2023 l’inflazione è diminuita di oltre 2,5 punti percentuali e le prospettive di inflazione sono migliorate notevolmente. Anche l’inflazione di fondo è scesa, rafforzando i segnali di un indebolimento delle pressioni sui prezzi, e le aspettative di inflazione hanno registrato una flessione su tutti gli orizzonti. La politica monetaria ha mantenuto restrittive le condizioni di finanziamento. Frenando la domanda e facendo sì che le aspettative di inflazione restassero ben ancorate, ciò ha contribuito in misura rilevante al rientro dell’inflazione.
Le nuove proiezioni della Bce su inflazione e Pil
Allo stesso tempo, malgrado i progressi degli ultimi trimestri, persistono forti pressioni interne sui prezzi poiché la crescita delle retribuzioni è elevata; l’inflazione resterà probabilmente al di sopra dell’obiettivo fino a gran parte del prossimo anno.
Le ultime proiezioni formulate dagli esperti dell’Eurosistema per l’inflazione complessiva e quella di fondo sono state riviste al rialzo per il 2024 e il 2025 rispetto alle proiezioni di marzo. Gli esperti indicano ora che l’inflazione complessiva si collocherebbe in media al 2,5% nel 2024, al 2,2% nel 2025 e all’1,9% nel 2026. In precedenza, le stime indicavano rispettivamente un 2,3%, 2% e 1,9%.
L’inflazione al netto della componente energetica e alimentare si porterebbe in media al 2,8% nel 2024, al 2,2% nel 2025 e al 2,0% nel 2026.
Per quanto riguarda il Pil, i funzionari prevedono che la crescita economica aumenti allo 0,9% nel 2024, all’1,4% nel 2025 e all’1,6% nel 2026.
Il nuovo livello dei tassi di interesse di riferimento della Bce
Il Consiglio direttivo ha deciso di ridurre di 25 punti base i tre tassi di interesse di riferimento della BCE. Pertanto, i tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali, sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi presso la banca centrale saranno ridotti rispettivamente al 4,25%, al 4,50% e al 3,75%, con effetto dal 12 giugno 2024.
Il Consiglio direttivo è determinato ad assicurare il ritorno tempestivo dell’inflazione al suo obiettivo del 2% a medio termine. Manterrà i tassi di riferimento su livelli sufficientemente restrittivi finché necessario a conseguire questo fine. Per determinare livello e durata adeguati della restrizione, il Consiglio direttivo continuerà a seguire un approccio guidato dai dati in base al quale le decisioni vengono definite di volta in volta a ogni riunione. In particolare, le decisioni sui tassi di interesse saranno basate sulla sua valutazione delle prospettive di inflazione, considerati i nuovi dati economici e finanziari, della dinamica dell’inflazione di fondo e dell’intensità della trasmissione della politica monetaria, senza vincolarsi a un particolare percorso dei tassi
Le delibere sui programmi PAA E PEPP
Per quanto riguarda i programmi di acquisti di bond, il portafoglio del PAA si sta riducendo a un ritmo misurato e prevedibile, dato che l’Eurosistema non reinveste più il capitale rimborsato sui titoli in scadenza.
Il Consiglio direttivo continuerà a reinvestire, integralmente, il capitale rimborsato sui titoli in scadenza nel quadro del PEPP (pandemic emergency purchase programme) sino alla fine di giugno 2024. Nella seconda parte dell’anno ridurrà il portafoglio del PEPP di 7,5 miliardi di euro al mese, in media. I funzionari intendono terminare i reinvestimenti nell’ambito di tale programma alla fine del 2024.
Il Consiglio direttivo continuerà a reinvestire in modo flessibile il capitale rimborsato sui titoli in scadenza del portafoglio del PEPP, per contrastare i rischi per il meccanismo di trasmissione della politica monetaria riconducibili alla pandemia.
Considerazioni finali
A fronte dei rimborsi degli importi ricevuti dalle banche nelle operazioni mirate di rifinanziamento a più lungo termine, il board della Bce riesaminerà regolarmente come le operazioni mirate e i rimborsi in atto contribuiscono all’orientamento della politica monetaria.
Il Consiglio direttivo è pronto ad adeguare tutti i suoi strumenti nell’ambito del proprio mandato per assicurare che l’inflazione ritorni all’obiettivo del 2% a medio termine e per preservare l’ordinato funzionamento del meccanismo di trasmissione della politica monetaria. Inoltre, lo strumento di protezione del meccanismo di trasmissione della politica monetaria può essere utilizzato per contrastare ingiustificate, disordinate dinamiche di mercato che mettano seriamente a repentaglio la trasmissione della politica monetaria in tutti i paesi dell’area dell’euro, consentendo così al Consiglio direttivo di assolvere con più efficacia il proprio mandato della stabilità dei prezzi.
Le parole di Lagarde, presidente Bce
Nel corso della conferenza stampa post meeting, Christine Lagarde ha sottolineato ripetutamente che la Bce non si sta impegnando preventivamente su un particolare percorso dei tassi. La velocità con cui l’istituto si muoverà è “molto incerta” e “serviranno più dati per confermare il processo disinflazionistico”, poiché la strada resta “accidentata”.
Per quanto riguarda la crescita economica, la presidente ha affermato che i rischi sono bilanciati nel breve termine, ma inclinati al ribasso nel medio periodo.
Rispondendo alle domande degli intervistatori, Lagarde ha dichiarato che la decisione di tagliare i tassi malgrado il rialzo delle previsioni sull’inflazione è motivata dal fatto che “la fiducia nel percorso da seguire era aumentata negli ultimi mesi”. Con riferimento alle proiezioni, ha utilizzato i termini “affidabilità” e “robustezza”.
La numero uno della Bce ha ribadito l’importanza dei salari, rimarcando che gli ultimi dati non hanno supportato la visione della BCE di un allentamento delle pressioni, ravvisando invece un’accelerazione al 4,7% nel primo trimestre (dal 4,5% di fine 2023). “Domani riceveremo nuovi importanti dati sulla crescita dei salari e del costo unitario del lavoro”, ha annunciato.