Effetto Bce-QT: ancora sell sui BTP, tassi oltre il 4,3%
Mentre l’Italia del governo Meloni attacca la Bce, la situazione sul mercato dei titoli di stato del made in Italy non sembra migliorare. I tassi sui BTP a 10 anni oggi hanno superato anche la soglia del 4,3%, volando fino al 4,35%, a fronte di uno spread BTP-Bund salito attorno ai 218 punti base, in crescita del 5%.
La tensione sui BTP si spiega con gli annunci della banca centrale guidata da Christine Lagarde, ma anche con le rinnovate tensioni tra l’Italia e le autorità europee, in questo caso l’Eurotower.
Critiche sono arrivate da più parti, anche in risposta all’auspicio, segnalato da Lagarde, che l’Italia ratifichi la riforma del Mes.
I rendimenti dei BTP decennali hanno superato anche quelli dei bond della Grecia.
Ieri la Bce ha annunciato il paventato QT-Quantitative Tightening.
La riduzione del portafoglio-bilancio della Bce ingolfato dai titoli di stato dell’area euro che sono stati acquistati in questi anni, a partire dal 2015, inizierà nel marzo dell’anno prossimo, dunque a inizio 2023.
Un articolo pubblicato sull’FT-Financial Times da Martin Arnold aveva già messo in evidenza la posizione precaria dell’Italia.
“Le preoccupazioni sulla sostenibilità del debito potrebbero riaffacciarsi in paesi come l’Italia, in un contesto in cui i tassi di interesse salgono di più e la Bce passa dall’essere un acquirente netto di bond a un istituto che invece li smobilizza”, aveva commentato Veronika Roharova, capo economista dell’area euro per Swiss bank Credit Suisse.
Per avere un’idea dei debiti sovrani che la Bce si appresta a scaricare, basta qualche numero:
valgono 5 trilioni di euro i bond che la banca centrale europea detiene nel suo bilancio, e sono questi 5 trilioni di euro di bond, che includono una immensa fetta di BTP, che saranno smobilizzati. Certo, in modo graduale, come ha confermato la Bce.
Il commento sulla Bce. Outlook spread BTP-Bund
Così Annalisa Piazza, Fixed-Income Research Analyst, MFS Investment Management, ha commentato quanto emerso dalla riunione della Bce di ieri, l’ultima del 2022, facendo una previsione anche sul trend dello spread BTP-Bund:
“La BCE si è impegnata a continuare ad aumentare i tassi in modo rilevante, ad un ritmo costante e a mantenere i tassi in territorio restrittivo fino a quando l’obiettivo di inflazione di medio periodo non tornerà in target – ha riassunto quanto emerso dal BCE-Day Annalisa Piazza – La banca centrale ha annunciato che avvierà il quantitative tightening (QT) legato all’APP all’inizio di marzo 2023, con un ‘ritmo misurato e prevedibile’, permettendo al bilancio dell’Eurosistema di ridursi in media di 15 miliardi di euro al mese fino alla fine del secondo trimestre del 2023″.
L’analista di MFS Investment Management ha fatto notare che “annuncio dei dettagli della prima fase del QT è in qualche modo una sorpresa, ma permette aimercati di iniziare a prezzare in anticipo le future variazioni dell’offerta netta. La capacità di previsione è uno strumento per evitare strappi sui mercati e consente una migliore trasmissione della politica monetaria”.
“Il nuovo orientamento ha portato a un netto rialzo dei rendimenti su tutte le curve dell’UEM e gli spread dei paesi periferici si sono allargati di circa 10 pb. Detto questo, la parte a breve della curva non sta prezzando uno scenario molto più restrittivo rispetto a quello prezzato a fine ottobre (prima del recente rally guidato dagli Stati Uniti) e i rendimenti tedeschi a lunga scadenza sono inferiori di circa 30 pb rispetto al recente picco di riferimento”.
Cosa si aspettano a questo punto i diretti interessati, ovvero i mercati?
Annalisa Piazza risponde:
“Il mercato suggerisce implicitamente che il tasso finale di riferimento della Bce sia compreso tra il 3 e il 3,25%. I rischi di recessione sono prezzati nella parte a
lungo delle curve, nonostante lo scenario di base della BCE preveda una recessione poco profonda”.
“La Bce – si legge ancora nella nota dell’analista di MFS Investment Management – sembra essere estremamente preoccupata che le aspettative di inflazione vadano fuori controllo e la Lagarde ha continuato a sottolineare come i prodotti alimentari e l’energia continuino a rappresentare una pressione al rialzo (a causa di possibili effetti di secondo livello su altri beni del paniere IPCA)”.
“Le previsioni di una recessione poco profonda ci sembrano troppo ottimistiche, anche considerando che la crisi energetica è ben lontana dall’essere terminata”, continua Piazza, aggiungendo che “fino alla prossima estate sarà difficile valutare se i problemi legati al gas saranno migliori o peggiori di quelli attuali. Fino ad allora, le prospettive rimangono molto confuse”.
“I tassi di riferimento hanno contribuito al rally globale in vista di questa riunione. Insieme al rinnovato orientamento restrittivo, i mercati monetari si stanno adeguando alla prolungata determinazione della BCE. La Lagarde ha insistito sulla probabilità di ulteriori rialzi significativi, che porteranno i tassi di riferimento a doversi confrontare con questa interpretazione. Nel complesso, i rischi rispetto alle precedenti stime di un tasso terminale del 3,0% sono ora probabilmente più elevati, nonostante il rallentamento della crescita. Pertanto, riteniamo che l‘appiattimento sia giustificato, ma siamo anche consapevoli di quanto sia rovesciata la curva.
Riguardo al trend dello spread BTP-Bund, Annalisa Piazza sottolinea:
“Se a ciò si aggiungono il rallentamento della crescita e leoscillazioni dell’offerta obbligazionaria, sembra che il percorso più probabile sia quello di un ulteriore allargamento degli spread nel prossimo anno. Il nostro target è uno spread BTP/Bund a 220 pb alla fine del primo trimestre del 2023″.