Bce su NPL: dopo alert credit crunch S&P, Moody’s conferma outlook negativo per banche italiane
Banche italiane alle prese con le nuove note che arrivano dal mondo delle agenzie di rating. In un comunicato diramato stamattina, Moody’s ha reiterato l’outlook negativo sugli istituti, motivando la decisione con le continue e crescenti pressioni a cui le banche fanno fronte, nel loro processo di smaltimento dei crediti deteriorati (NPL).
Il riferimento è alle disposizioni della Bce sulla gestione dei Non Performing Loans, che sono state rese note all’inizio del mese, scatenando un coro di critiche da diverse istituzioni italiane, in primis l’ABI, per l’effetto depressivo che potrebbero avere sull’intero sistema Italia.
Le pressioni delle autorità di regolamentazione, sottolinea Moody’s, emergono tra l’altro “in un contesto in cui ci sono limitate opportunità di raccogliere capitali, una redditività che continua ad essere debole e una significativa esposizione di credito verso il governo italiano”.
Tali fragilità, ricorda Moody’s, sono solo “in parte compensate da una lieve ripresa economica e da flussi più bassi di Npl”.
Così si legge ancora nella nota:
“Nel dicembre del 2016, lo stock dei crediti problematici delle banche italiane si attestava a 349 miliardi di euro, il valore più alto in Europa, pari al 17,3% dei loro prestiti lordi, più di tre volte la media dell’Unione europea, pari al 5,1%”.
Moody’s scrive comunque anche che “il profilo di finanziamento delle banche italiane rimarrà solido, visto che il funding arriva soprattutto dai depositi e le necessità del wholesale funding (che comprendono prestiti interbancari o i depositi esteri) sono basse”.
L’attenti di Moody’s arriva all’indomani di quello di Standard & Poor’s, che ha scritto che “nel complesso, le banche italiane sono potenzialmente le più esposte tra le banche dell’Eurozona alle nuove proposte della Bce, a causa dei lunghi tempi di recupero dei crediti che caratterizzano il paese”.
S&P prevede che entro il 2019 gli istituti italiani provvederanno a smaltire crediti problematici per un valore di 100-120 miliardi di euro ma, anche, che uno smaltimento così importante di NPL a prezzi correnti potrebbe finire per costringere le banche italiane (ma anche quelle del Portogallo) ad adottare ulteriori misure di rafforzamento di capitale.
Il rischio di tali disposizioni della Bce, inoltre, è quello di frenare l’erogazione del credito delle banche alle imprese.