Bce pronta ad agire: tapering per iniziare, primi rialzi dei tassi a inizio 2019
Il tapering sarà l’antipasto di una normalizzazione della politica monetaria della Bce che tra poco più di un anno potrebbe portare al primo rialzo dei tassi dal lontano luglio 2011. Il tapering, ossia la riduzione degli acquisti mensili di asset, dovrebbe avere inizio a gennaio 2018 e la sforbiciata agli acquisti dovrebbe essere da subito abbastanza netta, probabilmente un dimezzamento rispetto ai 60 miliardi attuali.
QE taglierà traguardo dei 2.500 miliardi di asset acquistati
Infatti, stando a quanto emerge dall’ultimi sondaggio pubblicato oggi da Bloomberg gli acquisti passeranno a gennaio da 60 a 30 miliardi di euro al mese. Il survey, condotto tra 57 economisti, vede quindi un dimezzamento degli acquisti mensili con un prolungamento del piano fino a settembre 2018 con la possibilità comunque di estenderlo ulteriormente in caso di necessità. Il tal modo a fine piano gli acquisti totali nel corso del QE supererebbero quota 2.500 miliardi di euro.
Sarà un tapering “flessibile”
La tabella di marcia del tapering dipenderà dall’evoluzione del contesto economico, in particolare dell’inflazione, attualmente all’1,5%, e che difficilmente nel breve-medio periodo riuscirà a raggiungere il target del 2%. Bce che deve fare i conti anche con la possibile reazione dei mercati. “La BCE è consapevole del fatto che il tapering sia un’operazione estremamente sensibile per i mercati, pertanto sottolineerà probabilmente che la riduzione del programma di acquisto di obbligazioni sarà condizionata da alcuni fattori, piuttosto che automatica. Questo tono rassicurante consentirà alla banca di mantenere la massima flessibilità nell’uscita dalla sua politica monetaria non convenzionale”, commenta Franck Dixmier, Global Head of Fixed Income e CIO Fixed Income Europe di AllianzGI
Rialzo tassi, il possibile timing
Il presidente della Bce, Mario Draghi, ha più volte sottolineato come anche successivamente alla conclusione del quantitative easing la politica monetaria rimarrà accomodante con tassi di interesse a livelli bassi ancora a lungo. Il mercato si interroga da tempo sulla possibile data della prima stretta sul costo del denaro, che staziona a quota zero, sui minimi storici, dal marzo del 2016. E’ molto probabile che nel corso del 2019 ci sarà la prima mossa in tal senso. Dal sondaggio Bloomberg emerge che già nel primo scorcio del 2019 potrebbe arrivare un ritocco del tasso sui depositi (attualmente a -0,4%), mentre il livello del tasso di interesse potrebbe essere alzato dallo zero attuale nel secondo trimestre del 2019 e riduzione del bilancio Bce dal 2020.
Pimco vede prima mossa sui tassi più in avanti nel 2019
In linea con queste previsioni anche quelle di Pimco. “Ci attendiamo che nel meeting del 26 ottobre la BCE decida di estendere il piano di acquisto asset di nove mesi a 30 miliardi mensili, senza però fornire una data in cui il piano terminerà”. È quanto riporta una nota elaborata da Andrew Bosomworth, responsabile della gestione del portafoglio di PIMCO in Germania. Leggermente più cauta è invece la view sui tassi: Bosomworth stima che il tasso sui depositi sarà innalzato a metà 2019, mentre una riduzione del bilancio sarà avviata a partire dal 2020.
La Bundesbank ha iniziato a prolungare la durata del suo portafoglio in quanto si sta avvicinando ai limiti di emissione per i Bund a scadenza breve. L’esperto di PIMCO si aspetta che questa tendenza continuerà. La politica monetaria, continua Bosomworth, sarà ampiamente neutrale per gli spread periferici-Bund, con un sostegno inferiore dal tapering compensato dall’applicazione del capital key, sugli acquisti di beni lordi, che dovrebbe generare flussi di reinvestimento di cui beneficeranno marginalmente Francia e Italia, grazie alle elevate quote di Bund detenuti in il portafoglio che matureranno l’anno prossimo.