Bce, Lagarde su tassi e guerra in video messaggio auguri
In un video messaggio pubblicato sul sito della Bce, la numero uno della Banca centrale europea Christine Lagarde ha detto che “riusciremo” ad abbassare l’inflazione elevata che continua a caratterizzare l’area euro.
“Nel 2022 abbiamo capito che ciò che davamo per scontato era prezioso: pace, energia a basso prezzo e stabilità dei prezzi. L’orribile guerra che la Russia ha lanciato contro l’Ucraina e contro la sua gente sta provocando una sofferenza umana che si sperava l’Europa non avrebbe mai più rivisto”.
“La guerra sta facendo alzare i prezzi energetici provocando anche un balzo dell’inflazione in Europa. Sono consapevole del fatto che una inflazione elevata danneggi tutti, soprattutto i più poveri – ha aggiunto Christine Lagarde – Vi prometto che faremo il possibile per far scendere l’inflazione. Stiamo aumentando i tassi di interesse e li alzeremo ancora in modo costante, finché non arriveranno a un livello che assicurerà il ritorno dell’inflazione al target di medio termine del 2%. Ce la faremo”.
“Intanto, sono molto felice del fatto che la nostra famiglia dell’euro stia crescendo: la Croazia sarà il 20esimo paese che si unirà all’area euro il prossimo 1° gennaio, qualcosa che sicuramente celebrerò con l’arrivo del nuovo anno”.
“Spero che tutti voi troviate momenti di gioia in occasione delle feste con i vostri cari”.
E ancora, Christine Lagarde:
“Nel 2023 troveremo la determinazione a difendere quanto è così prezioso: la pace, la libertà, la democrazia. I miei più calorosi auguri a tutti“.
Si è concluso con queste parole il video messaggio di auguri della presidente della Bce Christine Lagarde.
Non è stato un anno sicuramente facile per Christine Lagarde, alle prese con il terribile dilemma: alzare i tassi per sconfiggere il boom dell’inflazione da guerra provocata dall’invasione dell’Ucraina da parte della Russia di Vladimir Putin, rischiando di provocare una forte recessione nell’area euro; o lasciar correre l’inflazione che, nel caso dell’Eurozona, molti hanno detto – e continuano a dire – è stata scatenata più dai problemi che hanno colpito l’offerta, in particolar modo dal rally dei prezzi del petrolio e del gas, che dalla solidità della domanda.