Notizie Notizie Italia Bce monitora ma non teme troppo l’Italia. Intanto Mizuho lancia alert: occhio a curva rendimenti BTP

Bce monitora ma non teme troppo l’Italia. Intanto Mizuho lancia alert: occhio a curva rendimenti BTP

12 Giugno 2018 11:23

In attesa della riunione della Bce di dopodomani, giovedì 14 giugno, due membri del Consiglio direttivo dell’istituto, Ewald Nowotny e Vitas Vasiliauskas, cercano di smorzare i timori sull’Italia che, a dispetto del forte calo dei tassi e dello spread BTP-Bund delle ultime ore, permangono, come dimostra una nota recente firmata dagli analisti di Mizuho.

Interpellato dal quotidiano austriaco Kleine Zeitung, Nowotny ammette che la situazione politica italiana è fonte di preoccupazione, ma aggiunge anche di non ritenere che dall’Italia si dipanerà “una vera crisi”. Detto questo, il banchiere centrale (è a capo della Banca centrale austriaca) ha ricordato come una eventuale crisi italiana sarebbe “rilevante soprattutto per la Francia”, vista l’esposizione dei due colossi bancari francesi Credit Agricole e BNP Paribas verso l’Italia.

Dal canto suo, Vasiliauskas, anch’egli membro del board della Bce, ha affermato di credere che il paese non rappresenti una minaccia per l’Eurozona.

In questo momento l’Italia ha un governo, perciò penso che possiamo aspettarci che non minacci l’intera Eurozona”, ha detto il governatore della banca centrale lituana. “In ogni caso, dobbiamo tenere la situazione sotto controllo”.

Nelle ultime ore quello che viene considerato il termometro più importante per misurare la febbre dell’Italia, ovvero lo spread BTP-Bund, ha dato qualche segnale positivo, soprattutto sulla scia delle dichiarazioni del neo ministro dell’Economia, Giovanni Tria, a sostegno dell’euro.

Sono state proprio le rassicurazioni di Tria a innescare ieri una forte ondata di acquisti sugli asset italiani, tra cui i  BTP, sempre attentamente monitorati dalla comunità di investitori e strategist.

I buy scatenati hanno permesso ai rendimenti decennali di scendere fino a 30 punti base circa alla vigilia, riportando la flessione giornaliera più sostenuta dal luglio del 2012. I rendimenti dei titoli a due anni sono crollati ancora di più, scivolando di ben 63 punti base.

Tuttavia, non tutti gli analisti hanno guardato con favore al rally dei bond italiani. In particolare, intervistato da Bloomberg, Luca Jellinek, strategist dei tassi della divisione di ricerca di Santander, ha motivato il balzo con le ricoperture di scoperto, visto che, ha fatto notare, “c’erano molte posizioni short sull’Italia”. Detto questo, a suo avviso il rally “è stato eccessivo”.

C’è poi lo scetticismo degli analisti di Mizuho International che viene riportato da un articolo di Bloomberg.

Mizuho ritiene che lo spettro della crisi dei debiti sovrani continui ad aleggiare sui bond italiani. La prova? E’ nella curva dei rendimenti, che è stata vittima di violente oscillazioni nelle ultime settimane, e che secondo gli analisti si appiattirà ulteriormente nel momento in cui i rischi politici dell’Italia riemergeranno.

In particolare, secondo Mizuho, la differenza tra i tassi dei BTP a 30 anni e quelli dei BTP a cinque anni scivolerà al minimo dal 2011, ovvero proprio dall’annus horribilis dell’Italia.

Peter Chatwell, responsabile della strategia dei tassi presso Mizuho, prevede in particolare che lo spread tra i tassi a 30 e 5 anni scenderà fino a 50 punti base, o anche al di sotto, rispetto ai 150 punti base attorno a cui oscilla oggi: tale scenario si verificherebbe, a suo avviso, nel caso in cui i piani di spesa del governo M5S-Lega iniziassero a pesare sui conti pubblici.

C’è da dire tuttavia che la view sui BTP è piuttosto contrastata.

Intervistato anche lui da Bloomberg, Marco Brancolini di Natwest Markets è dell’idea che gli investitori abbiano scontato una probabilità troppo alta di un’uscita dell’Italia dall’Unione monetaria tanto che, fa notare, i tassi sui BTP a due anni viaggiano a un valore simile a quello dei tassi trentennali francesi. Una esagerazione, secondo l’analista, visto che una qualsiasi exit dell’Italia scatterebbe con uno shock esogeno, e non avverrebbe prima del prossimo o dei prossimi due anni.

“Di conseguenza – dice – visto che un tale shock non è imminente, riteniamo che i bond italiani di breve termine siano convenienti” e che “tra qualche settimana i BTP della parte iniziale della curva offriranno rendimenti molto più bassi”.