Bce, Draghi riconosce deterioramento economia. Euro scende a minimi in oltre un mese sul dollaro
La Bce lascia come da attese i tassi invariati ai minimi storici, ‘promettendo’ che nessuna modifica verrà apportata “almeno fino all’estate del 2019, e oltre se sarà necessario”.
Il numero uno Mario Draghi prende la parola e ammette che i rischi che incombono sull’economia, considerati fino alla riunione di dicembre bilanciati, ora sono al ribasso. E’ dunque probabile che, “nel breve termine, i dati si confermino più deboli rispetto a quanto precedentemente anticipato”.
La dichiarazione mette sotto pressione l’euro che, nei confronti del dollaro, scende fino a $1,1308, al valore più basso in oltre un mese, dal 17 dicembre scorso. Gli acquisti sulla valuta americana portano il Dollar Index a salire a 96,36 punti circa.
Draghi attribuisce la responsabilità dei rischi al ribasso alle politiche globali maggiormente improntate al protezionismo e alla volatilità presente sui mercati finanziari.
Detto questo a suo avviso e, così come concorda all’unanimità il Consiglio direttivo della Bce, la probabilità che arrivi una recessione è bassa, sulla scia dei miglioramenti dei fondamentali economici e finanziari rispetto agli ultimi anni. In particolare, il sistema bancario viene considerato dal banchiere molto più solido rispetto agli anni della crisi.
Forse è anche per questo motivo che, seppur citato nella riunione della Bce, sul programma TLTRO – il piano con cui la Bce ha in passato erogato finanziamenti alle banche a tassi agevolati – non è stata presa ancora nessuna decisione.
Più volte il timoniere della Bce rassicura i mercati, precisando che “tutti gli strumenti” di politica monetaria espansiva dell’istituto rimangono in campo, fattore che implica che la Bce potrebbe intervenire in qualsiasi momento, qualora ce ne fosse bisogno.
I tassi sulle operazioni di rifinanziamento principali, sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi presso la banca centrale, rimangono nel frattempo inchiodati rispettivamente allo 0,00%, allo 0,25% e al −0,40%.
Nel comunicato della Bce si legge che la banca centrale prevede che i tassi di interesse di riferimento “si mantengano su livelli pari a quelli attuali almeno fino all’estate del 2019 e in ogni caso finché sarà necessario per assicurare che l’inflazione continui stabilmente a convergere su livelli inferiori ma prossimi al 2% nel medio termine”.
Si apprende inoltre che proseguiranno i reinvestimenti sugli oltre 2100 miliardi di euro di titoli di Stato in scadenza del Quantitative easing, “per un periodo prolungato di tempo successivamente alla data in cui i tassi di interesse inizieranno a essere alzati”. Ciò implica, ha spiegato il banchiere, che la Bce acquisterà 15 miliardi di euro di titoli ogni mese.