BCE, alza i tassi di 25pb e conferma la stretta a luglio
Dopo il meeting della Fed oggi è toccato alla BCE di Christine Lagarde. I tassi dell’Eurozona sono stati alzati di 25 punti base per l’ottava volta consecutiva.
Così si legge nel comunicato della Bce:
“Il Consiglio direttivo ha deciso di innalzare di 25 punti base i tre tassi di interesse di riferimento della BCE. Pertanto, i tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali, sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi presso la banca centrale saranno innalzati rispettivamente al 4,00%, al 4,25% e al 3,50%, con effetto dal 21 giugno 2023“.
Il rialzo è stato, come previsto, di 25 punti base.
“La BCE, come la Federal Reserve statunitense, parla con insistenza di ulteriori rialzi dei tassi, dopo aver effettuato oggi l’ottavo rialzo consecutivo, il più rapido della sua storia. Ma la realtà è che, con l’inflazione in rapido calo e l’economia in recessione tecnica, la fine del ciclo di crescita è ormai prossimo.” Scrive in una nota Ben Laidler, global markets strategist di eToro. “L’approssimarsi della fine dei rialzi dei tassi della BCE ha tolto il vento alle vele dell’euro, ma è anche un’importante polizza assicurativa per l’indebolimento dell’economia europea. Oggi la Banca ha aumentato i tassi dello 0,25%, portandoli al 4%. Ha inoltre annunciato che il mese prossimo interromperà i reinvestimenti nell’ambito del programma di acquisto di asset, inasprendo ulteriormente le condizioni finanziarie.”
Eurozona: le proiezioni sull’inflazione riviste al rialzo
I recenti dati sull’inflazione mostrano che la pressione sui prezzi si sta attenuando, ma gli aumenti dei prezzi al consumo sono ancora troppo elevati. Si tratta di un incremento dell’inflazione headline del 6,1% su base annuale e del 5,3% per quanto riguarda il dato core, ovvero depurata da beni alimentari ed energetici. Detto ciò il numero rimane troppo elevato per confortare l’istituto di Francoforte, guidato da Christine Lagarde.
Nella giornata di oggi, l’Eurotower ha annunciato di aver rivisto al rialzo l’outlook sull’inflazione dell’Eurozona. Le previsioni aggiornate sono di un tasso di inflazione headline al 5,4% nel 2023, in rallentamento poi al 3% nel 2024 e al 2,2% nel 2025.
Tutte le stime sono state riviste al rialzo di 0,1 punti percentuali rispetto all’outlook precedente.
BCE, il quadro di politica monetaria
Il così detto QT – Quantitative Tightening (essenzialmente lo stop degli acquisti di obbligazioni progettati per stimolare l’economia) o l’accelerazione di una contrazione del bilancio complessivo della BCE sembrano essere probabilmente esclusi dalle discussioni all’interno del board. Soprattutto dopo l’annuncio di maggio che interromperà i reinvestimenti nell’ambito del programma di acquisto di attività (APP) a partire dal 1° luglio. Ricordiamo intanto che l’APP non è altro che un programma di acquisto di obbligazioni avviato dall’istituto di Francoforte a nel lontano 2014 per far fronte a livelli di inflazione costantemente bassi.
Zona euro in recessione tecnica
Rimane anche il nodo della direzione dell’economia, che potrebbe ricevere maggiore attenzione dopo che la zona euro è entrata in recessione tecnica nel secondo trimestre di quest’anno dopo aver registrato una crescita negativa dello 0,1%. Con un tasso di disoccupazione al 6,5%. E una persistente pressione sui salari.
Gli esperti della BCE hanno rivisto lievemente al ribasso le proiezioni per l’espansione economica per quest’anno e il prossimo, indicando ora un tasso di crescita dello 0,9% nel 2023, dell’1,5% nel 2024 e dell’1,6% nel 2025.
Il quadro macroeconomico rimane particolarmente incerto. Da una parte gli indicatori del sentiment si sono ripresi negli ultimi sei mesi, i dati concreti relativi alla performance dell’economia come per esempio il Pil, no.
Analisti, la BCE si dirige verso tassi vicini al 4%
In seguito alle decisioni sui tassi e sulle politiche relative al QT-Quantitative Tightening ovvero (essenzialmente lo stop degli acquisti di obbligazioni progettati per stimolare l’economia, in particolar modo il programma APP). Gli analisti hanno commentato:
“L’ultima decisione della BCE sui tassi di interesse e la conferma di una più rapida riduzione del bilancio sono in linea con le aspettative. Detto questo, le proiezioni aggiornate dello staff e il linguaggio della dichiarazione di politica monetaria suggeriscono una prospettiva di politica monetaria decisamente più aggressiva del previsto.” Scrive in una nota Katharine Neiss, Capo Economista di PGIM Fixed Income.
“Le proiezioni sulla crescita del PIL sono state riviste al ribasso, ma solo di poco, visto il flusso di dati più debole. Ma soprattutto, le previsioni sull’inflazione sono state riviste al rialzo per ogni anno, compreso il 2025, che la BCE vede ora al 2,2% – quindi al di sopra dell’obiettivo della BCE. Tutto ciò suggerisce che la BCE si sta dirigendo verso tassi più vicini al 4%, in un contesto di consumi già indeboliti, che rimangono al di sotto del livello pre-pandemico. Per ora, tuttavia, sembra che la variabile chiave per la BCE siano i dati sull’inflazione in tempo reale.” Ha concluso Neiss.
Mentre Altaf Kassam, Head of Investment Strategy & Research di State Street Global Advisors commenta: “Nonostante i segnali di miglioramento dell’inflazione sottostante e gli indizi del fatto che la politica monetaria più restrittiva stia sortendo i suoi effetti, dalle dichiarazioni di oggi si evince un probabile aumento di 25 punti base in occasione del meeting di luglio e si ribadisce che la politica rimarrà restrittiva per diverso tempo (senza specificare un arco temporale o delle condizioni particolari). Di conseguenza, i rischi per l’outlook di politica monetaria della BCE rimangono al rialzo, ma con un’incertezza crescente. La mancanza di una chiara indicazione sul fatto che il ciclo di rialzi dei tassi si concluderà a luglio potrebbe spingere il mercato a non prezzare alcuni dei tagli dei tassi attesi per il 2024.” Conclude Kassam.