Bce e la strada dei rialzi: cosa dice De Guindos su tassi e inflazione
Ancora avanti con i rialzi dei tassi, anche se la maggior parte della strada è stata fatta. Questo in estrema sintesi il messaggio mandato dal vicepresidente della Banca centrale europea (Bce), Luis De Guindos, nel corso di un evento a Madrid. Secondo De Guindos, è ancora troppo presto per dire a quale livello la Bce sospenderà i tassi. Le decisioni dell’istituto di Francoforte saranno guidate volta per volta dai dati.
Le parole di De Guindos
“Una significativa parte del viaggio è già stata percorsa, c’è ancora una parte di strada da fare, ma probabilmente la parte che ci aspetta sarà più corta. Non so però quale sarà il punto finale”, ha detto De Guindos nel corso del suo intervento nella capitale spagnola, all’indomani del dato finale dell’inflazione della zona euro.
Bce, prossimo test tassi a metà giugno
Il prossimo appuntamento con la Bce è in calendario il prossimo 15 giugno (Il calendario completo dei meeting). Nell’attesa, da un sondaggio lanciato da Reuters e diffuso qualche giorno fa, emerge che tutti i 62 economisti interpellati si attendono nel meeting di giugno della Bce un altro rialzo dei tassi di 25 punti base. I tassi sui depositi andrebbero così al 3,50%.
Nella riunione dello scorso 4 maggio, la Bce di Christine Lagarde ha alzato i tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali, sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi di 25 punti base, rispettivamente al 3,75%, al 4,00% e al 3,25%. Una mossa dettata, come hanno motivato da Francoforte, da una “inflazione che continua a rimanere troppo alta per un periodo di tempo troppo lungo”.
Tra i 62 economisti intervistati, 42 hanno detto di ritenere che i tassi sui depositi saliranno poi al 3,75% nella riunione successiva di luglio.
Inflazione Ue? Per Moneyfarm rimane “appiccicosa”
Tornando all’inflazione, stando ai dati diffusi dall’Eurostat, ad aprile l’indice finale dei prezzi al consumo della zona euro ha registrato un +7% dal +7% della stima preliminare contro il +6,9% del mese di marzo. L’indice core è passata da +5,7% a +5,6%.
Come sottolinea Richard Flax, chief investment officer di Moneyfarm, la preoccupazione principale per la Bce è che l’impennata iniziale dei prezzi si sia ormai radicata nell’economia e abbia portato a un aumento delle richieste salariali, uno scenario in cui si sono già trovati paesi come il Regno Unito. Lato crescita, le aspettative per l’economia europea rimangono relativamente positive: la crescita del PIL è ora prevista all’1,1% nel 2023 e all’1,6% nel 2024, riviste al rialzo soprattutto grazie al calo dei prezzi.
“L’inflazione complessiva, pur avendo dimostrato di non essere temporanea, è considerata ancora gestibile e la disoccupazione rimane ai minimi storici, non suggerendo una recessione imminente – spiega Flax -. Il punto critico rimarrà appunto l’inflazione core, che continua ad aumentare la pressione sulle famiglie, e contro la quale la Bce ha ribadito la guerra in corso, con i mercati che infatti al momento prezzano ancora circa due rialzi prima della fine dell’anno”.
De Guindos guarda ad accelerazione inflazione servizi
Il discorso del vicepresidente della Bce, Luis de Guindos, ha riguardato anche il tema dell’inflazione. In particolare, si è detto preoccupato per l’accelerazione dell’inflazione nel settore dei servizi. Un elemento che i membri del Consiglio Direttivo dovranno valutare con attenzione nelle prossime riunioni di politica monetaria, per decidere quanto alzare ancora i tassi di interesse. De Guindos ha ribadito che la Bce è focalizzata sull’inflazione core come indicatore chiave delle tendenze dei prezzi sottostanti e ha sottolineato la forza del settore terziario.