Bce, mossa Lagarde su tassi e bond. Parlano gli analisti
Come da attese, la Bce di Christine Lagarde ha annunciato di aver alzato i tassi di 25 punti base, portando i tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali, sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi presso la banca centrale rispettivamente al 3,75%, al 4,00% e al 3,25%, con effetto dal 10 maggio 2023.
Nel corso della conferenza stampa successiva all’annuncio sui tassi, Lagarde ha tuttavia chiarito che, sebbene di entità meno aggressiva alle strette monetarie precedenti, che erano state pari a 50 punti base, la Bce non ha finito ancora di alzare i tassi.
L’inflazione dell’area euro è considerata, infatti, ancora “troppo alta” e l’Eurotower è determinata a riportarla al target del 2%, fissato dalla stessa banca centrale.
Su questo, la numero uno Christine Lagarde si è mostrata inflessibile, in quella lotta all’inflazione che è diventata per Francoforte una questione di credibilità.
Oltre alla stretta monetaria di 25 punti base, la Bce ha annunciatoalcune novità che riguardano in modo particolare i titoli dell’Eurozona, che ha acquistato attraverso il piano QE, ovvero Quantitative easing, noto anche, in termini tecnici, come PAA, programma di acquisto di asset.
Bce alza tassi di 25 pb. Il comunicato
Per quanto riguarda in particolare il QT (Quantitative Tightening), ovvero il programma con cui la Bce, a partire dal mese di marzo, ha già iniziato a tagliare la propria esposizione verso i BTP e altri titoli di stato dell’area euro, l’Eurotower ha annunciato oggi che “il ritmo di tale riduzione sarà pari in media a 15 miliardi di euro al mese sino alla fine di giugno 2023”.
La Bce ha reso noto al contempo anche l’intenzione di mettere la parola punto ai reinvestimenti nell’ambito del PAA, a partire da luglio 2023.
Rimarranno invece in essere, in base ai tempi già annunciati, i reinvestimenti del capitale rimborsato sui titoli in scadenza nel quadro del programma PEPP, ovvero del QE pandemico, almeno sino alla fine del 2024.
Detto questo, con il QE lanciato da Mario Draghi, dunque con il piano PPA, l’Eurotower ha fatto un acquisto tale di titoli che, come ha detto Lagarde, per “portare a zero l’intero programma saranno necessari almeno 12-15 anni”.
Bce, Ofi Invest AM presenta view tasso terminale
Così Ombretta Signori, responsabile Ricerca e Strategia Macroeconomica di Ofi Invest AM, ha commentato quanto emerso dal meeting della Bce e dalle parole di Lagarde:
“Le decisioni prese dalla Banca Centrale Europea alla fine hanno rispettato le aspettative: i tre tassi d’interesse di riferimento subiranno un aumento di 25 punti base, il programma APP sarà interrotto a luglio e, per quanto riguarda il Quantitative Tightening, Isabel Schnabel ha fatto capire che sarà accelerato (si parla di una riduzione di BTP & Co da parte di Francoforte che, a partire dal mese di luglio, dovrebbe salire dal taglio mensile attuale di 15 miliardi a 25 miliardi di euro)”.
“Su questo ultimo punto – ha continuato Signori – noi di Ofi Invest AM riteniamo che sia importante notare che il term premium sui titoli a lunga scadenza si è ampiamente normalizzato nell’Area Euro nel corso dello scorso anno, anche se ciò è maggiormente imputabile alla maggiore incertezza sull’inflazione e sulla politica monetaria, non solo all’impatto del QT”.
Ancora, ha detto la responsabile Ricerca e Strategia Macroeconomica di Ofi Invest AM, “anche se nel mese di marzo la Bce ha evitato di prendersi qualsiasi sorta di impegno in modo da improntare il più possibile la sua politica ai dati che sarebbero stati pubblicati nei giorni successivi, riteniamo che i toni adottati nelle ultime comunicazioni facciano presagire che l’istituto continuerà a mantenere le sue posizioni da falco”.
E una tale view “lascia presagire che potremo assistere a ulteriori rialzi nei mesi di giugno e di luglio (verosimilmente entrambi di 25 punti base), considerando anche che l’inflazione core si è dimostrata rigida e che gli stipendi devono ancora portare a termine il processo di catch up con quest’ultima”.
Detto questo, ha concluso Signori, “come abbiamo già avuto modo di dire in altre occasioni, riteniamo che sarà l’inflazione nei servizi l’ultimo parametro a ridursi, proprio perché quello maggiormente legato all’andamento salariale. Infine, un’inflazione core che si attesterà ben oltre il 2% sia in questo che nel prossimo anno giustifica la previsione secondo cui i tassi dovrebbero raggiungere il loro picco in estate (verosimilmente al 3,75%), ma successivamente non dovrebbero più muoversi per un periodo considerevolmente lungo”.
Aegon AM, occhio al paragone tra Bce e Fed sul QT
Ha commentato l’esito della riunione della Bce anche Sandra Holdsworth, Head of Rates UK di Aegon Asset Management.
La strategist ha indicato che, anche se il rialzo dei tassi è stato inferiore rispetto ai +50 punti base delle riunioni precedenti, “da Francoforte continuano a segnalare la probabilità di ulteriori rialzi, e ci tengono a sottolineare che è ancora troppo presto per affermare che la ‘pausa’ si avvicina”.
La responsabile della divisione di tassi UK di Aegon AM ha ricordato inoltre che, “dall’estate del 2022, i tassi sono stati aumentati di ben 375 punti base, e la Presidente Lagarde ha riconosciuto che tali incrementi stanno finalmente iniziando a produrre i loro effetti sull’economia”.
Riguardo al QT, chi teme che la Bce abbia fretta di inondare il mercato di titoli acquistati negli anni precedenti può essere tranquillizzato dal fatto che la riduzione media di circa 25 miliardi di euro al mese che la Bce ha lanciato a partire dal mese di marzo, sta avvenendo a “un passo molto più lento rispetto a quello della Fed, che sta riducendo il proprio bilancio a un ritmo di 95 miliardi di dollari al mese”.
Lo spread BTP-Bund ha segnato comunque un rialzo nella giornata di oggi, a seguito dell’annuncio della Bce, superando la soglia di 190 punti base.
Global X parla di un rialzo dei tassi da colomba
Occhio anche al commento di Alexander Roll, Associate Investment Strategist di Global X, che ha parlato di un rialzo dei tassi, da parte della Bce, da colomba.
“Dalla conferenza stampa è emerso chiaramente che la BCE non intende interrompere a breve la sua politica di rialzi, e che i tassi di interesse rimarranno restrittivi fino al raggiungimento dell’obiettivo di inflazione del 2%. Detto ciò, la BCE ha effettuato il più ridotto aumento dei tassi da quando è cominciata la lotta contro l’inflazione, in linea con le aspettative del mercato (25 punti)”.
“A nostro avviso – ha continuato Roll – si tratta di un rialzo ‘colomba’, piuttosto che di uno ‘falco’. Lo spread dei tassi OIS dell’Eurozona segnala ora un ulteriore aumento fino a 50 punti totali entro ottobre 2023, per un tasso terminale implicito del 3,54%, leggermente inferiore al tasso implicito del 3,63% stimato prima dell’annuncio”.
“Anche la reazione iniziale del mercato sembra accordarsi a questa visione – ha fatto notare lo strategist di Global X – con il calo dei titoli di stato tedeschi a 2 anni e una leggera flessione di EUR/USD”.
“La velocità e la forza con cui questa decisione si trasmetterà sull’economia reale rimangono incerte – ha concluso Alexander Roll – La nostra opinione è in linea con l’aspettativa del mercato di un ulteriore aumento dei tassi di 50 punti entro ottobre 2023, e ci aspettiamo che le future decisioni di politica monetaria dipenderanno in larga misura dai prossimi dati sull’inflazione e dalle condizioni del credito”.