Bce tra inflazione e crisi banche. Rialzi tassi al capolinea?
Bce: Lagarde & Co alzano tassi di altri 50 pb. La view degli economisti
Mentre dal mondo della politica italiana arrivano puntuali nuove critiche contro la presidente della Bce Christine Lagarde, all’indomani dell’ennesimo rialzo dei tassi dell’area euro di 50 punti base, gli economisti e gli analisti fanno il punto della situazione.
La platea degli esperti riflette, alla luce dei recenti alert scattati nei sistemi bancari europei e Usa, rispettivamente con il dramma Credit Suisse e con i crac di Silicon Valley Bank (SVB) e di Signature Bank, sulle conseguenze della mossa dell’Eurotower sull’economia e i mercati.
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Patrice Gautry, Chief Economist di Union Bancaire Privée, mette in evidenza nel suo commento che “la BCE ha deciso di alzare i tassi di riferimento di 50 punti base per le restanti preoccupazioni sull’inflazione” , al contempo esprimendo “fiducia nella resilienza del settore bancario”.
“Il comunicato si è concentrato su un’inflazione ‘troppo alta per troppo tempo’ e ha sottolineato la determinazione della Bce a riportare l’inflazione al 2% – si legge nella nota di Gautry, che ha riassunto quanto emerso dall’annuncio dell’Eurotower e, anche, dalle parole di Christine Lagarde – L’inflazione core è considerata troppo alta e i segnali di allentamento sono limitati”.
Di conseguenza, “i tre tassi chiave sono stati aumentati di 50 punti base (operazioni di rifinanziamento principali al 3,50%, operazioni di rifinanziamento marginale al 3,75% e tassi di deposito al 3,0%)”, con la Bce che “ha ribadito di essere dipendente dai dati nella sua strategia sui tassi”.
Secondo il capo economista di UBP, “in base all’attuale scenario macro di base adottato dalla Bce, la banca centrale dovrebbe continuare ad aumentare i tassi. Le prospettive di mercato sui tassi terminali della Bce sono rimaste vicine o appena inferiori al 4%”.
Gautry sottolinea inoltre che, “poiché la decisione sui tassi è poco flessibile a fronte delle attuali turbolenze dei mercati, la Bce ha dichiarato di essere pronta a reagire se necessario per preservare la stabilità finanziaria attraverso un sostegno alla liquidità, se sarà necessario a causa delle crescenti incertezze. La Bce ha anche affermato che il settore bancario è resistente, con posizioni solide in termini di capitale e liquidità”.
A parlare delle condizioni in cui versano le banche europee, ricorda Gautry, anche il “vicepresidente De Guindos, che ha affermato che le esposizioni delle banche europee nei confronti delle piccole banche statunitensi e di Credit Suisse sono limitate e non concentrate, senza particolari fragilità“.
E “questa posizione – sottolinea l’economista di UBP – presuppone che le recenti decisioni della Fed e della Banca Nazionale Svizzera siano sufficienti a stabilizzare i mercati e le banche in crisi e a evitare qualsiasi problema di liquidità nelle banche europee”.
Dunque, “probabilmente le future decisioni in materia di liquidità (TLTRO e Quantitative Tightening) potrebbero essere ammorbidite per essere certi che i vincoli ai settori bancari non aumentino troppo, in aggiunta agli ulteriori aumenti dei tassi di riferimento”.
Il Chief Economist di Union Bancaire Privée ha continuato:
“Le nuove stime di crescita e inflazione presentate dalla BCE si basano su prezzi dell’energia più bassi, meno pressioni sull’industria e minori vincoli al potere d’acquisto e alla ripresa della fiducia. La recessione dovrebbe essere evitata, mentre l’inflazione impiegherà tempo per tornare al 2% (nel 2025). Tuttavia, le situazioni geopolitiche e i crescenti rischi finanziari e di controparte potrebbero accelerare un rallentamento della domanda interna attraverso la riduzione dell’offerta e della domanda di credito, generando una potenziale recessione trimestrale o lieve piuttosto che lo scenario di stabilizzazione presentato oggi dalla BCE”
In conclusione, “la Bce si è attenuta alla decisione di aumentare i tassi di 50 punti base, ma i maggiori rischi di ribasso sulla crescita e sul credito potrebbero obbligarla a essere più flessibile sulla liquidità, in particolare se vuole aumentare ulteriormente i tassi in aprile, maggio e giugno”.
Equita SIM: le dichiarazioni ‘dovish’
A commentare l’esito della riunione della Bce di ieri anche gli analisti di Equita SIM, che hanno fatto notare che “il Consiglio Direttivo BCE ha deciso di alzare i tassi di riferimento di 50bps, coerentemente con quanto indicato precedentemente dalla Presidente Lagarde ma non più pienamente scontato a seguito delle
recenti turbolenze sui mercati”.
Equita ha sintetizzato la view di Christine Lagarde:
“Nononostante la revisione al ribasso delle proiezioni di inflazione (soprattutto per effetto del ribasso dei prezzi dell’energia), questa è vista rimanere troppo elevata per un periodo di tempo troppo prolungato” e che, “dovesse essere confermato lo scenario baseline – elaborato prima dei recenti stress sul mercato – la Bce vede spazio per ulteriori incrementi dei tassi al fine di raggiungere l’obiettivo di inflazione del 2% nel medio termine. Tuttavia è stato specificato che al momento non è possibile delineare il futuro andamento dei tassi, con le decisioni di politica monetaria che continueranno ad essere data dependent”.
Di conseguenza, “alla luce di precedenti dichiarazioni sia di Lagarde che di altri membri del Consiglio Direttivo che indicavano successivi aumenti dei tassi, leggiamo le indicazioni in maniera ‘dovish’ considerando le incertezze sullo sviluppo macroeconomico – commentano da Equita SIM, che alla fine approva quanto emerso ieri da Francoforte:
“Nonostante l’incertezza sulle future decisioni di politica monetaria dovuta alle recenti tensioni di mercato – si legge infatti nella nota della SIM – giudichiamo positivamente le dichiarazioni BCE. In particolare, nell’attuale contesto di incertezza, riteniamo fondamentale aver dato un forte commitment a intervenire immediatamente a supporto del settore bancario per preservarne la liquidità qualora si dovessero manifestare gravi tensioni”.
A dire la sua, commentando l’esito del meeting della Bce, anche Eva Sun Wai del team Public Fixed Income M&G Investments.
“La decisione della Banca Centrale Europea di procedere con il previsto aumento di mezzo punto dei tassi di interesse forse non è stata così sorprendente. Ma, allo stesso tempo, anche un approccio diverso non sarebbe stato del tutto inaspettato, visto che questa settimana è stata piena di sorprese e imprevedibilità sui mercati”.
Eva Sun Mai spiega che “la Bce sta lavorando su dati che, sebbene risalgano ad appena una settimana fa, precedono la recente volatilità dei mercati. Non ha avuto il tempo di elaborare le turbolenze dell’ultima settimana, mentre la Fed ha un’altra settimana per valutare la situazione”.
A questo punto, “un fattore molto importante per il mantenimento della guidance di 50 punti base è che qualsiasi modifica al rialzo previsto ieri avrebbe inviato al mercato un segnale che è possibile stia accadendo qualcosa di più consistente. La Bce ha rassicurato che è pronta a reagire se la stabilità finanziaria è a rischio ma, per ora, l’attenzione rimane sull’inflazione. Le nuove previsioni, che includono un’inflazione nominale più bassa e prospettive più forti, sono state finalizzate prima del crollo della Silicon Valley Bank. Se fossero state aggiornate, le cifre sarebbero potute apparire molto diverse”.