Notizie Notizie Mondo Bce, Lagarde: crescita economia globale ‘fragile’, Brexit tra le minacce più grandi. Ultimi sviluppi

Bce, Lagarde: crescita economia globale ‘fragile’, Brexit tra le minacce più grandi. Ultimi sviluppi

20 Settembre 2019 15:09

La crescita economica mondiale è “fragile” e “minacciata”. Così l’ex numero uno dell’Fmi Christine Lagarde, che prenderà il posto di Mario Draghi alla presidenza della Bce, alla scadenza del mandato del banchiere, fissata per la fine di ottobre. In un’intervista pubblicata dall’Agenzia France-Press, Lagarde ha anche parlato del ruolo delle banche centrali, affermando che le istituzioni dovrebbero essere prevedibili “e attenersi al loro mandato”.

Inoltre, così come aveva detto durante il meeting della Bce anche Mario Draghi, Lagarde ha auspicato un ruolo più attivo dei governi. “Credo che i banchieri centrali abbiano fatto davvero tanto per molti anni, con il loro operato considerato l’unica alternativa possibile”.

L’ex direttrice del Fondo Monetario Internazionale ha aggiunto che, a suo avviso, le guerre commerciali e la Brexit rappresentano le minacce più grandi che incombono, attualmente, sulla crescita globale, e ha precisato che si tratta di problemi che “sono stati provocati dall’uomo e che quindi dall’uomo possono essere risolti”. Ha poi concluso: “Un po’ più di donne non farebbero male a nessuno”.

A proposito della grande minaccia globale rappresentata dalla Brexit, si mette in evidenza nella sessione odierna l’improvviso dietrofront della sterlina, che ritraccia dai massimi degli ultimi due mesi, testati a seguito delle dichiarazioni del presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker che, dopo aver detto due giorni fa che il rischio di no-deal Brexit è reale, ha parlato, interpellato da SkyNews, di “un accordo possibile” tra Bruxelles e Londra, alimentando le speranze di una intesa tra le controparti.

La valuta britannica è salita così in mattinata fino a quota $1,2576, al valore più alto dalla metà di luglio: “We can have a deal”, ha detto Juncker.

L’ottimismo ha lasciato però subito il posto al ritorno della cautela, dopo che il vicepremier di Dublino, Simon Coveney, ha riferito alla Bbc che un accordo “non è ancora vicino”. A quel punto, la sterlina è scesa sotto la soglia di $1,25.

Rimane alto il focus sulla moneta e sugli asset UK anche per le dichiarazioni, appena rese note, del segretario della Brexit Steve Barclay che, dopo aver incontrato i funzionari europei a Bruxelles, ha riferito, stando a quanto riportato dal Guardian, di credere che “un accordo sia ancora possibile con l’Ue”. Barclay ha aggiunto che “un no-deal sarebbe negativo per entrambe le controparti” e che “c’è l’intenzione comune di Dublino, Londra e Bruxelles di puntare a un accordo nei tempi stabiliti”.

Un altro meeting, ha affermato ancora, è previsto per la prossima settimana, mentre il premier Boris Johnson, sempre la prossima settimana, dovrebbe incontrare il presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk, in occasione dei lavori dell’assemblea dell’Onu.