Bce: alza tassi di 25 bp come da attese, la posizione di Lagarde per settembre
Dopo la riunione della Fed, che ha alzato i tassi di 25 punti base al range 5,25% e il 5,50%, sui massimi dal 2001, anche la Bce ha confermato le attese, con un rialzo di 25 bp. L’attenzione era prevalentemente rivolta ai toni del comunicato stampa e della presidente Christine Lagarde al termine del meeting. Ecco com’è andata.
Rivedi la conferenza stampa di Lagarde al seguente link:
Altro rialzo dei tassi di 25 bp dalla Bce
L’esito della riunione odierna è stato quello previsto da tempo: la Bce ha alzato il costo del denaro di 25 punti base, portando i tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali, sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi presso la banca centrale rispettivamente al 4,25%, al 4,50% e al 3,75%.
La Bce ha sottolineato che l’inflazione, malgrado un rallentamento, è attesa ancora su livelli troppo elevati e troppo a lungo, al di sopra dell’obiettivo.
Dall’inizio del ciclo restrittivo, un anno fa, l’istituto di Francoforte ha già alzato i tassi di 425 punti base. Gli effetti delle strette già effettuate si stanno trasmettendo con vigore, ma non si sono ancora pienamente riflessi nell’economia reale. Le condizioni di finanziamento inasprite frenano la domanda di credito, aiutando a rallentare l’inflazione.
Lagarde: approccio data-driven a settembre e oltre
L’attenzione si è focalizzata prevalentemente sui “toni” della presidente Christine Lagarde, che innanzitutto ha sottolineato un peggioramento delle prospettive economiche a breve termine ma anche la solidità del mercato del lavoro. L’economia dovrebbe rimanere debole nel breve periodo e le prospettive di crescita e inflazione rimangono incerte. La presidente ha ribadito il forte impegno nella lotta contro l’inflazione (“spezzeremo la schiena all’inflazione”) e ha posto l’accento sull’importanza crescente delle pressioni sui prezzi interni.
Per quanto riguarda il tema clou della riunione, ovvero le previsioni per settembre, Lagarde ha lasciato spazio sia ad un nuovo rialzo dei tassi sia ad una pausa, affermando che il Consiglio Direttivo mantiene una “mente aperta” in vista della prossima riunione e di quelle successive e che la posizione attuale è un “deciso forse”. Quel che è certo, ha rimarcato, è che non ci saranno tagli e che l’approccio resterà fortemente dipendente dai dati in uscita. Nessuna discussione, invece, su un’eventuale riduzione del bilancio.
La reazione dei mercati dopo Bce e Lagarde
Le principali borse europee hanno accelerato e scambiano nettamente in territorio positivo dopo la conclusione del meeting e le parole di Lagarde. Il Ftse Mib, in particolare, viaggia in area 29.600 punti, in progresso di oltre due punti percentuali e sui massimi dal 2008.
L’euro/dollaro si è deprezzato, passando da 1,114 a 1,10, come risultato di due fattori: i toni non troppo hawkish della Lagarde e i solidi dati macro statunitensi, tra cui la prima stima del Pil annualizzato del secondo trimestre (+2,4% t/t).
In ribasso anche i rendimenti obbligazionari europei, con il Btp decennale in discesa al 4,04% e lo spread sostanzialmente stabile a 161 bp.
I commenti degli analisti
Gurpreet Gill, Fixed Income Macro Strategist di Goldman Sachs Asset Management, ha affermato:
Sebbene il rialzo odierno dei tassi dello 0,25% fosse ampiamente previsto, i dati recenti fanno pendere la bilancia dei rischi verso un inasprimento minore piuttosto che maggiore dopo la riunione di settembre. Questo sentimento sembra essere condiviso dalla Bce, che ha apportato piccole modifiche alla dichiarazione post-riunione rispetto a quella pubblicata a giugno. I dati delle indagini PMI hanno sorpreso al ribasso, l’indagine sui prestiti bancari condotta dalla BCE mostra la trasmissione di una politica più restrittiva all’economia reale e l’inflazione sta lentamente ma inesorabilmente superando il suo picco.
Filippo Diodovich, Senior Market Strategist di IG Italia, dichiara:
Manteniamo, nonostante le parole della Lagarde, una view restrittiva sulla politica monetaria della Bce. Le pressioni inflazionistiche di fondo rimangono su livelli troppo elevati e ben superiori ai limiti di tolleranza della banca centrale. Ci aspettiamo almeno un ulteriore rialzo del costo del denaro nei meeting del 14 settembre o del 26 ottobre. E’ evidente che la comunicazione della Lagarde ha lasciato intendere che una pausa nel ciclo di rialzi dei tassi è molto vicina.
Infine, Jack McIntyre, Portfolio Manager di Brandywine Global, parte di Franklin Templeton:
A differenza della Fed, non si può parlare di un rialzo accomodante in quanto la Bce chiaramente non ha terminato la stretta finanziaria, mentre quella della Fed potrebbe volgere al termine. È una mossa sensata in quanto la Bce ha avviato in ritardo questo attuale ciclo di restringimento. L’inflazione non si comporta altrettanto bene nell’eurozona. All’opposto che negli Stati Uniti, il mercato del lavoro beneficia di un supporto strutturale in tutta l’Eurozona, incrementando la viscosità dell’inflazione indotta dai salari. La Bce si unisce al club delle banche centrali che ora monitora l’impatto cumulativo della precedente stretta ed è dipendente dai dati. Ha tuttavia un po’ di tempo per monitorare l’efficacia del suo rialzo dei tassi, poiché la sua prossima riunione non si terrà prima del 14 settembre.