Bce, i toni da colomba di Draghi non convincono i mercati. Euro vola oltre $1,16, record da gennaio 2015
L’inflazione dell’Eurozona rimane debole, ben lontana dal target che la Bce ha fissato poco sotto il 2%. L’obiettivo finale della Bce non è stato ancora raggiunto e la Bce di Mario Draghi non ha alcuna fretta di procedere a un eventuale tapering del suo programma di Quantitative easing, ribattezzato spesso anche bazooka monetario o, nel caso specificamente italiano, scudo BTP. Le rassicurazioni sono arrivate dallo stesso Draghi che, nella conferenza stampa successiva all’annuncio della Banca centrale europea sui tassi, ha ammesso che, sul fronte dell’inflazione, “non ci siamo ancora”, aggiungendo come sia importante “essere persistenti, pazienti e prudenti” nei confronti del Quantitative easing.
Draghi ha detto chiaramente che una stretta monetaria che si presentasse in un momento sbagliato potrebbe ostacolare o addirittura “mettere a rischio” la ripresa, lasciando così intendere di non avere alcuna fretta di lanciare il tanto temuto tapering del QE.
Nonostante ciò, l’euro – che all’inizio della conferenza stampa di Draghi aveva bucato al ribasso anche la soglia di $1,15 – ha invertito bruscamente la rotta, salendo fin oltre $1,16, a $1,1637, in rialzo di oltre 1 punto percentuale.
Di fatto, è bastata la parola autunno a scatenare le speculazioni sui mercati. E’ vero che Draghi ha affermato che il Consiglio direttivo della Bce è stato “unanime nel non fissare una data su quando discutere su eventuali cambiamenti (di politica monetaria), in futuro”. Il banchiere ha tuttavia anche, sebbene molto genericamente, sottolineato che la Bce discuterà su come procedere con il suo programma di QE, in autunno.
Subito è scattato l’entusiasmo dei giornalisti presenti alla conferenza stampa, con uno che si è anche azzardato a chiedere al banchiere se la data del 7 settembre (prossimo meeting della Bce) potesse essere inclusa nel concetto di autunno. Draghi non è riuscito a trattenere una risata e ha risposto: “E’ esattamente questo il motivo per cui abbiamo deciso di tenere vaghi i nostri piani, e abbiamo deciso solo di discutere del QE in autunno”.
Le sue dichiarazioni, unite al riconoscimento del rafforzamento dell’economia della zona euro – “finalmente” la Bce può assistere a una ripresa solida, ha detto – insieme a questa parola, “autunno”, hanno scatenato la reazione dei mercati, che si sono proiettati in avanti, scontando l’annuncio del tapering imminente: ragion per cui l’euro ha virato in territorio positivo, al record dal gennaio del 2015.
Un’altra dichiarazione che ha innervosito gli operatori è quella con cui Draghi ha ammesso che ora bisogna “semplicemente attendere che i salari e i prezzi facciano il loro corso”.
Se il forex gli ha voltato le spalle, una dimostrazione di fiducia nei suoi confronti è arrivata dallo spread BTP-Bund, che ha accelerato con decisione al ribasso, scivolando di oltre -5% a 157 punti base circa.
I rendimenti sui BTP decennali sono calati -3,42% al 2,11%, mentre i tassi sui Bund sono risaliti dell’1,48% allo 0,54% (16.43 ora italiana).