Notizie Bce in coro, avanti con i rialzi. Parla il ‘falco’ Knot

Bce in coro, avanti con i rialzi. Parla il ‘falco’ Knot

Pubblicato 26 Maggio 2023 Aggiornato 26 Maggio 2023 22:45

La Banca centrale europea (Bce) non cambia spartito sul fronte dei rialzi tassi. Il percorso è chiaro al momento: saliranno ancora nei prossimi mesi.

Come ha ribadito qualche giorno fa anche la presidente dellla Bce, Christine Lagarde, il lavoro a Francoforte non è finito. Ma, giorno dopo giorno, si susseguono i commenti in questa direzione anche da parte degli altri membri dell’Eurotrower.

A unirsi al coro è stato Klaas Knot, governatore della Banca d’Olanda e presidente del Financial Stability Board, nel corso di una intervista al “Corriere della Sera” e ad altri tre quotidiani europei. “Serviranno almeno altri due rialzi“, anticipa il governatore della banca centrale olandese e tra i principali falchi della politica monetaria europea.

Senza giri di parole, ha aggiunto che i tassi dovranno restare al livello raggiunto per un po’ di tempo e che le attese di taglio oggi incorporate nelle curve di mercato sono troppo ottimistiche.

Fin dove si spingeranno i tassi? Attesi due rialzi a giugno a luglio

Aspettando la riunione di giugno, prevista per giovedì 15, l’interrogativo che continua a tenere sui mercati riguarda le strette potenziali che la Bce porterà avanti in estate, e successivamente.

Molto dipenderà dai dati, ammette Knot. “Penso che avremo bisogno di ulteriori aumenti dei tassi a giugno e a luglio, mi pare improbabile che i nuovi dati in arrivo cambino drasticamente il quadro. Sono convinto che la nostra analisi indicherà la necessità di almeno altri due rialzi di 25 punti. Ma sono totalmente aperto su ciò che accadrà dopo l’estate”, ha dichiarato Knot al “Corriere”, soffermandosi sulla necessità di far fronte alla questioni di inflazione e debito.

Klaas Knot, governatore della Banca d’Olanda e presidente del Financial Stability Board
Klaas Knot, governatore della Banca d’Olanda e presidente del Financial Stability Board.

E chiama in causa non solo l’Italia, uno dei Paesi maggiormente indebitati della zona euro, ma anche la Francia e il Belgio. “Ora è il momento di ritirare il sostegno di bilancio e di ridurre il rapporto debito-Pil. È di estrema importanza. I governi devono affrontare costi di finanziamento più elevati, perché dobbiamo combattere l’inflazione – spiega Knot  -. Dovranno avere saldi primari più robusti per compensare i maggiori costi di indebitamento. Per questo aggiustamento non c’è un tempo infinito a disposizione. Dovrà avvenire quest’anno e il prossimo”.

I tassi della Bce

Nell’ultima riunione dello scorso 4 maggio scorso la Bce ha rimesso nuovamente mano ai tassi d’interesse. Una stretta di 25 punti base, portando il tasso di rifinanziamento principale al 3,75% e quello sui depositi al 3,25%.

Ricordiamo che nel luglio 2022 la Bce ha abbandonato l’orientamento monetario accomodante. Il Consiglio direttivo ha innalzato i tassi di interesse di riferimento della Bce per la prima volta da oltre dieci anni, ponendo fine a un’era di tassi di riferimento negativi. I tassi sono stati aumentati di 250 punti base nella seconda metà del 2022. In particolare, nelle ultime quattro riunioni dell’anno sono stati decisi i singoli rialzi dei tassi più consistenti mai registrati al fine di riportare l’inflazione verso l’obiettivo del 2% nel medio periodo. Il punto nel rapporto annuale della Bce, pubblicato ieri.

BTP e il QT della Bce

Non solo tassi. Bisogna ricordare che lo scorso dicembre il Consiglio direttivo della Bce ha discusso i criteri per la normalizzazione delle consistenze in titoli detenute dall’Eurosistema a fini di politica monetaria. Lo scorso marzo è infatti iniziato ufficialemente il QT, ovvero il Quantitative Tightening della Bce, a dispetto dei BTP e di tutti gli altri titoli di stato dell’Eurozona, che sono stati sostenuti in questi anni dagli acquisti effettuati da Francoforte. Il ritmo di tale riduzione sarà pari in media a 15 miliardi di euro al mese sino alla fine del secondo trimestre del 2023 e verrà poi determinato nel corso del tempo.

In una intervista a “Il Sole 24 Ore“, Luis de Guindos, vicepresidente della Bce, ha rimarcato che “i tassi d’interesse sono il nostro strumento principale di politica monetaria. La riduzione e il successivo azzeramento dei reinvestimenti nell’APP, il cosiddetto quantitative tightening (QT), è pienamente allineato al nostro orientamento di politica monetaria”.

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